All’Ilva, dall'inchiesta fatta da noi nei giorni scorsi, dalle
discussioni con vari operai, è emerso che una buona parte degli operai
non andrà a votare, per distacco/sfiducia/protesta verso l'insieme dei
partiti di governo e parlamentari e delle liste presenti in queste
elezioni.
Questo è giusto. Questo distacco/protesta è la base di
partenza per fare un salto nella presa di coscienza che, insieme al non
voto, occorre organizzazione di classe autonoma degli operai (nei due
strumenti principali: sindacato di classe e partito proletario, un
partito comunista rivoluzionario di tipo nuovo) e lotta di classe
conseguente contro padroni e governo.
Questo astensionismo
operaio si esprime attualmente come scelta individuale e non collettiva.
Per questo, a questi operai più coscienti diciamo che il passo
successivo è l'unità degli operai avanzati e convincere la parte più
arretrata dei lavoratori
a sottrarsi all'influenza dei partiti istituzionali che fa danni non
tanto sul piano elettorale
quanto sul piano sociale, in quanto indebolisce la battaglia della
classe operaia.
E' vero, come hanno detto alcuni operai che le
elezioni sono state una conquista delle masse popolari nel passato, per
cui vi sono stati anche morti e feriti. Ma questa conquista è stata
affossata, infangata, cancellata, fino a far diventare le elezioni una
tragica farsa della democrazia - in cui, come queste in corso, nulla tu
puoi scegliere e tutto e tutti sono stati già decisi. E non possono
essere certo proprio gli operai a dar man forte nel continuare questo
affossamento/inganno. Questo sì che sarebbe un tradimento dei nostri
fratelli e sorelle che hanno lottato per avere questo diritto.
Diversi
operai all'Ilva hanno invece deciso di votare e nella confusione spesso
pensano di votare per il M5S, dato che è un partito che a loro risulta
di opposizione agli ultimi governi considerati
giustamente negativi, o
come male minore o come da verificare visto che finora non è stato al
governo.
Noi
comprendiamo ma non condividiamo questa valutazione, perchè inanzitutto
il M5S è al governo in varie città senza nessun risultato positivo per i
lavoratori; secondo, perchè nonostante non siano stati al governo sono
pieni di candidati e di parlamentari a cui è bastato poco per
corrompersi anch'essi; terzo, perchè i 5Stelle si propongono come
alternanza in questo sistema senza alcuna volontà di cambiare questo
sistema e il suo potere in direzione dei lavoratori, anzi sono
espressione diretta di media e piccola borghesia privilegiata; quarto
perchè il sistema di funzionamento non ha nulla di democratico ed è
nelle mani della “Grillo-Casaleggio”, in forme oscure ed equivoche.
I
"ministri" che hanno indicato per il futuro governo hanno un passato, e
spesso un presente, o simil PD o sono attivi in organismi nazionali e
internazionali che decidono politiche contro i lavoratori e i popoli, o
peggio sono esponenti del mondo militare. (su questo leggi http://proletaricomunisti.blogspot.it/2018/03/pc-3-marzo-il-governo-5stelle-simil-pd_3.html)
Sulla
questione Ilva. Gli esponenti conosciuti di questo gruppo hanno
strillato sui giornali, in tante forme che vogliono la chiusura
dell’Ilva (Di Maio ha solo dovuto attenuare quando è venuto a Taranto,
appunto per prendere i voti degli operai Ilva - ma la vera posizione è
quella espressa prima e dai suoi esponenti locali); essi hanno seminato
la sciagurata illusione che poi ci penserà lo
Stato a mantenere i lavoratori o a sviluppare diversamente la città. Ma
questa prospettiva non esiste ed è un rimedio peggiore del male
(pensate sempre a Bagnoli).
Infine, ragionare ancora una
volta col “male minore” è il male peggiore che i lavoratori possono
fare. E’ con questo ragionamento che elezioni dopo elezioni siamo
arrivati allo stato attuale.
Alcuni operai, poi, hanno detto
che non votare fa il gioco dei partiti dei padroni - come se il M5S non
fosse anch'esso partito dei padroni... Ma, soprattutto, questa
posizione, di fatto accetta che gli operai, che sono quelli che
producono tutta la ricchezza economica
di questo paese, pesino al massimo con una "crocetta", cioè nulla.
Mentre non si tiene in dovuto conto il fatto che i padroni attraverso i
loro giornali dicono che "l’incubo, il loro nemico principale" è
l’astensionismo. Quindi è questo - e soprattutto l'organizzazione e la
lotta operaia - che fa realmente paura ai partiti dei padroni, perchè
questa nelle elezioni è una protesta reale, questo non fa il "gioco dei
partiti dei padroni".
I padroni, i principali esponenti
politici della borghesia, i sindacati confederali, mentre si riempivano
Tv e giornali, internet di elezioni, hanno già fatto i loro piani: una
nuova organizzazione del lavoro al servizio di più sfruttamento e meno
salari, meno diritti, una sorta di nuovo e più pesante jobs act; tanti e
più fondi, uomini, per far fare un salto alle missioni militari (con la
scusa dell'immigrazione); l'accordo OO.SS./Confindustria, il cosiddetto
"patto di fabbrica", per dividere i lavoratori, reintrodurre una
versione aggiornata e peggiore delle gabbie salariali, impedire che i
lavoratori si organizzino fuori dai sindacati confederali.
Qualsiasi governo uscirà fuori dalle elezioni deve realizzare questi piani.
E contro questi che devono pesare gli operai. Ma con la lotta, non con il voto.
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