Entrambe
queste posizioni si sono mosse all’interno della proposta
strategica per la classe operaia e le masse popolari di lottare e di
costruire l’unica soluzione alternativa alla classe dominante, ai
suoi partiti, alle sue elezioni: la rivoluzione per il potere operaio
e proletario.
Possiamo
dire forte e chiaro due cose;
1 - l' esito elettorale e la convulsa situazione per la formazione del nuovo governo della borghesia non fanno che confermare questa indicazione; così come il voto, o meglio il non voto ha confermato la nostra indicazione. L’astensionismo, sempre più operaio e popolare, sempre più di sinistra, visto il pieno di voto di tutte le destre, esplicite o mascherate, è cresciuto ulteriormente di oltre il 2% rispetto alle precedenti elezioni politiche e in tante città del sud ha raggiunto percentuali altissime, oltre il 40% a Napoli, oltre il 30% a Taranto, ecc.
1 - l' esito elettorale e la convulsa situazione per la formazione del nuovo governo della borghesia non fanno che confermare questa indicazione; così come il voto, o meglio il non voto ha confermato la nostra indicazione. L’astensionismo, sempre più operaio e popolare, sempre più di sinistra, visto il pieno di voto di tutte le destre, esplicite o mascherate, è cresciuto ulteriormente di oltre il 2% rispetto alle precedenti elezioni politiche e in tante città del sud ha raggiunto percentuali altissime, oltre il 40% a Napoli, oltre il 30% a Taranto, ecc.
2 - noi non possiamo considerare positivo l’esito del voto per una fondamentale ragione hanno vinto le
elezioni il M5S e la Lega di Salvini, due componenti che abbiamo
combattuto e combattiamo da sempre perché espressioni del fascio
razzismo e del populismo che rappresentano gli interessi della
borghesia imperialista e delle sue frazioni più reazionarie. E questo indipendentemente dalla base sociale concreta che ne costituisce l’elettorato e la composizione dei candidati eletti,
borghesia imperialista e delle sue frazioni più reazionarie. E questo indipendentemente dalla base sociale concreta che ne costituisce l’elettorato e la composizione dei candidati eletti,
Il
M5S a livello europeo ha sin dal primo momento scelto di essere
interlocutore innanzitutto dell’estrema destra e di collocarsi in
quell’area – vedi accordo abortito con la Ukip dell’inglese
Farage; così come non sono mancati i civettamenti aperti con tutte
le espressioni reazionarie, da Le Pen a seguire; e nel quadro internazionale ha salutato positivamente la vittoria di
Trump, come dice Bannon, uno degli artefici di quella vittoria, e ha
sempre considerato positivamente Putin.
Tutti coloro che hanno seguito questo movimento in questi anni ne hanno visto le posizioni sugli immigrati, sull'antififascismo. ecc.
Tutti coloro che hanno seguito questo movimento in questi anni ne hanno visto le posizioni sugli immigrati, sull'antififascismo. ecc.
E’
inutile sprecare parole sulla caratteristica fascio razzista della
Lega di Salvini.
Quindi il governo che si formerà avrà dentro una di queste forze o entramb esarà un governo più reazionario dei precedenti e entrambe si muovono dentro la
logica di lavorare per costruire un regime moderno fascista, neo
corporativo e populista.
Che
queste forze siano state premiate e incoraggiate dal voto per noi che combattiamo i governi dei padroni e
del moderno fascismo, non possiamo certo considerarlo positivo.
Ma l'altra ragione - quella che valutiamo più negativamente,è che
queste forze, il M5S innanzitutto in tutto il centro Sud e la Lega di
Salvini, in tutto il nord e diverse fette del centro nord, hanno
raccolto una parte significativa del voto operaio, delle masse
popolari e dei suoi settori più poveri, strappandole
all’astensionismo e orientandole come base di massa e di consenso
delle proprie prospettive reazionarie.
L’astensionismo
di classe e proletario da noi sostenuto lavora e si batte per
orientare questo settore di masse e perchè sia base d’appoggio e
“brodo di coltura” della rivolta operaia e popolare,
dell’organizzazione operaia e popolare. Sotto questo punto di
vista l’astensionismo operaio e popolare pur cresciuto, ha 'perso' questa battaglia con Salvini e il M5S, perché ora,
neanche numericamente l’astensionismo è il primo partito.
Chiunque abbia fatto realmente questa campagna elettorale, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, così come l’ha fatta in maniera visibile, chiara e documentata Proletari Comunisti, sa bene quanto sia stato difficile convincere operai e masse proletarie a potenziare il proprio astensionismo e boicottaggio del voto, rispetto ad una tendenza spontanea e attiva ad esprimere il proprio voto di protesta e ad affidare le proprie speranze e istanze a queste due forze reazionarie.
Chiunque abbia fatto realmente questa campagna elettorale, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, così come l’ha fatta in maniera visibile, chiara e documentata Proletari Comunisti, sa bene quanto sia stato difficile convincere operai e masse proletarie a potenziare il proprio astensionismo e boicottaggio del voto, rispetto ad una tendenza spontanea e attiva ad esprimere il proprio voto di protesta e ad affidare le proprie speranze e istanze a queste due forze reazionarie.
Chi si accontenta di dire che comunque è un voto di protesta contro
gli attuali governi, il governo Renzi in particolare, contro
l’Europa ecc. esprime una profonda superficialità di conoscenza e
analisi che non ne può fare altro che un utile idiota e corifeo
consapevole o inconsapevole del fascio populismo e della sua base di
massa. Non si tiene conto che operai e masse popolari che
hanno votato per queste forze le hanno investite come “forze
nuove”, a prescindere, sono partiti da considerazioni che i 'governi
di sinistra' e 'la sinistra' in generale ha tradito e colpito i loro
interessi ed è responsabile delleloro condizioni di vita attuale. E
scavando ancora più nel profondo, chi le ha votate condivide di queste forze
l’assunto “prima gli italiani”, si riconosce in queste forze
come forze che difendono padroni e lavoratori insieme, come forze
portatrici di 'onestà ed efficienza' – che in tanti casi non
corrisponde al vero, ma che fa di questo la caratteristica del potere, e che converge con l’idea e la pratica del potere che la borghesia
realizza o che la borghesia vorrebbe fossero le caratteristiche del proprio
‘comitato d’affari’.
Non
si tratta, quindi, solo di un voto di protesta ma di adesione a
contenuti e valori che sono reazionari e che influenzano in maniera
significativa la coscienza e la lotta tra le
classi.
Certo,
questo avviene nell'estendersi dell’impoverimento della piccola
borghesia e nella permanenza della precarietà, della disoccupazione,
degli effetti della crisi industriale e delle politiche della
borghesia realizzate in questi anni di taglio della sanità, delle
spese sociali.,, ecc
A
questa situazione c’è una sola soluzione, elevare il livello di coscienza, partecipazione e attivismo operaio e popolare, sviluppare l'autorganizzazione di classe e di massa e la fiducia nella lotta per combattere per gli interessi operai
e proletari contro gli interessi della borghesia, della
media borghesia, di parte della piccola borghesia.
Affermare
questo è più difficile nel contesto dell’attuale risultato
elettorale, dell’influenza di esso sulla coscienza delle masse e
sulla volontà di operai e masse di organizzarsi e lottare per i propri interessi di
classe.
Chiaramente, ora le forze premiate dal voto dovranno comunque
governare e comunque lo dovranno fare in un quadro di
alleanze con forze che pretendono di aver sconfitto, e comunque dentro un
quadro europeo e mondiale che chiede loro di fare quello che è
necessario per difendere gli interessi generali del paese, della
nazione, dell’economia nazionale, del 'popolo', che altro non sono che gli
interessi della classe dominante.
Quindi
è chiaro che li vedremo all’opera per fare parte di quello che
dicono di voler fare, cioè quello che è nell’interesse della
borghesia, dei padroni e del buon andamento della loro economia,del loro Stato, mentre dovranno trovare pretesti e scuse per non fare o annacquare
quello che ha rappresentato lo specchietto delle allodole per carpire
il consenso delle masse (dal cosiddetto “reddito di cittadinanza”,
alla abolizione della riforma Fornero, Buona Scuola, modifica del Jobs Act ecc.). Li
vedremo impegnati ad accordarsi e litigarsi su quello che li unisce
nel profondo, la guerra agli immigrati, il “ricacciarli a casa
loro” a suon di interventi militari. Anche se su questo molti dei
padroni e padroncini che li hanno votati non tanto sono d’accordo,
perché gli togli una delle fonti del supersfruttamento, della
manodopera schiavizzata e di riserva.
Questo
è evidente che “aprirà gli occhi” ad una parte rilevante del
proprio elettorato operaio e popolare e sarà terreno di conflitto
sociale e della lotta sociale e di classe. E qui lor signori non
dovranno che fare ricorso a ciò che amano, le forze
dell’ordine e i militari, verso cui si sono dati a sperticati
sostegni ed elogi in ogni momento in cui ne hanno avuto possibilità,
come e più dello spodestato Minniti.
Nessuno,
pensiamo, possa avere dubbi di che natura saranno i ministri targati
governo con Salvini, mentre poco è conosciuto, in particolare dalle
masse che li hanno votati, la composizione del governo proposta da Di
Maio (vedi altro articolo apparso sul blog di proletari comunisti).
Le
forze che hanno vinto le elezioni restano “tigri di carta”.
Questo è dimostrato da due elementi.
Non
è vero che i grillini hanno vinto e stravinto ovunque. Hanno perso a
Torino e a Roma, le città simbolo del loro governo. Eppure avevano
costruito intorno a queste vittorie locali buona parte della loro
immagine, di nuovo, bello, efficiente; ma a Torino e a Roma in pochi
mesi tanti del “popolo” hanno visto che così non è.
Ben
presto se ne accorgeranno anche a Pomigliano dove “gigino” è
stato acclamato e portato in trionfo dopo il risultato elettorale, dove si
è passati da “gigino a purpetta”, a “gigino” De Magistris, a
“gigino” Di Maio; ma forse a Pomigliano nessuno ha detto, in
particolare a quegli operai e proletari di Pomigliano, che uno dei
primi elogi a Di Maio viene da Marchionne, che con ignobile faccia
tosta oggi dice: Renzi? Renzi, chi? Cioè, il primo
deluso di Renzi è Marchionne.
Chiaramente,
nessuno più di noi sa quanta parte del successo M5S-leghista
dipenda dai governi degli ultimi anni e dal governo Renzi, in
particolare. Renzi è riuscito in ciò che a Berlusconi non era
riuscito: portare avanti le politiche reazionarie, inglobando
sindacati e aree della sinistra parlamentare nelle sue politiche
antioperaie e antipopolari più estreme, jobs act ecc e che quindi
l’intero movimento operaio e popolare paga il costo di aver dato un
solo segno di vita - il NO al referendum di riforma della
Costituzione- impotente come ogni cosa affidata al voto in questo
sistema. E invece aver abbassato i livelli e reso inefficace il conflitto sociale
Rispetto
a questo, chiaramente, il sindacalismo di base e di classe, l’area
dei movimenti, l’estrema sinistra coerente, i comunisti e i
rivoluzionari hanno lottato e combattuto, ma senza risultato visibile per i proletari e le msse popolari.
Nessuna delle contrriforme e provvedimenti, purtroppo, nelle condizioni dei rapporti di
forza è stata bloccata, impedita, nè si è invertito il corso. Era ed è
un lavoro in corso d’opera ma tuttora minoritario e debole.
Quindi, l’azione antioperaia e antipolare dei governi targati Pd ha tirato la volata all’attuale affermazione fascio-populista.
Quindi, l’azione antioperaia e antipolare dei governi targati Pd ha tirato la volata all’attuale affermazione fascio-populista.
Figuriamoci,
poi, se questo stato elle cose poteva essere invertito
dall’operazione elettorale di ‘Potere al popolo’. La piccola
borghesia anche quando si definisce rivoluzionaria e lo è realmente
vive di tentativi velleitari, di cambiare dall’alto delle buone
intenzioni il corso concreto degli eventi politici e sociali che
richiedono l’ingresso effettivo del soggetto principe della lotta
di classe nell’agone politico, tale da realizzare una dinamica di
polarizzazione che giustifichi una rappresentanza che sfidi su ogni
terreno la borghesia, compreso quello elettorale, processo
obiettivamente impossibile senza un autentico partito della classe.
In
questo quadro è evidente che è centrale oggi attrezzarsi alla nuova
fase e a quella che ora vogliono definire “terza Repubblica”.
Per
questo attrezzamento due elementi sono importanti: combattere nelle
file proletarie il fascio populismo, organizzando lotte e immergendosi nel fuoco
delle lotte contro i 'nuovi governi' che si approssimano; organizzare
le file delle avanguardie e dei settori di massa più combattivi per il Partito, il Fronte unito, la forza di resistenza e di
combattimento; fil ripulite dai filo grillini a sinistra e nei movimenti,
dagli economicisti che non vedono oltre la lotta sindacale dura, e ora
dal velleitario avventurismo elettorale di Potere al popolo.
Questo
è chiaro e possibile. Perchè alla fine i fatti sono più duri delle
parole e perché è la forza militante, del movimento di
opposizione reale - di cui una buon dimostrazione è stata espressa
nell’antifascismo (su cui torniamo dopo) – è consistente e
diffusa su tutto il territorio nazionale e tuttora superiore sia al militantismo squadrista assassino dei fascisti che al corpo
attivista delle forze dell’arcipelago governativo e
parlamentare. E' quindi forza politica e sociale reale che può
tuttora giocare un ruolo decisivo nella situazione.
proletari comunisti/PCm Italia
marzo 2018
proletari comunisti/PCm Italia
marzo 2018
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