venerdì 9 marzo 2018

pc 9 marzo - 1° editoriale Speciale Proletari Comunisti Elezioni

Proletari Comunisti ha invitato la classe operaia, le masse popolari a boicottare il voto e ha appoggiato la dichiarazione comune di due strutture dello Slai cobas per l’astensionismo attivo.
Entrambe queste posizioni si sono mosse all’interno della proposta strategica per  la classe operaia e le masse popolari di lottare e di costruire l’unica soluzione alternativa alla classe dominante, ai suoi partiti, alle sue elezioni: la rivoluzione per il potere operaio e proletario.
Possiamo dire forte e chiaro due cose; 
1 - l' esito elettorale e la convulsa situazione per la formazione del nuovo governo della borghesia non fanno che confermare questa indicazione; così come il voto, o meglio il non voto ha confermato la nostra indicazione. L’astensionismo, sempre più operaio e popolare, sempre più di sinistra, visto il pieno di voto di tutte le destre, esplicite o mascherate, è cresciuto ulteriormente di oltre il 2% rispetto alle precedenti elezioni politiche e in tante città del sud ha raggiunto percentuali altissime, oltre il 40% a Napoli, oltre il 30% a Taranto, ecc.
2 - noi non possiamo considerare positivo l’esito del voto per una fondamentale ragione hanno vinto  le elezioni il M5S e la Lega di Salvini, due componenti che abbiamo combattuto e combattiamo da sempre perché espressioni del fascio razzismo e del populismo che rappresentano gli interessi della
borghesia imperialista e delle sue frazioni più reazionarie. E questo indipendentemente dalla base sociale concreta che ne costituisce l’elettorato e la composizione dei candidati eletti,
Il M5S a livello europeo ha sin dal primo momento scelto di essere interlocutore innanzitutto dell’estrema destra e di collocarsi in quell’area – vedi accordo abortito con la Ukip dell’inglese Farage; così come non sono mancati i civettamenti aperti con tutte le espressioni reazionarie, da Le Pen a seguire; e  nel quadro internazionale ha salutato positivamente la vittoria di Trump, come dice Bannon, uno degli artefici di quella vittoria, e ha sempre considerato positivamente Putin. 
Tutti coloro che hanno seguito questo movimento in questi anni ne hanno visto le posizioni sugli immigrati, sull'antififascismo. ecc.
E’ inutile sprecare parole sulla caratteristica fascio razzista della Lega di Salvini.
Quindi il governo che si formerà avrà dentro una di queste forze o entramb esarà un governo più reazionario dei precedenti e entrambe si muovono dentro la logica di lavorare per costruire un regime moderno fascista, neo corporativo e populista.
Che queste forze siano state premiate e incoraggiate dal voto per noi che combattiamo i governi dei padroni e del moderno fascismo, non possiamo certo considerarlo positivo.
Ma l'altra ragione - quella che valutiamo più negativamente,è che queste forze, il M5S innanzitutto in tutto il centro Sud e la Lega di Salvini, in tutto il nord e diverse fette del centro nord, hanno raccolto una parte significativa del voto operaio, delle masse popolari e dei suoi settori più poveri, strappandole all’astensionismo e orientandole come base di massa e di consenso delle proprie prospettive reazionarie.
L’astensionismo di classe e proletario da noi sostenuto lavora e si batte per orientare questo settore di masse e perchè sia base d’appoggio e “brodo di coltura” della rivolta operaia e popolare, dell’organizzazione operaia e popolare. Sotto questo punto di vista l’astensionismo operaio e popolare pur cresciuto, ha 'perso' questa battaglia con Salvini e il M5S, perché ora, neanche numericamente l’astensionismo è il primo partito. 
Chiunque abbia fatto realmente questa campagna elettorale, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, così come l’ha fatta in maniera visibile, chiara e documentata Proletari Comunisti, sa bene quanto sia stato difficile convincere operai e masse proletarie a potenziare il proprio astensionismo e boicottaggio del voto, rispetto ad una tendenza spontanea e attiva ad esprimere il proprio voto di protesta e ad affidare le proprie speranze e istanze a queste due forze reazionarie.
Chi si accontenta di dire che comunque è un voto di protesta contro gli attuali governi, il governo Renzi in particolare, contro l’Europa ecc. esprime una profonda superficialità di conoscenza e analisi che non ne può fare altro che un utile idiota e corifeo consapevole o inconsapevole del fascio populismo e della sua base di massa. Non si tiene conto che operai e masse popolari che hanno votato per queste forze le hanno investite come “forze nuove”, a prescindere, sono partiti da considerazioni che i 'governi di sinistra' e 'la sinistra' in generale ha tradito e colpito i loro interessi ed è responsabile delleloro condizioni di vita attuale. E scavando ancora più nel profondo, chi le ha votate condivide di queste forze l’assunto “prima gli italiani”, si riconosce in queste forze come forze che difendono padroni e lavoratori insieme, come forze portatrici di 'onestà ed efficienza' – che in tanti casi non corrisponde al vero, ma che  fa di questo la caratteristica del potere, e che converge con l’idea e la pratica del potere che la borghesia realizza o che la borghesia vorrebbe fossero le caratteristiche del proprio ‘comitato d’affari’.
Non si tratta, quindi, solo di un voto di protesta ma di adesione a contenuti e valori che sono reazionari e che influenzano in maniera significativa la coscienza e la lotta tra le classi.
Certo, questo avviene nell'estendersi dell’impoverimento della piccola borghesia e nella permanenza della precarietà, della disoccupazione, degli effetti della crisi industriale e delle politiche della borghesia realizzate in questi anni di taglio della sanità, delle spese sociali.,, ecc

A questa situazione c’è una sola soluzione, elevare il livello di coscienza, partecipazione e attivismo operaio e popolare, sviluppare l'autorganizzazione  di classe e di massa e la fiducia nella lotta per combattere per gli interessi operai e proletari contro gli interessi della borghesia, della media borghesia, di parte della piccola borghesia.
Affermare questo è più difficile nel contesto dell’attuale risultato elettorale, dell’influenza di esso sulla coscienza delle masse e sulla volontà di operai e masse  di organizzarsi e lottare per i propri interessi di classe.
Chiaramente, ora le forze premiate dal voto dovranno comunque governare e comunque lo dovranno fare in un quadro di alleanze con forze che pretendono di aver sconfitto, e comunque dentro un quadro europeo e mondiale che chiede loro di fare quello che è necessario per difendere gli interessi generali del paese, della nazione, dell’economia nazionale, del 'popolo', che altro non sono che gli interessi della classe dominante.
Quindi è chiaro che li vedremo all’opera per fare parte di quello che dicono di voler fare, cioè quello che è nell’interesse della borghesia, dei padroni e del buon andamento della loro economia,del loro Stato, mentre dovranno trovare pretesti e scuse per non fare o annacquare quello che ha rappresentato lo specchietto delle allodole per carpire il consenso delle masse (dal cosiddetto “reddito di cittadinanza”, alla abolizione della riforma Fornero, Buona Scuola, modifica del Jobs Act ecc.). Li vedremo impegnati ad accordarsi e litigarsi su quello che li unisce nel profondo, la guerra agli immigrati, il “ricacciarli a casa loro” a suon di interventi militari. Anche se su questo molti dei padroni e padroncini che li hanno votati non tanto sono d’accordo, perché gli togli una delle fonti del supersfruttamento, della manodopera schiavizzata e di riserva.
Questo è evidente che “aprirà gli occhi” ad una parte rilevante del proprio elettorato operaio e popolare e sarà terreno di conflitto sociale e della lotta sociale e di classe. E qui lor signori non dovranno che fare ricorso a ciò che amano, le forze dell’ordine e i militari, verso cui si sono dati a sperticati sostegni ed elogi in ogni momento in cui ne hanno avuto possibilità, come e più dello spodestato Minniti.
Nessuno, pensiamo, possa avere dubbi di che natura saranno i ministri targati governo con Salvini, mentre poco è conosciuto, in particolare dalle masse che li hanno votati, la composizione del governo proposta da Di Maio (vedi altro articolo apparso sul blog di proletari comunisti).

Le forze che hanno vinto le elezioni restano “tigri di carta”. Questo è dimostrato da due elementi.
Non è vero che i grillini hanno vinto e stravinto ovunque. Hanno perso a Torino e a Roma, le città simbolo del loro governo. Eppure avevano costruito intorno a queste vittorie locali buona parte della loro immagine, di nuovo, bello, efficiente; ma a Torino e a Roma in pochi mesi tanti del “popolo” hanno visto che così non è.
Ben presto se ne accorgeranno anche a Pomigliano dove “gigino” è stato acclamato e portato in trionfo dopo il risultato elettorale, dove si è passati da “gigino a purpetta”, a “gigino” De Magistris, a “gigino” Di Maio; ma forse a Pomigliano nessuno ha detto, in particolare a quegli operai e proletari di Pomigliano, che uno dei primi elogi a Di Maio viene da Marchionne, che con ignobile faccia tosta oggi dice: Renzi? Renzi, chi? Cioè, il primo deluso di Renzi è Marchionne.

Chiaramente, nessuno più di noi sa quanta parte del successo M5S-leghista dipenda dai governi degli ultimi anni e dal governo Renzi, in particolare. Renzi è riuscito in ciò che a Berlusconi non era riuscito: portare avanti le politiche reazionarie, inglobando sindacati e aree della sinistra parlamentare nelle sue politiche antioperaie e antipopolari più estreme, jobs act ecc e che quindi l’intero movimento operaio e popolare paga il costo di aver dato un solo segno di vita - il NO al referendum di riforma della Costituzione-   impotente come ogni cosa affidata al voto in questo sistema. E invece aver abbassato i livelli  e reso inefficace il conflitto sociale
Rispetto a questo, chiaramente, il sindacalismo di base e di classe, l’area dei movimenti, l’estrema sinistra coerente, i comunisti e i rivoluzionari hanno lottato e combattuto, ma senza  risultato visibile per i proletari e le msse popolari. Nessuna delle contrriforme e provvedimenti, purtroppo, nelle condizioni dei rapporti di forza è stata bloccata, impedita, nè si è invertito il corso. Era ed è un lavoro in corso d’opera ma tuttora minoritario e debole.
Quindi, l’azione antioperaia e antipolare  dei governi targati Pd ha tirato la volata all’attuale affermazione fascio-populista.

Figuriamoci, poi, se questo stato elle cose poteva essere invertito dall’operazione elettorale di ‘Potere al popolo’. La piccola borghesia anche quando si definisce rivoluzionaria e lo è realmente vive di tentativi velleitari, di cambiare dall’alto delle buone intenzioni il corso concreto degli eventi politici e sociali che richiedono l’ingresso effettivo del soggetto principe della lotta di classe nell’agone politico, tale da realizzare una dinamica di polarizzazione che giustifichi una rappresentanza che sfidi su ogni terreno la borghesia, compreso quello elettorale, processo obiettivamente impossibile senza un autentico partito della classe.

In questo quadro è evidente che è centrale oggi attrezzarsi alla nuova fase e a quella che ora vogliono definire “terza Repubblica”.
Per questo attrezzamento due elementi sono importanti: combattere nelle file proletarie il fascio populismo, organizzando lotte e immergendosi nel fuoco delle lotte contro i 'nuovi governi' che si approssimano; organizzare le file delle avanguardie e dei settori di massa più combattivi per il Partito, il Fronte unito, la forza di resistenza e di combattimento; fil ripulite dai filo grillini a sinistra e nei movimenti, dagli economicisti che non vedono oltre la lotta sindacale dura, e ora dal velleitario avventurismo elettorale di Potere al popolo.
Questo è chiaro e possibile. Perchè alla fine i fatti sono più duri delle parole e perché è la forza militante, del movimento di opposizione reale - di cui una buon dimostrazione è stata espressa nell’antifascismo (su cui torniamo dopo) – è consistente e diffusa su tutto il territorio nazionale e tuttora superiore sia al militantismo squadrista assassino dei fascisti che al corpo attivista delle forze dell’arcipelago governativo e parlamentare. E' quindi forza politica e sociale reale che può tuttora giocare un ruolo decisivo nella situazione.

proletari comunisti/PCm Italia
marzo 2018

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