domenica 4 marzo 2018

pc 4 marzo - La questione importante è il boicottaggio operaio alle elezioni che comprende la battaglia politica contro 'la tendenza al voto ai 5 stelle'

All’Ilva, dall'inchiesta fatta da noi nei giorni scorsi, dalle discussioni con vari operai, è emerso che una buona parte degli operai non andrà a votare, per distacco/sfiducia/protesta verso l'insieme dei partiti di governo e parlamentari e delle liste presenti in queste elezioni.
Questo è giusto. Questo distacco/protesta è la base di partenza per fare un salto nella presa di coscienza che, insieme al non voto, occorre organizzazione di classe autonoma degli operai (nei due strumenti principali: sindacato di classe e partito proletario, un partito comunista rivoluzionario di tipo nuovo) e lotta di classe conseguente contro padroni e governo.
Questo astensionismo operaio si esprime attualmente come scelta individuale e non collettiva. Per questo, a questi operai più coscienti diciamo che il passo
successivo è l'unità degli operai avanzati e convincere la parte più arretrata dei lavoratori a sottrarsi all'influenza dei partiti istituzionali che fa danni non tanto sul piano elettorale quanto sul piano sociale, in quanto indebolisce la battaglia della classe operaia.
E' vero, come hanno detto alcuni operai che le elezioni sono state una conquista delle masse popolari nel passato, per cui vi sono stati anche morti e feriti. Ma questa conquista è stata affossata, infangata, cancellata, fino a far diventare le elezioni una tragica farsa della democrazia - in cui, come queste in corso, nulla tu puoi scegliere e tutto e tutti sono stati già decisi. E non possono essere certo proprio gli operai a dar man forte nel continuare questo affossamento/inganno. Questo sì che sarebbe un tradimento dei nostri fratelli e sorelle che hanno lottato per avere questo diritto.

Diversi operai all'Ilva hanno invece deciso di votare e nella confusione spesso pensano di votare per il M5S, dato che è un partito che a loro risulta di opposizione agli ultimi governi considerati giustamente negativi, o come male minore o come da verificare visto che finora non è stato al
governo.
Noi comprendiamo ma non condividiamo questa valutazione, perchè inanzitutto il M5S è al governo in varie città senza nessun risultato positivo per i lavoratori; secondo, perchè nonostante non siano stati al governo sono pieni di candidati e di parlamentari a cui è bastato poco per corrompersi anch'essi; terzo, perchè i 5Stelle si propongono come alternanza in questo sistema senza alcuna volontà di cambiare questo sistema e il suo potere in direzione dei lavoratori, anzi sono espressione diretta di media e piccola borghesia privilegiata; quarto perchè il sistema di funzionamento non ha nulla di democratico ed è nelle mani della “Grillo-Casaleggio”, in forme oscure ed equivoche.
I "ministri" che hanno indicato per il futuro governo hanno un passato, e spesso un presente, o simil PD o sono attivi in organismi nazionali e internazionali che decidono politiche contro i lavoratori e i popoli, o peggio sono esponenti del mondo militare. (su questo leggi http://proletaricomunisti.blogspot.it/2018/03/pc-3-marzo-il-governo-5stelle-simil-pd_3.html)
Sulla questione Ilva. Gli esponenti conosciuti di questo gruppo hanno strillato sui giornali, in tante forme che vogliono la chiusura dell’Ilva (Di Maio ha solo dovuto attenuare quando è venuto a Taranto, appunto per prendere i voti degli operai Ilva - ma la vera posizione è quella espressa prima e dai suoi esponenti locali); essi hanno seminato la sciagurata illusione che poi ci penserà lo Stato a mantenere i lavoratori o a sviluppare diversamente la città. Ma questa prospettiva non esiste ed è un rimedio peggiore del male (pensate sempre a Bagnoli).
Infine, ragionare ancora una volta col “male minore” è il male peggiore che i lavoratori possono fare. E’ con questo ragionamento che elezioni dopo elezioni siamo arrivati allo stato attuale.

Alcuni operai, poi, hanno detto che non votare fa il gioco dei partiti dei padroni - come se il M5S non fosse anch'esso partito dei padroni... Ma, soprattutto, questa posizione, di fatto accetta che gli operai, che sono quelli che producono tutta la ricchezza economica di questo paese, pesino al massimo con una "crocetta", cioè nulla. Mentre non si tiene in dovuto conto il fatto che i padroni attraverso i loro giornali dicono che "l’incubo, il loro nemico principale" è l’astensionismo. Quindi è questo - e soprattutto l'organizzazione e la lotta operaia - che fa realmente paura ai partiti dei padroni, perchè questa nelle elezioni è una protesta reale, questo non fa il "gioco dei partiti dei padroni".

I padroni, i principali esponenti politici della borghesia, i sindacati confederali, mentre si riempivano Tv e giornali, internet di elezioni, hanno già fatto i loro piani: una nuova organizzazione del lavoro al servizio di più sfruttamento e meno salari, meno diritti, una sorta di nuovo e più pesante jobs act; tanti e più fondi, uomini, per far fare un salto alle missioni militari (con la scusa dell'immigrazione); l'accordo OO.SS./Confindustria, il cosiddetto "patto di fabbrica", per dividere i lavoratori, reintrodurre una versione aggiornata e peggiore delle gabbie salariali, impedire che i lavoratori si organizzino fuori dai sindacati confederali.
Qualsiasi governo uscirà fuori dalle elezioni deve realizzare questi piani.
E contro questi che devono pesare gli operai. Ma con la lotta, non con il voto.

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