sabato 23 dicembre 2017

pc 23 dicembre - A quando la incriminazione della Boschi? Un commento

LA MAGISTRATURA DOVREBBE INDAGARE LA SOTTOSEGRETARIA BOSCHI PER "INSIDER TRADING"
L’edizione telematica della Stampa di giovedì ventuno dicembre riporta, a firma Francesco Bei, una lunga intervista alla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri pro tempore, la ex ministra Maria Elena Boschi; l’oggetto della conversazione, come ormai avviene da qualche mese a questa parte, sono le presunte pressioni che la stessa politicante toscana avrebbe fatto in modo che Unicredit acquisisse Banca Etruria.
Lei respinge le accuse, e chi scrive non ha un quadro sufficientemente chiaro della vicenda per asserire se la bionda ex titolare del dicastero della Riforme dica il vero o meno, ma leggendo le risposte qualche dubbio sovviene; la Boschi dichiara: «Non ho fatto pressioni, non ci sono stati
favoritismi… rivendico invece il fatto di aver chiesto informazioni. Sarebbe stato assurdo il contrario. Parlare con gli amministratori delegati e ascoltare gli amministratori delegati è una delle attività di chi sta al governo».
Forse la “signorina” non lo sa, ma il sistema giuridico italiano prevede una fattispecie di reato – normata dal d.lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, pubblicato sul supplemento ordinario n.52/L della Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 71 del 26 marzo 1998 – denominata “abuso di informazioni privilegite”: «si punisce con la reclusione fino a due anni e con la multa da venti (Euro 10.329, n.d.r.) a seicento milioni (Euro 309.874, n.d.r.) chiunque, essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione della partecipazione al capitale di una società, ovvero dell’esercizio di una funzione, anche pubblica, di una professione o di un ufficio: a) acquista, vende o compie altre operazioni, anche per interposta persona, su strumenti finanziari avvalendosi delle informazione medesime; b) senza giustificato motivo, dà comunicazioni delle informazioni, ovvero consiglia ad altri, sulla base di esse, il compimento di taluna delle operazioni indicate nella lettera a)».
Alla luce di questo, forse la cosa più utile che potrebbe fare la Magistratura sarebbe quella di indagare in questa direzione: se mai ci fosse stata qualche condotta, da parte della sottosegretaria pro tempore, difforme dal comportamento corretto, uscirebbe sicuramente allo scoperto, in caso di puntigliose indagini; questo produrrebbe certamente un abbassamento dei toni della campagna elettorale, nonché un suo incanalamento verso un dibattito che concerna cose più importanti per la vita degli italiani, quali il lavoro, la salute, la casa, i trasporti, e quant’altro.
Bosio (Al), 23 dicembre 2017

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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