Questa volta tocca alla indecente operazione di
reimpatrio delle salme di Vittorio Emanuele di Savoia – salito al trono come
Vittorio Emanuele III di Savoia, a seguito dell’uccisione del padre, Umberto di
Savoia (Umberto I) – e della di lui consorte, la regina Jelena Petrović-Njegoš
del Montenegro in di Savoia.
Spese centinaia di migliaia di Euro per andare a recuperare i corpi di due
personaggi storici tra i peggiori della storia italica: il re fellone – colui
che diede, con tutte le proprie forze, appoggio al fascismo e, dopo la sua
caduta, fuggì vigliaccamente a Brindisi – e la sua sposa.
Quest’atto,va addossato al governo e al presidente della
Repubblica, che in quanto capo della Stato non poteva non essere a conoscenza di
questo sconcio – e ai limiti dell“alto tradimento”, ed è uno dei due reati per i quali
si può mettere in stato di accusa il primo cittadino della nazione.
Non si conosce la motivazione per la quale si è
provveduto ad offendere così profondamente la memoria di centinaia di migliaia
di italiani traditi, torturati, ed uccisi, durante il ventennio fascista, dalle
squadracce in camicia nera divenute "tutori dell’ordine costituito" proprio per
colpa di Sciaboletta.
Che una decisione come quella presa sarebbe stata
una pagina vergognosa per il Governo italiano lo sapeva benissimo chi ha
orchestrato questa autentica schifezza: ora che siamo in tempi di elezioni
politiche ...
Il popolo italiano ha il diritto di sapere chi ha
dato ordine di sperperare denaro pubblico per andare in Francia ed Egitto, con
due aerei di Stato – per prelevare quei due personaggi indegni e riportarli in
Italia per essere sepolti a Vicoforte di Mondovì.
Stefano Ghio
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