Bionda,
giovane e avvenente: “così giovane e così piena d'odio, la polizia
cerca questa riot-barbie... e altri 103 casinisti del G20”. È il titolo
del tabloid scandalistico tedesco Bild di qualche giorno fa, martedì 19
dicembre. La polizia rilascia le foto e i video dei sospetti. Sono
ricercati. La stampa rincara la dose di pornografia.
Di un quadro complessivo della vicenda abbiamo raccontato pochi giorni fa:
la polizia tedesca per rilegittimarsi dopo il tracollo del G20 cerca di
rifarsi una reputazione agli occhi dell'opinione
pubblica e scatena una caccia all'uomo e pubblica ore di filmati e centinaia di foto per identificare i sospettati autori delle “violenze del G20”. La maxi operazione di delazione via web diventa però presto un boomerang: su internet finiscono anche le foto degli agenti responsabili di un duro sgombero a Berlino di circa un anno fa. Le autorità tedesche gridano al terrorismo, i poliziotti vengono messi in congedo e si pensa di metterli sotto protezione. Ancora una volta la Polizei finisce schernita per la sua vulnerabilità.
pubblica e scatena una caccia all'uomo e pubblica ore di filmati e centinaia di foto per identificare i sospettati autori delle “violenze del G20”. La maxi operazione di delazione via web diventa però presto un boomerang: su internet finiscono anche le foto degli agenti responsabili di un duro sgombero a Berlino di circa un anno fa. Le autorità tedesche gridano al terrorismo, i poliziotti vengono messi in congedo e si pensa di metterli sotto protezione. Ancora una volta la Polizei finisce schernita per la sua vulnerabilità.
Le immagini
posso essere catturate da tutti... e di quelle diffuse tutti possono
farne l'uso che meglio credono. È una società integralmente mediatizzata
la nostra e ogni contenuto multimediale è tale perché o già mercificato
o rimercificabile. Per una campagna di rilegittimazione politica delle
autorità di polizia i visi, le istantanee di vita di centinaia di
persone “sospettate” dagli investigatori vengono diffuse via web. I
media ne fanno quello che vogliono. Una giovane ragazza, manifestante,
compagna diventa una riot-Barbie, pronta a stuzzicare qualche grasso
tedesco annoiato davanti alle edicole tanto da convincerlo a comprare
una copia di Bild. Fa parte del gioco. Se qualcuno inizia a giocarci. Se
la polizia inizia a giocarci...
Quello
che appare un dettaglio di una vicenda che sprofonda nel ridicolo le
seriose istituzioni di controllo della tronfia Germania, la prima pagina
di un tabloid scandalistico, restituisce la natura di uno sguardo del
potere, maschile e impotente. In fondo l'attenzione del guardone lettore
di Bild non differisce in molto da quella del poliziotto: entrambi
cercano di accedere a un “oggetto” irraggiungibile. Il guardone vuole
svelata l'impudicizia, per goderne, da un'immagine catturata, lo sbirro
vuole svelata l'identità. Questi due maiali.
La
caccia all'oggetto dei desideri è scatenata e con essa le fantasie
associate. Fioccano on-line i commenti a sfondo sessuale. Insomma, se
mai se ne cercasse conferma, il problema dei titolacci di Libero non sta
solo nell'arretratezza della pubblicistica italiana. Anche in Germania
esiste un civile contraltare. Tutto il mondo è paese e tutta quella
merda è fascista.
C'è chi prova a scoprire qualcosa delle donne che non può possedere e chi prova a incastrarle, ma tutto resta per ora una fantasia, la caccia a un oggetto proibito, a quello che non hanno e non potranno avere né sbirri né il loro universo maschile sfigato di riferimento: la gioventù e l'esser così pieni e piene di quell'odio mosso d'amore...
C'è chi prova a scoprire qualcosa delle donne che non può possedere e chi prova a incastrarle, ma tutto resta per ora una fantasia, la caccia a un oggetto proibito, a quello che non hanno e non potranno avere né sbirri né il loro universo maschile sfigato di riferimento: la gioventù e l'esser così pieni e piene di quell'odio mosso d'amore...
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