Il governo Gentiloni-Renzi per
evitare che altri approfittassero in senso elettorale dello scandalo banche
corrotte e salvate (Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Mps, Banca Etruria,
Carife, CariChieti, Banca Marche) con gli oltre 30 miliardi di soldi pubblici,
ha dovuto dire sì ad una commissione d’inchiesta parlamentare per scoprire se
davvero ci sono stati illeciti!
(Questo è stato il "grido di dolore" che i padroni riuniti in Confindustria fecero al governo)
Ma vicino alla campagna
elettorale comunque i risultati di questa inchiesta possono danneggiare il Pd e
il suo alleato Alternativa Popolare del duetto Alfano-Casini. Nell’ottica dello
scambio di favori che è andato avanti tutta l’estate, alla fine della quale
Alfano si è alleato alle elezioni in Sicilia con il Pd di Renzi in cambio dell’abbassamento
della soglia di sbarramento al 3% a livello nazionale previsto nella nuova
legge elettorale, Casini è stato nominato presidente della commissione d’inchiesta!
Il Pd di Renzi in particolare ha bisogno di prendere tempo! E infatti, come si
evince dall’intervista fatta da Repubblica di oggi a Casini veniamo a sapere diverse
cose su tutta questa manfrina la cui sintesi viene espressa così, emerge: “Una rete di complicità fatta di offerte di
impiego e consulenze. Dirigenti controllori di Bankitalia passati in corsa ai
vertici delle banche controllate. Quel che sta già emergendo non è un bello
spettacolo.” Queste sono le parole di Casini, che però deve fare il duro: “Detto
questo, la commissione d’inchiesta che presiedo non guarderà in faccia nessuno,
deve essere chiaro, non rispetterà santuari. Ma i processi e le attribuzioni
delle responsabilità penali in uno stato di diritto, si fanno nei tribunali e
non nelle aule parlamentari”.
E certo, anche quando “emergessero”
responsabilità comunque ci sarebbe tutto il tempo delle aule dei tribunali!
Casini era “giustamente” contrario
alla commissione d’inchiesta, infatti il giornalista chiede: “Lei aveva detto che non riteneva opportuna
la commissione che ora presiede. Ha cambiato idea?”
“No, non ho cambiato idea. – [Beh,
comprendere questa coerenza è davvero difficile! Ndr] Ho sempre denunciato la
patologia che porta il legislatore a moltiplicare le commissioni d’inchiesta:
solo in questa legislatura ne sono stare proposte duecento. Io non ha fatto
nulla per presiederla, [lo avranno costretto con la forza? ndr] ma poiché ritengo
che chi ha una lunga esperienza come la mia debba essere al servizio delle
istituzioni diciamo che da quando la presiedo opero per fugare i dubbi che io
stesso avevo”.
La verità è che Casini, vista la lunga "esperienza", era il
presidente giusto affinché la commissione si prenda tutto il tempo necessario! Quando
si sapranno dunque i risultati? Il giornalista pone la domanda così:
“Pensate di farcela nel poco tempo che vi è dato?” e la risposta
come si suol dire è sibillina:
“Per fare un lavoro completo –
dice Casini - avremmo avuto bisogno dell’anno previsto dalla legge istituiva. Ma
arriveremo comunque alle conclusioni. Di prassi, si può lavorare al documento
conclusivo anche nelle settimane che seguono lo scioglimento delle Camere”. Nella
sostanza Casini si prenderà, a meno di qualche colossale opposizione degli
altri membri della commissione, tutto il tempo necessario perché non tocchi la
campagna elettorale della prossima primavera!
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