Martedì pomeriggio presso il cs
Ex Karcere di Palermo si è svolta un’assemblea in solidarietà a Maya, la giovane
compagna di Torino fermata dai poliziotti perché riconosciuta come attivista nelle
lotte per la casa e No Tav e per questo portata in caserma dove è stata
maltrattata fino ad essere picchiata e illegalmente denunciata.
Riportiamo stralci del dibattito
Abbiamo partecipato in
delegazione all’assemblea che è stata definita dalla compagna che l’ha
introdotta “urgente”, visti i fatti accaduti, innanzitutto per mettere in campo
subito la solidarietà, che comunque a livello nazionale si sta attivando da più
parti, verso la compagna il cui caso si aggiunge
purtroppo a precedenti, quali anche quello di Marta, la compagna No Tav molestata
dopo una manifestazione dalla polizia, e al danno si è aggiunta anche la beffa
perché il caso poi è stato archiviato. Ma sono stati ricordate anche le vicende
di Nicoletta Dosio, ancora NoTav, e la risposta ribelle e giusta della compagna
alla repressione poliziesca e giudiziaria, così le compagne e mamme No Muos
denunciate a seguito dell’8 marzo dell’anno scorso… Questo sistema deve tenere
a bada le donne che lottano contro di esso, le città devono essere pacificate e
la polizia se da un lato deve reprimere le donne “non meritevoli” per questo
Stato, dall’altro deve invece “difendere” “le meritevoli”… Sciacalli anche alcuni
giornalisti asserviti che hanno giustificato la violenza dei poliziotti contro
Maya… le immagini di Maya con l’occhio gonfio non sono immagini di una donna
vittima ma di una donna che lotta…
Si sono dunque succeduti alcuni interventi, in particolare una giovane compagna ha voluto evidenziare il concetto di sicurezza: quale “sicurezza” oggi in questa fase in cui sembra la parola chiave? Qual'è la sicurezza che ci vogliono imporre, quella alla Minniti? Non si può pensare che questo Stato possa essere garante della nostra sicurezza, uno Stato che pone le donne in condizione di subalternità, le donne in prima persona devono essere garanti della propria sicurezza…
L’intervento di un’altra compagna
del cs ha posto l’accento su violenza sulle donne = violenza di Stato, la
questione del potere come abuso degli apparati militari e in particolare verso
le donne che si ribellano al sistema capitalistico prendendo coscienza
politica… La violenza di questo Stato
sfrutta e uccide le donne…
Il nostro intervento ha
sottolineato la natura di questo Stato che deve essere definito con l’aggettivo
che gli appartiene, borghese, che odia la maggioranza delle donne e che
legittima dall’alto la violenza, che è endemica in questo sistema
capitalistico, nella diverse forme, attraverso i suoi bracci armati ma anche giudiziari (vedi i processi come il
recente caso della donna vittima di violenza a Torino non riconosciuta dalla
giudice perché sul posto di lavoro non ha gridato contro chi la molestava…),
attraverso le campagne ideologiche che legittimano a livello di massa la
violenza sulle donne, legittimano gli uomini a odiare le donne fino ad
ucciderle... Il grave caso di Maya è l’ennesima pesante goccia di un vaso che
sta traboccando, dalla
strumentalizzazione della violenza sulle donne per emettere i vari pacchetti
sicurezza (dove ci hanno infilato anche la questione Tav) si è arrivati
all’odioso decreto Minniti, un vero e proprio salto di qualità in termini
repressivi, fascisti, razzisti… Due azioni parallele, da un lato la doppia repressione
poliziesca contro le donne che non ci
stanno, che si ribellano e lottano perché non vogliono restare incarcerate dentro gli schemi di questo sistema, che è quello per esempio della ministra Lorenzin per cui le donne servono solo a fare figli per il loro sistema, (esempi delle compagne represse per avere denunciato l’avvocato difensore degli stupratori di Rosa a L’aquila, la compagna di Taranto processata per avere difeso la piccola Carmela doppiamente uccisa dallo Stato e dagli uomini, le precarie Coop Sociali di Palermo denunciate che in Questura vengono intimidite e minacciate in modo differente dai precari maschi…), dall’altro l’azione della polizia che invece lancia le campagne di “protezione” per le donne, vedi l’8 marzo di quest’anno, per indurci a delegare la nostra vita e controllarci socialmente, e poi la loro protezione è quella del bastardo militare di “strade sicure” che ha brutalmente violentato la ragazza a L’Aquila… Occorre autorganizzarsi come donne sempre meglio per rispondere agli attacchi senza delegare e respingendo al mittente anche la paura in cui ci vogliono fare stare… al G7 lo abbiamo dimostrato… E’ stata data infine informativa sulla giornata del 20 Giugno a sostegno delle operaie di Pomigliano represse dai padroni in fabbrica per avere scioperato l’8 marzo che saranno al tribunale.
stanno, che si ribellano e lottano perché non vogliono restare incarcerate dentro gli schemi di questo sistema, che è quello per esempio della ministra Lorenzin per cui le donne servono solo a fare figli per il loro sistema, (esempi delle compagne represse per avere denunciato l’avvocato difensore degli stupratori di Rosa a L’aquila, la compagna di Taranto processata per avere difeso la piccola Carmela doppiamente uccisa dallo Stato e dagli uomini, le precarie Coop Sociali di Palermo denunciate che in Questura vengono intimidite e minacciate in modo differente dai precari maschi…), dall’altro l’azione della polizia che invece lancia le campagne di “protezione” per le donne, vedi l’8 marzo di quest’anno, per indurci a delegare la nostra vita e controllarci socialmente, e poi la loro protezione è quella del bastardo militare di “strade sicure” che ha brutalmente violentato la ragazza a L’Aquila… Occorre autorganizzarsi come donne sempre meglio per rispondere agli attacchi senza delegare e respingendo al mittente anche la paura in cui ci vogliono fare stare… al G7 lo abbiamo dimostrato… E’ stata data infine informativa sulla giornata del 20 Giugno a sostegno delle operaie di Pomigliano represse dai padroni in fabbrica per avere scioperato l’8 marzo che saranno al tribunale.
L’intervento di un’altra compagna
del cs infine ha sottolineato la questione del processo di “normalizzazione” della violenza da parte di
chi oggi dovrebbe applicare la legalità, quasi sempre i poliziotti, autori
della violenza, rimangono impuniti… non esiste una lotta di genere senza una lotta
di classe vedi per esempio le lotte territoriali (sfruttamento dei territori/sfruttamento
dei corpi)… “… in questa assemblea ci sono presenti le donne che fanno questa
doppia lotta…” si deve prendere atto delle assenti…
Su questo ultimo punto abbiamo detto
che lottare contro la repressione nei suoi vari aspetti significa lottare
concretamente contro questo Stato, il governo, i suoi apparati, mettendoci la
faccia, sporcandosi le mani…, molte delle presenti all’assemblea per le lotte
che si fanno da compagne, militanti, lavoratrici… hanno subito e subiscono
repressione… Questo Stato borghese, nonostante
le contraddizioni in cui si avvolge, comunque non sta scherzando e per questo
neanche noi ci possiamo permettere di scherzare pensando che basti la
solidarietà a tavolino o solo su FB… esserci
o non esserci in questo tipo di lotte è di sicuro una scelta di classe…
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