venerdì 16 giugno 2017

pc 16 giugno - Rossi, presidente della Regione Toscana, dal Pd al MDP… ma sempre dalla parte dei padroni

corrispondenza
COME MAI, COME MAI, SEMPRE IN CULO AGLI OPERAI
L’edizione di mercoledì quattordici giugno del Manifesto propone all’attenzione dei lettori – a pagina tre – un’intervista che Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha concesso alla brava Daniela Preziosi.
Il tema principalmente affrontato è quello delle alleanze, ma è il passaggio sulla questione della controriforma reazionaria denominata Legge sui Lavori ad essere particolarmente fastidioso per chi scrive.
La domanda «cancellerebbe il Jobs Act?» è facilmente comprensibile; una tale perentorietà meriterebbe una risposta chiara e precisa: invece l’unica cosa di puntuale che arriva è una risposta in politichese stretto.
«Quella legge ha una parte che non è stata finanziata, quella delle politiche attive. Per il resto ha prodotto nuova precarizzazione: se almeno il contratto a tutele crescenti avesse sostituito le 44 forme di contratti di precariato com’era stato promesso.  Oggi finiti i soldi finito l’amore, le assunzioni sono ferme. E la cancellazione dell’art. 18 è scandalosa sul versante dei licenziamenti senza giusta causa: se un giudice mi dà ragione, perché non devo essere reintegrato?»
Sembrerebbe una risposta implicitamente positiva; qualche dubbio, però, viene leggendo il prosieguo del ragionamento: «La Cgil ha presentato la Carta dei diritti. Ripartiamo da lì. Saremo al corteo del 17 giugno contro la reintroduzione dei voucher. Serve un cambio profondo: in Italia siamo parte di un travaglio per il fallimento storico delle politiche blairiane e della Terza via, come giustamente dice Giuliano Amato».
Quindi, stando a quanto appena riportato fedelmente, per il Rossi non bisogna abolire la Legge sui Lavori, ma proseguire seguendo le indicazioni del Topo della politica italiana: cioè di colui al quale si deve l’inizio della demolizione dei diritti dei lavoratori, cominciato quando un Governo da lui presieduto attuò il primo grande blocco delle pensioni: insomma, dall’antidemocratico Renzi al reazionario Amato… sempre dalla parte della borghesia e dei poteri forti, contro la classe operaia.
Bosio (Al), 16 giugno 2017

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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