Bologna. G7M tra fogli di via e processi per direttissima
Parecchie
centinaia di persone hanno sfilato ieri per le strade di Bologna, una
città blindata da un dispiegamento di forze esorbitante, contro il
meeting del G7 che si sta tenendo in questi giorni in un quartiere
periferico della città metropolitana. Giunge al termine di una serie di
iniziative organizzate in questi giorni sul tema dell’ambiente, in cui
si sono messe al centro le diverse iniziative ed esperienze per uno
sviluppo sostenibile, non capitalizzato e controllato dai poteri forti
per il loro profitto.
Il
corteo ha potuto attraversare solo una parte della città,
sostanzialmente scortato dalle forze dell’ordine che avevano bloccato
con file di scudi e camionette, tutte le strade per il centro storico.
Nonostante non ci fosse la zona rossa, e nonostante nessun ministro
fosse nel centro della città, si è voluto infatti vietare l’accesso al
centro cittadino a chi voleva mostrare una via alternativa allo
sviluppo, demonizzando così gli “antagonisti” qualunque essi siano,
dagli ambientalisti ai centri sociali, ai partiti e alle associazioni.
Il
concetto, più volte passato in TV, è quello che chi manifesta è brutto,
sporco e cattivo, mentre chi è ordinato, silenzioso e non fa domande, è
il buono. Anche per questo, probabilmente, molta meno gente di quella
che sarebbe potuta scendere in piazza all’interno di una piattaforma
come quella di G7M alla fine non si è unita al corteo. E a dare man
forte nell’indurre timore, la questura si è data da fare in questi
giorni.
Una
piccola delegazione, violando il divieto di sfilare nel centro storico,
ha voluto portare la propria presenza in piazza maggiore, ed è stata
immediatamente picchiata e allontanata dalle forze dell’ordine.
Corrispondenze
Stamattina intorno alle nove venti
compagni sono stati fermati e portati in questura. Sono tuttora in stato di
fermo, di cui ancora non si conoscono le motivazioni. Questa operazione si
inserisce in un contesto ben preciso: infatti, in vista del summit
sull’Ambiente, da giorni assistiamo a una città
militarizzata. Solo nella
giornata di ieri sono circa cinquecento i controlli fatti dalla polizia,
triplicando i numeri rispetto alla media e con un ricorso scellerato a misure
preventive applicate in modo del tutto arbitrario. In soli due giorni sono stati
sei i fogli di via comminati a compagne e compagni, quattro dei quali hanno
potuto apprezzare solamente la stazione e la questura di questa meravigliosa
città. Da questi fatti, è facile intuire quale sia il clima che vorrebbero
imporci: un clima al contempo repressivo e pacificato, entro uno spazio urbano
sigillato dalle forze dell’ordine e bonificato da ogni forma – anche potenziale
– di ostilità. ‘Per cambiare clima serve un cambiamento politico’, ha detto il
sindaco Merola, ‘l’ambiente è parte integrante della politica economic’, ha
aggiunto il ministro Galletti, e infatti lo sforzo di identificare, intimorire e
cacciare chi non si piega alla messa a valore in sè stesso e del luogo in cui
vive e lotta è esplicitamente funzionale al tentativo di trasformare
l’ambiente-di-vita in base alle logiche del profitto. Determinati ad opporci a
questa devastazione ambientale lanciamo un presidio mangereccio e solidale per
pretendere il rilascio immediato delle nostre compagne e dei nostri compagni. Ci
vediamo tutti oggi in piazza Malpighi alle 19,30. P.s. avete fermato quasi
tutti, vi manca ancora Igor!
“Alla
fine della giornata
infame che ha visto trattenuti per più di dodici ore venti compagni in questura, alla fine della settimana
ancora più infame che, nel ‘clima’ del G7, è stata costellata di misure
preventive del tutto intollerabili, dispensate a pioggia sui corpi e sulle vite
di molte e molti di noi, alla fine di tutto ciò, due compagni sono stati trattenuti per essere processati in direttissima domani mattina”. E’
l’aggiornamento diffuso nella tarda serata di oggi tramite un comunicato, che
riceviamo e pubblichiamo, a firma “(quasi) tutti le altre”.
Si aggiunge nel comunicato: “Per questo,
complici e solidali, chiamiamo un presidio domani alle ore 9 davanti al
tribunale di via Farini con un solo obiettivo: tutte liberi tutti
libere!”.
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