...è stata una giornata
straordinaria. Un corteo numeroso, colorato, rumoroso e composito ha
attraversato le vie di Giardini, dimostrando che il clima di paura
creato dalle istituzioni locali era irresponsabile; un corteo
partecipato da tantissimi giardinesi, cittadine e cittadini, che
hanno sfilato con noi mescolandosi tra spezzoni, striscioni e
bandiere. Sicuramente ha pagato la scelta di essere qui, a Giardini
Naxos, a presidiare la zona rossa come chiara risposta di un
movimento che non intende indietreggiare, né farsi intimidire dalla
logica repressiva e securitaria delle smart city e del controllo
urbano delle recenti leggi Minniti/Orlando. Non è stato facile
resistere ad un apparato repressivo molto duro. Fisicamente quasi
ogni donna e uomo presente al corteo è stato fermato,
controllato e identificato; moltissimi sono stati i compagni e le
compagne che non hanno potuto raggiungere la piazza perché bloccati
prima, in una delle tante neonate frontiere inventate per
l'occasione, da Villa San Giovanni a Tremestieri, e allontanati con
fogli di via. A tutti loro va il nostro sincero ringraziamento ed il
nostro più fraterno abbraccio. Ci dispiace per il Ministro Minniti,
ma i controlli, i fogli di via e
la militarizzazione del territorio non sono bastati. Ieri le donne e gli uomini che hanno sfilato al corteo hanno dimostrato di non essere per nulla intimiditi, in più di tremila hanno riempito le strade di Giardini Naxos, determinati a sfidare il clima di repressione e paura costruito per depotenziare la partecipazione. C'erano tutti: i comitati territoriali che combattono ogni giorno la devastazione della
Sicilia, i collettivi studenteschi,
il Movimento No Muos, i sindacati di base, i centri sociali, le
centinaia di compagne e compagni venuti da tutta l'Italia. Per
ribadire che contestare il G7 ieri era in totale continuità con la
difesa del territorio, dei diritti dei lavoratori, con le esperienze
di autogestione degli spazi sociali, con l'esigenza di un sapere
critico e indipendente, con il rifiuto della militarizzazione dei
territori e la difesa del concetto di accoglienza nei confronti di
chi scappa dalla guerra e dalla miseria. Il concentramento finale del
corteo è rimasto a Piazza Municipio senza disperdersi, nonostante il
lancio di lacrimogeni delle forze dell’ordine, ad aspettare che le
due compagne ingiustamente fermate dalla polizia venissero
rilasciate. La stampa aveva convinto i cittadini che un’orda
barbarica avrebbe distrutto vetrine e aiuole; l'unica vetrina ad
essere attaccata è stata quella dei potenti della Terra, venuti in
Sicilia per pianificare asservimenti, saccheggi e devastazioni. Ma il
corteo è stata solo la tappa finale di una due giorni molto
partecipata e di un percorso durato mesi che con fatica ha costruito
un fronte di opposizione sociale eterogeneo, unito dalla radicale
critica a questo sistema e alle sue logiche folli di sfruttamento e
annientamento delle persone e delle libertà. Nei giorni scorsi,
appena arrivati, abbiamo dovuto dissipare un martellante clima di
sospetto, creato ad arte dalla campagna mediatica martellante dei
media ammaestrati che ci ha dipinto come un'orda di distruttori
venuti a radere al suolo una tranquilla cittadina, ed alimentato
dagli atteggiamenti irresponsabili del primo cittadino di Giardini
che ha voluto addirittura imporre la serrata ai negozi della città
durante il corteo. La verità, come hanno ben potuto constatare i
cittadini di Giardini, è stata ben diversa. L'assemblea cittadina e
il corteo sono stati luogo di incontro e condivisione, momenti per
spiegare la nostra idea di mondo, la Sicilia che abbiamo in mente e i
progetti che portiamo avanti nei territori e parola dopo parola,
intervento dopo intervento, tra un cartellone e un volantino,
l'immagine di noi è cambiata, da invasori siamo diventati liberatori
di quelle strade e di quelle piazze da cui volevano tenerci lontani
ad ogni costo, l'incontro ha sgretolato il clima di sospetto e paura,
lasciando spazio solamente alla politica. Ora le nostre ragioni
contro il summit sono state riconosciute da tutti. Prima di tutti
dagli abitanti di Giardini. Questa giornata, però, lascia un'ombra
preoccupante per il futuro della democrazia e della partecipazione in
questo paese. Il messaggio mandato dal Ministero degli Interni è
chiaro: tutte le lotte sociali nel prossimo futuro si troveranno di
fronte a un altissimo livello di controllo e repressione, in città
piene di divieti e check point inventati, reali e virtuali, per
intimorire, scoraggiare e stigmatizzare qualsiasi forma di dissenso.
In molti potrebbero chiedersi se nel nostro paese esiste ancora un
pensiero democratico in grado di difendere la libertà di dissenso o
se questo toccherà in futuro solo ai movimenti. La manifestazione forse non risponde a tutte le domande, ma dimostra
inequivocabilmente che il movimento popolare, unito e autorganizzato,
è capace di resistere alle minacce del potere e a liberare le
strade, le piazze e le città della nostra Terra.
la militarizzazione del territorio non sono bastati. Ieri le donne e gli uomini che hanno sfilato al corteo hanno dimostrato di non essere per nulla intimiditi, in più di tremila hanno riempito le strade di Giardini Naxos, determinati a sfidare il clima di repressione e paura costruito per depotenziare la partecipazione. C'erano tutti: i comitati territoriali che combattono ogni giorno la devastazione della
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