La struttura del Comune, in stato di abbandono da anni, era stata occupata l'8 marzo scorso da un gruppo di donne della città.
Alle
prime luci dell'alba decine di di polizia e carabinieri in assetto
anti-sommossa hanno tentato di fare irruzione alla casa delle donne che
combattono la Mala Servanen Jin, occupata l'8 marzo da un gruppo di
donne pisane.
~ore 15.30~ Dopo lo
sgombero i presenti sono partiti in corteo verso il Comune di Pisa,
proprietario dello stabile e mandante del violento sgombero di oggi. Per
le ore 17 è convocata un'assemblea pubblica a Piazza XX settembre. SE TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE!
~ore 12.30~ Gli
studenti dell'alberghiero sono sequestrati dentro la scuola e non
vengono fatti uscire. La polizia occupa il cortile dell'istituto. Nel
frattempo sono state rilasciate due compagne che si trovavano dentro
l'occupazione, due donne sono in ospedale per le ferite riportate
durante la carica
~ore 11.20~ Gli
studenti di un istituto alberghiero di fianco all'occupazione cercano di
uscire in solidarietà, ma il dirigente scolastico ordina la chiusura
delle porte. Gli studenti riesco ad aprirle e aprono anche un cancello
che separa la scuola dall'occupazione. A questo punto la polizia carica
per un centinaio di metri donne e studenti. Nessun fermo, però si
contano diverse donne ferite in terra.
La struttura di proprietà del Comune era
in stato di totale abbandono, lasciata letteralmente marcire dalle
autorità ed è stata con fatica rimessa in piedi dalle attiviste che
avevano deciso di investire gli spazi per farne un centro delle donne
per le donne: "Vogliamo, come donne, costruire insieme questo luogo,
rinominandolo 'Mala Servanen Jin Occupata' che in lingua curda significa
'Casa delle Donne che combattono', per richiamare le lotte di
emancipazione e autodeterminazione delle combattenti curde che si
oppongono allo stato islamico e alle sue barbarie, dando vita a una
nuova società" avevano spiegato dopo l'occupazione "Una casa dove noi
donne vogliamo dare vita ad uno spazio collettivo dove ridefinire noi
stesse, le nostre vite, difendere e riconquistare la nostra dignità. Uno
spazio che sia anche una casa per le donne in emergenza abitativa”.
Dopo i lavori di ristrutturazioni messi in piedi dalle occupanti la casa
è già diventata un centro per il quartiere con una sala studio e uno
sportello per le donne in emergenza abitativa, sotto sfratto o senza
lavoro magari con figli a carico.
Stamattina alcuni vicini hanno avvertito
le attiviste dell'arrivo di un vero e proprio esercito in quartiere per
sgomberare lo spazio e riconsegnarla all'incuria. Mentre scriviamo,
quattro donne si trovano ancora dentro lo stabile decise a resistere
mentre la polizia è riuscita ad entrare nel giardino. Qui una testimonianza di
una delle resistenti all'interno della struttura. Le solidali e i
solidali accorsi sono stati caricati dalle forze dell'ordine – spintoni e
manganellate con una signora ferita ad una mano – e hanno poi dato
luogo a un blocco del traffico
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