Se sulle decisioni operative al Vertice di Bruxelles dovremmo aver scritto tutto il necessario, è bene però dare credito all'insieme delle dichiarazioni e articoli della vigilia riassunti nel loro complesso nella pagina di ieri del Sole 24 ore.
Stoltenberg, il segretario generale Nato, dice che i due temi sul tappeto sono: la condivisione dei costi tra i paesi membri e la lotta al terrorismo.
Qui Stoltenberg da un lato sa bene di essere una sorta di attached del Pentagono e dall'altra deve pur sempre mostrare che è segretario di qualcosa, che non è semplicemente l'ambasciata americana a Bruxelles. Per cui dichiara subito che dopo aver incontrato Trump, lo stesso si è complimentato, dato che “dopo molti anni di calo della spesa militare, stiamo assistendo ad un aumento, anche se siamo ancora lontani in molti casi dall'obiettivo del 2% del prodotto interno lordo”, che è la pretesa di aumento sul tappeto da anni.
Facendo qualche calcolo alla buona, se pensiamo che l'Italia il 2% di aumento del Pil non
lo raggiunge da un secolo e data la crisi non è neanche all'orizzonte, ciò vuol dire che, mentre tutto cala, solo le spese militari dovrebbero aumentare e in termini relativi ben oltre il 2%.
lo raggiunge da un secolo e data la crisi non è neanche all'orizzonte, ciò vuol dire che, mentre tutto cala, solo le spese militari dovrebbero aumentare e in termini relativi ben oltre il 2%.
Stoltenberg, proseguendo il suo discorso, da segretario si trasforma in ragioniere e insiste: “vogliamo ci siano singoli piani nazionali da condividere tra noi, per assicurarci di raggiungere gli obiettivi”. Insomma, Stoltenberg si presenta come una sorta di 'Draghi' della spesa militare, auspicando un meccanismo di controllo che sia del genere Bce.
Poi spiega che “la spesa militare deve aumentare perchè le tensioni internazionali stanno aumentando”. Vale a dire: siccome noi stiamo aumentando le tensioni internazionali, con le guerre di aggressione nelle zone strategiche ma anche in ogni angolo del mondo, ovunque si 'muove foglia' là c'è “tensione”, allora voi (inteso: le popolazioni) dovete pagare le spese militari che ci servono in questo “aumento di tensione”.
Stoltenberg aggiunge che non è soltanto un problema finanziario, ma anche capacità operativa, contributo effettivo alle missioni. Vale a dire, non solo armi ma anche uomini, vite umane, assetti statal-militari da adeguare – non dimentichiamo che qualche giorno fa i servi zelanti, che vogliono sembrare i primi della classe, del governo imperialista italiano hanno già parlato di reintroduzione della leva militare e, di conseguenza, neo militarizzazione dei giovani.
Alla domanda: ma gli europei non stanno pensando ad altro, almeno quando conducono le campagne elettorali? Stoltenberg pensando invece a una maggior cooperazione nella Difesa per risparmiare sulle spese militari – è il senso, per così dire, economico della “difesa comune europea” - risponde “Gli impegni sono impegni”. E l'impegno assunto è con gli Usa e la Nato. Gli altri a seguire.
Passando al secondo tema, la lotta al terrorismo sul corpo caldo dell'attentato di Manchester, Stoltenberg deve arrampicarsi sugli specchi e segnalare che c'è l'accordo di tutti perchè la Nato abbia un ruolo importante. Ma, naturalmente, sa bene che qui in realtà i paesi imperialisti europei vorrebbero nel bene e nel male avere mani libere; già in tutta la catena degli attentati queste “mani libere” le abbiamo viste in azione, basti pensare alla sciagurata azione dell'imperialismo francese in mano all'ancor più sciagurato Hollande. E qui Stoltenberg aggiunge che c'è un art. 5 della Nato, usato dopo l'11 settembre, che dovrebbe continuare a valere ora a fronte dei recenti attentati. Ma la Nato è ormai, con 27 e passa paesi europei, un circo Barnum dell'imperialismo. Basti pensare all'atteggiamento verso la Russia, in cui nei paesi Nato Europa si va tra chi vorrebbe bombardare il Cremlino e chi invece non vede l'ora che si possano consolidare le relazioni politiche, ma anche quelle militari con Mosca.
Ma non c'è solo la Russia. Che dire della Turchia di Erdogan, divenuta a tamburo battente servitor di due padroni, Usa e Russia, pur di trovare il suo status dominante nell'area e che in questo affannarsi qualche calcio in bocca ai suoi alleati lo deve pur dare? Cita il Sole 24 ore: “attualmente il governo turco non permette a deputati tedeschi di visitare i soldati tedeschi della bundeswehr di stanza in Turchia”.
L'altro grosso problema è il “Trump russo”. C'è un limite a tutto, non si può incontrare il giorno prima il “brav'uomo” e condividere i segreti dell'intelligence, e poi venire a fare l'arrogante 'spara-bombe' al Vertice Nato, in zona Russia, come è l'attuale Siria. Anche su questo, il cosiddetto “segretario Nato” non ha gran che da dire, se non che “sulla condivisione delle informazioni - caso mai hackerate – siamo tutti d'accordo”.
Ma qui si arriva al colpo di scena. Una domanda piccola ma che è un vero 'colpo di scena'. Il giornalista del Sole 24 ore rivela ciò che la rivista Foreign policy ha rivelato: al Vertice Nato si sarebbe deciso di limitare a due/quattro minuti gli interventi dei leader, per “mantenere viva l'attenzione” del presidente Trump.
Il che vuol dire, praticamente, che o deve parlare solo Trump, e gli altri devono solo “abbozzare” un saluto, o che la situazione mentale dell'attuale presidente Usa è davvero preoccupante. Si sa che un pò su tutto Trump sembra un semideficente, incapace di spiccicare un discorso che non sia da campagna elettorale o da trucido luogo comune del cosiddetto “popolo americano” che lo avrebbe eletto.
Su questo Stoltenberg non può che confermare: “avremo un contaminuti. E il Vertice è particolarmente corto”
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