martedì 23 maggio 2017

pc 23 maggio - Contro il G7 - contro i signori della crisi e della guerra

COME IL G7 SI PREPARA ALLE PROSSIME GUERRE...

COREA DEL NORD, SIRIA (ASSAD), IRAN, UCRAINA (RUSSIA), ECC. TRA GLI OBIETTIVI STRATEGICI DEI 7 CAPI DI STATO CHE SI RIUNIRANNO A TAORMINA IL 26 e 27 MAGGIO 2017
Ecco alcuni passaggi dei documenti predisposti a Lucca dai ministri degli esteri del G7
Dal “Comunicato Congiunto Finale” della Riunione dei Ministri degli Esteri del G7 - Lucca, 10-11 aprile 2017.

Una collaborazione costante con il settore privato, la società civile, l’accademia ed altri gruppi è anch’essa un elemento fondamentale. Riconosciamo il ruolo importante della società civile, delle aziende che operano nel settore dei social media e dei provider di servizi Internet nel sostenerci volontariamente ad individuare e rimuovere contenuti volti a diffondere la propaganda a favore del terrorismo e dell’estremismo violento. Li incoraggiamo a continuare a rispondere alle richieste legittime di rimozione di tali informazioni, aggiornando e migliorando le condizioni generali di utilizzo, continuando a rafforzare il loro approccio attraverso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per affrontare l’estremismo violento online.
L’uso sempre più frequente di servizi di comunicazione criptati end-to-end pone i contenuti fuori dalla portata delle forze di polizia, autorità giudiziarie e agenzie di sicurezza ed intelligence. Coinvolgeremo l’industria di riferimento e i relativi partner per trovare una soluzione che consenta ai governi di ottenere, legalmente e sistematicamente, su richiesta delle autorità competenti, dati e contenuti sensibili.
Continueremo anche a rafforzare la cooperazione tra le forze di polizia e la magistratura, nonché la partnership con soggetti privati e la società civile per contrastare la criminalità organizzata transnazionale, in particolare quella che, direttamente o indirettamente, sostiene o favorisce il terrorismo, compresi il traffico illecito di migranti, la tratta di esseri umani, il traffico di droga, di animali selvatici, di armi da fuoco e di altre armi.
Siria
A questo proposito esprimiamo la nostra profonda preoccupazione riguardo le costanti violazioni della tregua, commesse principalmente dal regime siriano e dai suoi alleati. Malgrado quanto affermato da Damasco, queste azioni non sono mirate in maniera prioritaria a colpire i gruppi terroristici identificati dalle Nazioni Unite. Rivolgiamo un pressante appello a tutte le parti affinché attuino immediatamente e le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, richiedendo che sia dato un accesso umanitario rapido, sicuro e libero alle persone bisognose di aiuto in Siria. Condanniamo il perpetuarsi di assedi in tutto il paese, i bombardamenti sui civili costretti a patire la fame, i numerosi attacchi alle strutture e al personale sanitario e le violazioni del diritto umanitario da parte di tutti i soggetti coinvolti, e in particolare, dal regime.
Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per i rapporti allarmanti e costanti sull’uso frequente di armi chimiche in Siria, comprese sostanze chimiche tossiche utilizzate come armi, e ribadiamo il nostro forte sostegno per il lavoro assolutamente necessario svolto dall’ OPCW-UN Joint Investigative Mechanism sotto il mandato ONU, che ha accertato la responsabilità delle Forze Armate Arabo-Siriane di aver usato sostanze chimiche come armi in tre circostanze, mentre in un’altra risulta essere responsabile l’ ISIL/Da’esh.
Siamo sconvolti e inorriditi per le notizie sull’uso di armi chimiche durante l’attacco aereo del 4 aprile su Khan Shaykhun nella parte meridionale di Idlib. Il possesso da parte della Siria di armi chimiche e le modalità di utilizzo sono illegali, come stabilito dalla Risoluzione 2118 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalla Convenzione sulle Armi Chimiche. La successiva azione militare degli Stati Uniti sulla base aerea di Shayrat è stata una risposta, attentamente calibrata e limitata nella sua portata, ad un crimine di guerra. Era mirata ai bersagli militari siriani direttamente collegati all’attacco con le armi chimiche del 4 aprile, con lo scopo di prevenire e scoraggiare la proliferazione e l’uso di armi chimiche letali in Siria.
Ucraina
Ribadiamo la nostra condanna all’annessione illegale della penisola di Crimea da parte della Federazione Russa, e confermiamo la nostra politica di non riconoscimento, nonché le sanzioni nei confronti delle parti coinvolte. Manifestiamo la nostra preoccupazione riguardo alcuni rapporti informativi ritenuti affidabili che riferiscono del deteriorarsi delle condizioni dei diritti umani in Crimea, e rivolgiamo un appello alla Federazione Russa affinché garantisca l’adeguato e libero accesso in Crimea alle missioni internazionali preposte al monitoraggio dei diritti umani e alle organizzazioni non governative per i diritti umani.
La situazione umanitaria e l’accesso all’Ucraina orientale, vicino alla linea di contatto, rimane un motivo di preoccupazione. Riconosciamo la responsabilità della Federazione Russa nel conflitto ucraino e sottolineiamo il ruolo cardine che può svolgere a favore del ripristino della pace e della stabilità del Paese, compiendo tutti i passi necessari per migliorare la situazione. Il comportamento della Russia non è in linea con l’ordine internazionale fondato sulle regole, i cui principi noi rispettiamo e difendiamo. Restiamo uniti nel fare uso di un’ampia varietà di strumenti di politica estera, comprese le misure restrittive e le sanzioni, al fine di persuadere la Russia a fare ritorno sulla via del rispetto condiviso di tali principi.
Rinnoviamo il nostro appello a tutte le parti affinchè si assumano le proprie responsabilità e onorino gli impegni previsti dagli accordi di Minsk, ivi incluso il ritiro di formazioni armate e attrezzature dal territorio dell’Ucraina, il ritorno del controllo del lato della frontiera internazionale all’Ucraina e l’accesso sicuro all’assistenza umanitaria alla popolazione. Desideriamo ricordare che la durata delle sanzioni è evidentemente legata alla piena osservanza, da parte della Russia, dei propri impegni nell’ambito dell’Accordo di Minsk e nel rispetto della sovranità ucraina.
Iran
Confermiamo la necessità che l’Iran osservi tutti gli impegni assunti relativi alla questione nucleare. La Risoluzione 2231 delle Nazioni Unite dovrà essere attuata nella sua interezza, compresi i provvedimenti che vietano il trasferimento di armi. Lamentiamo profondamente i test dei missili balistici eseguiti dall’Iran, poiché questi test sono in contrasto con la Risoluzione 2231 delle Nazioni Unite. Rivolgiamo un appello all’Iran affinché svolga un ruolo costruttivo, a livello regionale, contribuendo al raggiungimento di soluzioni politiche, alla riconciliazione e alla pace in Siria, Iraq e in Yemen e in altri aree della regione, cooperando per contrastare la diffusione del terrorismo e dell’estremismo violento. Rivolgiamo, inoltre, un appello all’Iran affinché osservi gli obblighi dei diritti umani internazionali, ed in particolare garantisca la libertà di espressione e ponga fine alle detenzioni ed esecuzioni arbitrarie.
Corea del Nord
Ribadiamo che la Corea del Nord deve continuare ad essere una priorità dell’agenda internazionale. Condanniamo con la massima fermezza i test nucleari condotti dalla Corea del Nord e il lancio di missili balistici il cui numero è aumentato in maniera sensibile a partire dall’inizio del 2016, in flagrante violazione degli obblighi internazionali e che rappresentano una minaccia crescente alla sicurezza regionale ed internazionale, alla pace e al regime internazionale di non proliferazione. Le ripetute violazioni del diritto internazionale da parte della Corea del Nord pongono nuove sfide ed esigono che la comunità internazionale risponda con forza ed efficacia. Chiediamo alla leadership della Corea del Nord che sospenda qualsiasi test nucleare o lanci che implichino l’uso della tecnologia di missili balistici intercontinentali (ICBM).
Cyberspazio
Ribadiamo il nostro appoggio ad un ciberspazio accessibile, aperto, interoperabile, affidabile e sicuro. Riconosciamo gli enormi benefici per la crescita economica e la prosperità di cui noi e tutti gli altri godiamo grazie a questo straordinario strumento di sviluppo economico, sociale e politico. Seppur riconoscendo l’ampia gamma di opportunità offerte dal ciberspazio, riconosciamo la vulnerabilità del nostro mondo digitale, così come la novità e la poliedricità dei pericoli provenienti da ogni direzione che coinvolgono sia attori statali e non.
Riconoscendo la minaccia posta dall’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) rispetto a infrastrutture critiche e prendendo atto di una sempre maggiore preoccupazione in materia di cyber-interferenza nei processi democratici, e consapevoli del rischio di malintesi, rappresaglie ed escalation, ribadiamo il nostro impegno a lavorare all’interno del G7 e di altri importanti forum internazionali multilaterali per promuovere la creazione di quadri strategici per la prevenzione di conflitti e per la cooperazione e la stabilità nel ciberspazio.
DICHIARAZIONE DEL G7
SUL COMPORTAMENTO RESPONSABILE DEGLI STATI NEL CYBERSPAZIO
Siamo preoccupati del rischio di escalation e rappresaglie nel cyberspazio, compresi i massicci attacchi di diniego di servizi, i danni a infrastrutture critiche o altre cyber attività con intento doloso che compromettono l’utilizzo e il funzionamento di infrastrutture critiche di erogazione di pubblici servizi. Tali attività potrebbero avere un effetto destabilizzante sulla pace e sulla sicurezza internazionali. Rimarchiamo che il rischio di conflitti tra Stati, conseguenti ad attacchi informatici (TIC), solleva una questione pressante che merita un’attenta considerazione. Esprimiamo, inoltre, crescente preoccupazione per l’interferenza cyber-enabled nei processi politici democratici.
Rileviamo che, ai fini della prevenzione dei conflitti e della pacifica risoluzione delle controversie, il diritto internazionale fornisce anche un quadro per le risposte degli Stati a illeciti che non assumono le proporzioni di un attacco armato – e che possono comprendere cyber attività con intento doloso. Tra le altre risposte legittime, uno Stato che sia vittima di un atto illecito a livello internazionale, può, in talune circostanze, adottare contromisure proporzionate, anche di natura informatica, nei confronti dello Stato che si è reso responsabile dell’illecito, per indurlo ad assolvere agli obblighi internazionali;
Nel 2016, abbiamo affermato che, in alcune circostanze, le cyber attività potevano essere assimilate all’uso della forza o a un attacco armato, secondo la Carta delle Nazioni Unite e il diritto consuetudinario internazionale. Abbiamo altresì riconosciuto che gli Stati possono esercitare il diritto naturale di autodifesa individuale o collettiva, sancito dall’ Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, e in accordo con il diritto internazionale, il diritto umanitario internazionale, in risposta a un attacco armato attraverso il cyberspazio;
DICHIARAZIONE SULLA NON PROLIFERAZIONE E IL DISARMO
Il programma nucleare e balistico della Corea del Nord pone una nuova grave minaccia ed esige una reazione forte e decisa da parte dei Paesi del G7 e della comunità internazionale. La conferma dell’uso di armi chimiche e sostanze tossiche in Siria, da parte delle Forze Armate Siriane e l’ISIL/Da’esh, è allarmante e rompe un vecchio tabù. L’illecita proliferazione di armi convenzionali in mano ai terroristi costituisce una grave minaccia che va affrontata anche attraverso più adeguati controlli sulle esportazioni e misure di sicurezza alla frontiera.
Il programma nucleare e balistico della Corea del Nord pone una seria e crescente minaccia alla pace e alla sicurezza nazionale e constituisce una evidente violazione del regime di non proliferazione. Condanniamo nella maniera più risoluta tutti i test nucleari e i lanci di missili balistici da parte della Corea del Nord, in aperta violazione degli obblighi internazionali sanciti dalle Risoluzioni 1718, 2270 e 2321 del Consiglio di Sicurezza. E’ profondamente deplorevole che, malgrado i reiterati richiami della comunità internazionale ad astenersi da ulteriori provocazioni, la Corea del Nord abbia condotto il suo 4° e 5° test nucleare e aumentato drasticamente i lanci di missili balistici dall’inizio del 2016.
Invitiamo anche la Corea del Nord ad astenersi dall’uso di armi chimiche e ad aderire alla Convenzione sulle Armi Chimiche (CAC). La Corea del Nord è uno di soli quattro Stati Membri delle Nazioni Unite a non avere sottoscritto detto trattato.
La segnalazione, da parte del Meccanismo Investigativo Congiunto dell’OPAC-ONU, dell’uso di armi chimiche, comprese sostanze tossiche, da parte delle Forze Armate Arabo Siriane in tre casi e dell’ISIL/Da'esh in un caso, nonché le continue segnalazioni di presunti incidenti, sono motivo di grave preoccupazione.
Siamo scioccati dal segnalato uso di armi chimiche nell’attacco aereo nell’area di Khan Shaykhun, a sud di Idlib, il 4 aprile. Esprimiamo pieno appoggio all’Indagine Conoscitiva dell’OPAC e sottolineiamo che, ove la stessa attesti che armi chimiche siano state impiegate con certezza o probabilità, il Meccanismo Investigativo Congiunto (MIC) dell’OPAC-ONU svolgerà immediatamente le proprie indagini, come previsto dal suo mandato, per identificarne i responsabili. Invitiamo la Repubblica Araba Siriana e tutti i partiti della Siria a cooperare pienamente con l’OPAC per una rapida conclusione delle indagini su questa atrocità.

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