Degli incontri di Trump in questi primi viaggi all'estero il Vertice Nato è decisamente l'appuntamento più importante. La vera cartina di tornasole della continuità e discontinuità dell'amministrazione fascio-imperialista di Trump rispetto all'amministrazione demo-imperialista di Obama.
Un inciso. Chi denuncia il fascio-imperialismo di Trump senza indicare, non nella difesa delle democrazia imperialista ma nella lotta rivoluzionaria la via contro l'attuale comitato d'affari dell'imperialismo Usa, è evidentemente alla coda della democrazia borghese, è un'opposizione democratico opportunista e, di conseguenza, non è in grado di costruire il partito, il fronte unito e la forza combattente, necessari anche nel cuore degli Usa per condurre nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse la costruzione della vera alternativa rivoluzionaria che anche nel ventre della bestia imperialista è possibile e necessario, ieri come oggi, anzi oggi più che ieri, realizzare. Chi, al contrario, sottovaluta il fascio-imperialismo e se ne esce con banalità pseudo rivoluzionarie, pseudo marxiste-leniniste-maoiste: che non sarebbe cambiato nulla negli Usa con la vittoria di Trump, che siamo di fronte semplicemente ad un assolutismo, che l'importante non è la lotta al fascismo ma la lotta “tra rivoluzione e controrivoluzione”..., diventa non una guida dei proletari e delle masse in lotta negli Usa, guida difficile e complessa, ma sostenitore del rivoluzionarismo parolaio che il rigore di principio e l'intenzione rivoluzionaria non assolve, come Gramsci ci insegnerebbe da buon seguace di Lenin, rispetto ai compiti dei comunisti nella lotta di classe, ma ne rappresenta una nobile diserzione.
Il Vertice Nato di Varsavia, il più importante degli ultimi dieci anni, da noi analizzato con puntualità e
decisione in uno speciale di 'proletari comunisti', a cui rimandiamo, aveva già tracciato i compiti dell'imperialismo Nato, con i suoi punti di forza e le sue contraddizioni nello stadio attuale delle contraddizioni interimperialiste e ancor più in quella principale tra paesi imperialisti e popoli e nazioni oppresse dall'imperialismo.
decisione in uno speciale di 'proletari comunisti', a cui rimandiamo, aveva già tracciato i compiti dell'imperialismo Nato, con i suoi punti di forza e le sue contraddizioni nello stadio attuale delle contraddizioni interimperialiste e ancor più in quella principale tra paesi imperialisti e popoli e nazioni oppresse dall'imperialismo.
In tutti gli scenari delle attuali guerre la Nato aveva non solo chiarito la sua posizione ma anche i suoi passi concreti. E su questo è sicuro che la leadership di Obama esprimeva gli interessi maggioritari e prevalenti dell'imperialismo Usa, come è sicuro che i piani di guerra targati Usa-Nato sono andati avanti dal Vertice di Varsavia fino ad oggi. Ma ora bisogna vedere che succede con l'ingresso dell'elefante fascista nella cristalleria imperialista. O meglio, l'abbiamo già visto con l'azione esemplare della mega bomba in Afghanistan: isolazionismo a parole, ultra interventismo nei fatti; bombe Obama style sulla Siria, mega bombe Trump style; inciuci con Putin per vincere le elezioni e cazzi in faccia su larga scala nei fatti verso la Russia imperialista, la Cina, ecc.
Le prime indiscrezioni che vengono sul Vertice sembrano dello stesso tipo. Trump rispetto ad Obama vuol dire solo e semplicemente “di tutto di più” e il fascio-imperialismo consiste nel dire che “o si fa così o si fa così...”.
Con incluso - tipico dello squallido affarista e piazzista americano, rispetto all'”elegante” Obama – “i soldi li mettete voi; gli interessi imperiali sono i nostri ma li pagate voi, perchè dall'assetto mondiale ad egemonia Usa finora ci avete almeno economicamente guadagnato e ora si tratta di pagare dazio”. Quindi, dicono le indiscrezioni, più spese militari, in generale e a prescindere.
In Afghanistan, dove Obama diceva che se ne stava andando ma prima doveva spegnere la luce e invece è andato affondando, ora Trump direbbe: 'più truppe di terra Usa, Europa, Nato, Mondo'; e sempre sull'Afghanistan l'attuale consigliere per la sicurezza di Trump prevede un aumento delle truppe sul terreno da tre a cinquemila, a sostegno delle 8.400 già presenti.
Ma il fascio-imperialismo non è tanto sui numeri che gioca ma sullo stile di gestione, vale a dire su quello che ora viene chiamato “nuovo modo di condurre la guerra”, che in sostanza vuol dire: tutto il potere ai militari, quindi sganciamento dalla catena di comando dei militari Usa per avere più mano libera. E si sa che, quando si dice questo, significa più bombe Moab, più massacri, più torture, più effetti collaterali sulle popolazioni, donne, bambini.
Non solo, i numeri della forza complessiva salirebbero a 50mila uomini – sostiene l'editorialista americano Eli Lake – ma dovrebbero incrementare i numeri tutte le potenze imperialiste e serve dell'imperialismo. Al Tavolo Nato questo lo chiederà il segretario generale Stoltenberg.
Naturalmente l'Italia farà la sua parte. Il valletto Gentiloni, la cameriera dei militari, Pinotti e il nessuno Alfano stanno già studiando la parte allo specchio per giustificare (si fa per dire) in parlamento questo nuovo impegno italiano.
Ma, naturalmente questo riguarda solo l'Afghanistan, non sappiamo ancora su tutto il resto. Se ne discuterà in questo Vertice Nato o in quelli che andranno a seguire.
Questo, quindi, è l'unico Vertice importante.
Il giro turistico in Medio Oriente non fa che confermare che gli impegni Usa sono gli stessi di prima, solo che con il fascio-imperialista Trump e tutto quel mostro gigantesco che sta dietro, in termini economici e di complesso militare, industriale, finanziario, ecc., invece alle parole alate dell'”esportazione della democrazia” si sostituiscono le parole sbracate di Trump, in Arabia Saudita come in Israele. E stendiamo un velo pietoso sull'incontro con l'eterno aspirante valletto, Abu Mazel.
Così come, il viaggio a Roma sembra solamente una visita turistica, un salto in pizzeria, una visita di cortesia al papa, e a crederci che sia una visita di Stato ci sono solo Mattarella, Gentiloni e soprattutto Minniti che hanno trasformato Roma in un “posto di blocco”, violentando, come ormai sono abituati a fare, non solo le libertà democratiche ma anche il privato dei pensionati che portano il cane a passeggio.
Così come il G7 di Taormina è tutta scena, sul piano pratico è il Vertice degli sherpa, di quelli che scrivono i documenti, mentre i leader fanno le foto di rito. E anche qui con le passeggiate nel deserto di una Taormina, che diventa tutta la Sicilia, messa sotto assedio.
Certo, i corpi caldi dei ragazzi, delle bambine a Manchester permetteranno a lor signori qualche strillo acuto in più, ma siamo all'ordinaria amministrazione. Da Wall street al Pentagono è ad altro che si guarda.
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