Una nuova, inedita, interessante "lezione" si è svolta il 17 novembre alla Biblioteca comunale di Taranto.
E' stato un incontro tra
il professore di filosofia dell'Università di Napoli "Federico II",
Giuseppe Di Marco, e operai dell'Ilva e dell'appalto, lavoratori
cimiteriali, lavoratori della Pasquinelli, lavoratrici degli asili,
delle pulizie nelle scuole, disoccupati, cittadini, insegnanti, ecc.
Il
professore ha spiegato, attraverso uno dei testi più importanti di
Engels, "capo" insieme a Marx del movimento operaio, "Dialettica della
natura", le leggi che regolano i movimenti della natura come i movimenti
nella società, e che spiegano il perchè di ciò che accade in una grande
fabbrica come l'Ilva e in una città come Taranto; gli operai,
soprattutto dell'Ilva, hanno spiegato al professore che cosa è la
fabbrica, che succede nella grande industria, ecc.
Un
incontro che alla fine è stato festeggiato con una torta, anche questa
"nuova", portata da una lavoratrice, con sopra l'immagine di Marx. Un
incontro che ha già un suo futuro...
Pubblicheremo nei prossimi giorni la video registrazione di questa importante "lezione".
Ora, riportiamo alcuni stralci tratti dal libro di Engels, dati ieri ai partecipanti nelle cartellette:
"...l'animale
si limita a usufruire della natura esterna, e apporta ad essa
modificazioni solo con la sua presenza; l'uomo la rende utilizzabile per
i suoi scopi modificandola: la domina. Questa è l'ultima,
essenziale
differenza tra l'uomo e gli altri animali, ed è ancora una volta il
lavoro che opera questa differenza...
...dopo ipoderosi progressi
compiuti dalla scienza in questo secolo, siamo sempre piùin condizione
di conoscere, e quindi di imparare a dominare anche gli effetti naturali
più remoti, perlomeno per quello che riguarda le nostre abituali
attività produttive. Ma quanto più ciò accade, tanto più gli uomini non
solo sentiranno, ma anche sapranno, di formare un'unità con la natura, e
tanto più insostenibile si farà il concetto, assurdo e innaturale, di
una contrapposizione tra spirito e materia, tra uomo e natura...
Ma
se è stato necessario il lavoro di millenni sol perchè noi imparassimo a
calcolare, in una certa misura, gli effetti naturali più remoti della
nostra attività rivolta alla produzione, la cosa si presentava come
ancor più difficile per quanto riguarda i più remoti effetti sociali di
tale attività...
...Gli uomini, che con il loro lavoro produssero
la macchina a vapore, tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo,
non avevano affatto il presentimento di costruire lo strumento che più
di ogni altro era destinato a rivoluzionare la situazione sociale di
tutto il mondo, a procurare in particolare alla borghesia, in un primo
tempo, il predominio sociale e politico, attraverso la concentrazione
della ricchezza nelle mani della minoranza e la totale espropriazione
della stragrande maggioranza, per generare poi tra borghesia e
proletariato una lotta di classe, che può aver fine solo con
l'abbattimento della borghesia e l'abolizione di tutti i contrasti di
classe. Ma anche in questo campo noi riusciamo solo gradualmente ad
acquistare una chiara visione degli effetti sociali mediati, remoti,
della nostra attività produttiva, attraverso una lunga e spesso dura
esperienza, e attraverso la raccolta e il vaglio del materiale storico; e
così ci è data la possibilitàdi dominare e regolare anche questi
effetti.
ma per realizzare questa regolamentazione, occorre di più
che non la sola conoscenza. Occorre un completo capovolgimento del modo
di produzione da noi seguito fino ad oggi, e con esso di tutto il
nostro ordinamento sociale nel suo complesso...
...I singoli
capitalisti, che dominano la produzione e lo scambio, possono
preoccuparsi solo degli effetti pratici più immediati della loro
attività... l'unica molla della produzione diventa il profitto..."
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