(Il volantino del Mfpr -L'Aquila)
Dall'Aquila
alla Val Susa lo Stato arresta e stupra
Novembre
2015: al
convegno organizzato presso la Casa Internazionale delle Donne
di Roma
dall’associazione Ilaria Rambaldi Onlus di Lanciano, viene
invitato a parlare l’avvocato
aquilano del militare stupratore, quasi assassino di “Rosa”. Si
attiva la rete
di solidarietà femminista per ricordare che la casa delle donne
non è un luogo
neutro e che maschi del genere non devono entrarvi.
Dall’Aquila a Roma, due donne
vengono querelate,
perquisite e private di computer e cellulari per aver diffuso
una lettera in
cui si denunciava la condotta provocatoria del penalista, tutta
tesa a screditare
la parte lesa, il pesante clima di ostilità nei confronti della
solidarietà
femminista, la responsabilità di uno Stato che, con misure
emergenziali e non
preventive del sisma del 2009 e la militarizzazione del
territorio, si è reso
complice della strage dell’Aquila prima e dello stupro poi.
Novembre
2016:
Lo stupro, il processo per stupro, la nostra criminalizzazione
sono avvenuti a
L’Aquila ed è per questo che vogliamo esserci in tante il 18
novembre
con un presidio davanti al tribunale per ripetere che “se
toccano una, toccano
tutte!”
Coi nostri corpi e le nostre voci abbiamo accompagnato
Rosa, che con
coraggio affrontava il girone infernale di un processo per
stupro
Con una mail abbiamo respinto dalla Casa Internazionale
delle donne di
Roma il degno avvocato del suo stupratore
Su mandato della Procura dell’Aquila, costui è entrato
in casa nostra con
i carabinieri
Questa è la “sicurezza” agita da questo Stato borghese!
Le
atrocità commesse sul
corpo di Rosa da militari impiegati nell’operazione “Strade
sicure”, rendono
questa vicenda emblematica di quale “sicurezza” questo Stato
parli.
·
quella delle aule di
tribunale, dove la
donna viene stuprata e offesa una seconda volta con affermazioni
del tipo “se
succede le donne se la sono cercata", "si è trattato di un
rapporto
amoroso consensuale”;
·
delle questure, dove le donne
vengono
scoraggiate a denunciare i loro stupratori, soprattutto se
appartenenti alle
forze dell’ordine;
·
delle caserme, delle carceri,
dei cie e hotspot,
dove sempre più donne vengono ricattate, stuprate impunemente,
“punite” perché ribelli
·
delle procure, dove gli
stupri restano per
lo più impuniti e dove ad essere represse sono la solidarietà
femminista, sono le
donne che lottano e si ribellano a questo sistema capitalistico,
imperialista e
patriarcale.
Un sistema
che antepone il
profitto alla vita di tutte e tutti e devasta il territorio.
Anziché metterlo
in sicurezza avanza con le grandi opere di devastazione e
saccheggio. Avanza con
la TAV, avanza con la SNAM e reprime chi resiste.
Noi
stiamo con chi a tutto questo resiste, NOI STIAMO CON LE DONNE
CHE RESISTONO
Stiamo con
Nicoletta
Dosio, non accettiamo l’ingiusta repressione di questo Stato
borghese, non
abbiamo nulla da cui difenderci, ma abbiamo da attaccare sempre
di più.
Alla
violenza sistemica contro
le donne opponiamo la lotta generale delle donne. Oggi
all’Aquila davanti al tribunale,
contro gli stupratori e chi li difende, il 25
novembre a Roma davanti ai palazzi del potere, contro
tutte le violenze
sulle donne, per un nuovo sciopero delle donne. Perché noi donne
non dobbiamo
avere paura, la lotta delle donne deve far paura!
Il 26 inonderemo di nuovo le strade di Roma e
riempiremo il deserto in
cui lo Stato le ha cacciate, militarizzandole, con la nostra
lotta.
|
Nessun commento:
Posta un commento