mercoledì 16 novembre 2016

pc 16 novembre - SCIOPERO LAV. LOGISTICA BRIGNANO(BG) CONTRO GLI ALLONTANAMENTI ARBITRARI




Basta abusi di potere nei magazzini della logistica
Oggi (ieri) i lavoratori del magazzino kamila (italtrans/agorà) di Brignano (Bergamo) in appalto alle cooperative dei consorzi Cisa e Cls, hanno scioperato contro gli allontanamenti arbitrari che queste cooperative adottano come forma di ritorsione antisindacale, e per spingere i lavoratori a ritmi di lavoro sempre più elevati a qualsiasi condizione.
R
iuniti in assemblea all'esterno del magazzino, i lavoratori hanno deciso che questa protesta, adattata giorno per giorno alla situazione, continuerà per far terminare questa pratica illegittima e disumana.

Alle flessibilità e mobilità estreme per l'orario, i turni il posto di lavoro, che i lavoratori subiscono nella piattaforme della logistica grazie alle cooperative, ora a Brignano, si sono aggiunti gli allontanamenti 'disciplinari', un provvedimento illegittimo, non previsto dal contratto nazionale, in contrasto con lo stesso statuto dei lavoratori, usato da alcune settimane per colpire i lavoratori economicamente e moralmente.
In pratica, le società accusano genericamente i lavoratori di lavorare troppo poco e li allontanano immediatamente dal posto di lavoro.
Dall'esposto inviato alla DTL di Bergamo:
“E' parere della scrivente che siamo di fronte ad un abuso di potere, che viola anche quanto stabilito dall'art. 7 della L. 300/70 in materia di contestazioni disciplinari, che dispone, davanti ad una possibile infrazione del lavoratore, la contestazione scritta dettagliata del fatto, la possibilità per il lavoratore di giustificarsi, e solo a questo punto, l'eventuale sanzione. Mentre non prevede una sorta di legge fai da te, come si configura invece in questo allontanamento coatto dei lavoratori dal loro posto di lavoro.
Altro effetto, altrettanto grave è che questi allontanamenti vengono pianificati ed attuati per costringere i lavoratori ad alzare a qualsiasi condizione la media dei colli movimentati all'ora. Di fatto l'introduzione di una sorta di cottimo: “se fai quello che dico lavori e ti pago, altrimenti a casa''.

In queste piattaforme logistiche, i lavoratori, solitamente chiamati facchini, caricano e scaricano senza sosta i tir, movimentano e stivano su alte scaffalature le merci, con carrelli e a mano.
Un lavoro muscolare e frenetico che le società spingono fino a ritmi impossibili, usando questi mezzi per piegare i lavoratori che resistono.
Li spingono a ritmi che consumano i lavoratori, e li espongono a rischi quotidiani per la salute e la sicurezza”.

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