Un corteo che via via si è ingrossato arrivando a 3000 persone, che si prendeva tutte le larghe strade dove passava.
Un corteo che si è imposto orgoglioso in vie centrali di Roma, che ha espresso la forza della denuncia e della ribellione ma anche l'abisso tra le soluzioni di civiltà, umanità dei migranti e delle migranti, e la barbarie dei padroni schiavisti, del governo, dello Stato, accompagnata dalla miseria mentale, ignoranza, meschinità delle Istituzioni, dimostrata anche ieri, all'inizio dell'incontro al Ministero degli Interni.
Tanti striscioni, cartelli. Dallo striscione di apertura "liberi/e di abitare questo mondo, basta ricatti, repressione, sfruttamento", a cui si sono aggiunti i due striscioni portati dai migranti di Taranto: "Diritto d'asilo per tutti - Chiudere l'Hotspot" e "Basta migranti morti per le politiche di guerra e di miseria contro i popoli", a uno in inglese che diceva "Tante differenti nazioni, un'unica lotta"; dallo striscione di Bologna "Contro ogni frontiera, Sì ai diritti, alla mobilità", a "No confini, No sfruttamento", "No border" dei lavoratori migranti di varie realtà del nord; a quello dei lavoratori della logistica "lavoratori uniti nella classe contro i padroni". E tanti cartelli con le rivendicazioni principali dei migranti: "Residenza per tutti", "Basta ricatti, documenti e contratti", "vogliamo documenti per avere un'identità", "basta campi e tendopoli", "siamo tutti clandestini";
come tanti di forte denuncia: "Basta stragi in mare", "Salvini come Trump", un altro "Le torture non sono stupidaggini" che denunciava le vergognose dichiarazioni di Morcone sull'hotspot di Taranto
Insieme a tanti striscioni di realtà solidali: da quelli dei movimenti di lotta sociali, in particolare per la casa che vede protagonisti tante immigrate e immigrati soprattutto a Roma, a quello di Napoli "Al mondo ci sono solo due razze: chi sfrutta e chi è sfruttato; a quello "Satira libera" dei 5 operai di Pomigliano; a "Quando l'ingiustizia si fa legge ribellarsi è necessario", a striscione di sostegno alla lotta degli operai immigrati della logistica; ecc, ecc.
Nel corteo, con lo striscione: "Fermiamo le stragi dello Stato turco - Erdogan assassino!", era presente una folta rappresentanza di curde, curdi, immigrati turchi, che denunciavano con forza la ferocia dello Stato fascista turco.
Durante il corteo, questa volta, a segnare il carattere proletario della manifestazione, non c'era la musica assordante, ma dal camion si sono susseguiti continuamente gli interventi dei migranti, molto forti quelli delle donne immigrate, gli slogan, gli interventi delle realtà solidali; tutti subito tradotti in inglese e francese dalle compagne di 'Campagne in lotta', l'anima centrale dell'organizzazione, prima e durante, della manifestazione.
Il corteo è arrivato quindi a piazza Esquilino, dove dentro al Ministero degli Interni, la delegazione composta da braccianti del foggiano, da migranti in lotta per la casa, da un migrante dei centri di accoglienza, contro l'hotspot di Taranto, ecc. teneva intanto un incontro con Morcone.
Dell'incontro e delle sue conclusioni parliamo in un altro articolo. Qui diciamo soltanto che la delegazione ha fatto subito cambiare l'atteggiamento iniziale del Ministero, passato da un atteggiamento della serie "non so niente", dimostrando di non aver neanche sfogliato i documenti, con la piattaforma dei migranti consegnati nei giorni precedenti; a un approccio puramente "tecnico" per spiegare le ragioni delle leggi e attacchi ai diritti dei migranti. Ma dopo, grazie alla determinazione e incalzamento della delegazione - che intanto in ogni momento informava dell'andamento il corteo - Morcono è dovuto venire "a più miti consigli".
Durante l'incontro, un'assemblea grande in piazza Esquilino ha proseguito con gli interventi, guardando soprattutto al futuro e al proseguimento della lotta, solo cominciata a livello nazionale.
La manifestazione è terminata solo quando la delegazione è scesa e ha informato dei risultati degli incontri.
E' STATA UNA IMPORTANTE MANIFESTAZIONE SU CUI TORNEREMO.
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