Egitto, sul corpo di Giulio Regeni «segni di tortura e ferite coltello».
...In questi giorni al Cairo c’era una missione, ora interrotta, del Business Council italo-egiziano, al Cairo per rafforzare i legami economici con l’Egitto. In questo caso non è solo una questione di aziende, investimenti e affari. Con il presidente al-Sisi Matteo Renzi ha creato un rapporto di amicizia personale, investendo sul futuro egiziano e sulla sua sicurezza, fondamentale per il Medio Oriente.....
Lo stesso giornale che cita fonti giudiziarie e di sicurezza, ha aggiunto altri particolari scrivendo che «il corpo è stato trovato davanti alla fondazione `Hasem Hassan´ sulla strada desertica Cairo-Alessandria all'altezza di 6 October City (immenso quartiere all'estrema periferia del Cairo, ndr), distante circa una quarantina di chilometri dal luogo della scomparsa.
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La polizia egiziana depista e mente
La polizia locale egiziana ha provato ad accreditare un’altra versione dei fatti, sostenendo che «non c'è alcun sospetto crimine dietro la morte del giovane» e parlando di un «incidente stradale» come causa del decesso. E il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza , il generale
Khaled Shalabi ha smentito che Regeni «sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato». Mentre il direttore dell'ufficio stampa del ministero dell'Interno egiziano ha smentito la ricostruzione fornita da Hosam Nassar, direttore della procura di Giza, parlando di lividi e abrasioni prresenti sul corpo del ragazzo, ma non di segni di tortura. Un comunicato ufficiale del ministero dell'Interno egiziano, ad ogni modo, è stato annunciato solo «dopo la fine dell'autopsia e delle indagini».
Procura locale: chiari segni percosse e torture
La tesi del giornale “Al Watan” è stata di fatto confermata dalla procura di Giza (la circoscrizione amministrativa che copre la parte ovest dell'area metropolitana del Cairo dove è stato rinvenuto il corpo di Regeni), che ha disposto l'autopsia sul corpo per accertare le cause del decesso. Per la procura infatti il cadavere di Giulio Regeni «presenta chiari segni di percosse e torture».
Risparmiateci verità di comodo
di Ugo Tramballi4 Febbraio 201
L’obitorio al Cairo dove si trova il corpo di Giulio Regeni (Epa)
Quel giorno era il quinto anniversario dell’inizio della rivolta studentesca di piazza Tahrir, che per quanta instabilità abbia creato ha offerto all’Egitto un breve momento di democrazia nella sua millenaria storia. Giulio aveva un appuntamento in piazza Tahrir. Ma quel giorno la piazza e il resto dell’immensa metropoli erano presidiate anche più del solito da forze armate e polizia.
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Forse Giulio è capitato nel momento sbagliato, nel posto sbagliato, davanti alle persone sbagliate. Quelle che hanno fatto sparire centinaia di egiziani senza un arresto dichiarato, un’incarcerazione comunicata, un capo d’accusa formalizzato. Presi a casa, di notte, e scomparsi. Se fosse accaduto questo, forse le autorità troveranno il poliziotto e il funzionario colpevole (ne dubitiamo) e lo condanneranno. Ma se dovesse accadere, quel colpevole, probabilmente dell’età di Giulio, sarebbe un’altra vittima. Come Giulio.
In questi giorni al Cairo c’era una missione, ora interrotta, del Business Council italo-egiziano, al Cairo per rafforzare i legami economici con l’Egitto. In questo caso non è solo una questione di aziende, investimenti e affari. Con il presidente al-Sisi Matteo Renzi ha creato un rapporto di amicizia personale, investendo sul futuro egiziano e sulla sua sicurezza, fondamentale per il Medio Oriente.
Dateci una verità seria, non propaganda.
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