domenica 31 gennaio 2016

pc 31 gennaio - VIAGGIO IN BRASILE - IL CALDO INCONTRO CON IL MOVIMENTO STUDENTESCO POPOLARE RIVOLUZIONARIO - MEPR

Continuiamo a riportare una parte dell'entusiasmante viaggio in Brasile fatto da una delegazione di proletari comunisti - PCm Italia, invitata dai compagni brasiliani. 

Oggi riportiamo la calda e vivace assemblea/incontro all'Università con i compagni e le compagne del Movimento Studentesco Popolare Rivoluzionario, all'insegna di un forte spirito combattivo e dell' internazionalismo proletario. In questa assemblea vi è stata la grande felicità di incontrare Igor Mendes, arrestato nel dicembre 2014 per la sua partecipazione alle grandi giornate di lotta contro la Coppa del mondo, e poi liberato, e per cui in Italia e in tutto il mondo vi era stata una grande campagna per la sua liberazione.

Ed è stato proprio il grande e combattivo movimento contro la Coppa al centro di questo incontro, in cui tutti gli studenti partecipanti, tutti che erano stati in prima fila nella grandi lotte contro la Coppa e tanti proprio in questa lotta si erano politicizzati e, come ha detto una compagna, avevano compreso lì nelle strade l'importanza dell'internazionalismo e della rivoluzione proletaria nel mondo, sono voluti intervenire, portare il loro saluto ai giovani e alle loro lotte in Italia, porre domande sulla situazione in Italia.

Riportiamo una sintesi dai loro principali interventi.

"Nel nostro paese nel 2013 c'è stata una importante ribellione di massa, nel mascherare il governo della borghesia del latifondo. Noi siamo stati in prima linea nello scontro di massa, nonostante nostri compagni siano stati arrestati e processati.
Il nostro movimento sorge dalla rottura con il riformismo. Un movimento democratico rivoluzionario impegnato nella lotta per la Nuova Democrazia in un paese oppresso e che si pone l'obiettivo di sviluppare una crescente mobilitazione di fronte all'aumento della povertà, degli assassini nelle campagne.
Il nostro movimento si chiama MEPR perchè tra gli studenti non ci sono solo i figli dei proletari, ma
anche i figli della borghesia, e difendiamo il cammino della rivoluzione che è la Nuova Democrazia.
Noi organizziamo la lotta degli studenti e la lotta di rivendicazione, la propaganda rivoluzionaria, combattendo ogni opportunismo, elettoralismo. Ci poniamo due esempi di rivoluzionari: Stalin e Mao, e per questo assumiamo i due slogan “Servire il popolo con tutto il cuore”, “Truppa d'assalto per la rivoluzione”.
A partire dalla comprensione che al centro della rivoluzione in Brasile c'è la rivoluzione agraria, stimoliamo i compagni ad andare a combattere con il movimento campesino.
Organizziamo gruppi di studio per approfondire lettura e lotta, nell'università e tra gli studenti medi.
Abbiamo avuto un impatto forte nella lotta degli insegnanti, con professori che avevano rotto con i sindacati opportunisti e scendevano in piazza.
Inoltre ci siamo impegnati in manifestazioni di massa che sono andate oltre lo svolgimento normale, attaccando ambasciate americane
Come studenti mesi fa abbiamo organizzato una grande manifestazione per commemorare uno studente medio morto durante la dittatura.
Questa è la forma contundente con cui è cresciuto il nostro lavoro.

Il sistema educativo nei paesi coloniali è dominato e orientato dal sistema imperialista; i caratteri del sistema educativo del ns paese sono determinati dalle relazioni semifeudali e semicoloniali. Per questo è nostro compito difendere un'educazione al servizio del popolo. Sappiamo che questo sarà possibile con la rivoluzione di Nuova Democrazia e il socialismo, e sviluppiamo la lotta politica attiva per approfondire questa conoscenza tra gli studenti.
All'interno dell'università, servire il popolo significa fare solidarietà agli altri popoli, campagne di appoggio alla Palestina, alla lotta dei contadini per la rivoluzione agraria e lotta nelle città e nelle campagne.
Oltre queste campagne internazionaliste, abbiamo fatto campagne a sostegno dei prigionieri politici per difendere i compagni perseguitati. Sono importanti queste campagne non solo per la propaganda perchè si tratta di prigionieri politici incarcerati da governi del Partito dei Lavoratori di Lula, ma anche per un aspetto interno, i nostri sono militanti giovani, già però temprati ideologicamente alla difficoltà della lotta, che, come diceva Mao, esige un costo da pagare per andare avanti.
Lo stato reazionario ci attacca perchè vede in noi una forza per scuotere il loro potere. Questo è importante perchè abbiamo vissuto anni di dominio dell'opportunismo. Abbiamo visto Lula, Dilma scatenare la guerra contro il popolo nelle campagne, dirigenti dei contadini sono stati uccisi nella lotta contro i latifondisti, compresi alcuni giovani del Mepr che si erano trasferiti.
Nelle città ci battiamo. Anche qui l'egemonia dell'opportunismo ha provocato serie difficoltà per il movimento generale e il movimento rivoluzionario in particolare.
Noi insieme alle altre organizzazioni espressione degli studenti, abbiamo passato anni difficili, soprattutto negli anni di Lula che ha raggiunto il massimo della sua popolarità adottando politiche assistenzialiste, al servizio della politica liberalista. In quegli anni siamo rimasti coerenti ai nostri principi, tenendo presente quello che diceva Lenin: pretendere di combattere l'imperialismo senza combattere l'opportunismo diventa una vuota fraseologia. L'egemonia dell'opportunismo non può essere stabile.

Il 2013 segna l'inizio di un nuovo ciclo della lotta di classe, in cui le masse rompono con l'opportunismo. L'unica forza organizzata che ha potuto prender parte alla giornate di giugno 2013 è stata la nostra e siamo diventati l'organizzazione politica più vicina a questo movimento.
Prima abbiamo agito come blocco combattivo di agitazione e propaganda, volantini, ma anche con circoli di studio. Poi abbiamo praticato, organizzato e diretto le principali azioni di combattimento: prime azioni di autodifesa di massa dalle Forze repressive, poi, azioni di attacco per colpire importanti obiettivi del nemico.
Questo ci ha dato l'autorità non solo per mantenere alte le nostre bandiere, ma anche per conquistare giovani provenienti dall'area anarchica.
Nel movimento contro la Coppa del mondo, obblighiamo il governo a tenere la Coppa nella cosiddetta "patria del calcio" solo imponendo un clima di guerra, perchè le manifestazioni avrebbero impedito lo svolgimento della Coppa.
Nelle città abbiamo portato avanti 2 obiettivi: fare delle città una cassa di risonanza delle lotte operaia e contadini; fare delle città una fucina per l'alleanza operai-contadini in particolare.
A Rio abbiamo avuto un'esperienza di unità con settori di anarchici, abbiamo creato il FIP che ha avuto un ruolo importante in questa attività politica.
Dopo la coppa abbiamo sviluppato una campagna di boicottaggio elettorale, striscioni, poster. Si può dire che il boicottaggio ha vinto.

Con l'aumento della repressione, l'unità con gli anarchici ha rivelato i suoi limiti durante la lotta ideologica che si è sviluppata rispetto alla repressione: se proseguire politicizzando e organizzando le masse o se ripiegare su tutta la linea, vale a dire proseguire da azione a azione senza organizzazione, come è pratica di questi gruppi, che sono incapaci di appoggiare la politicizzazione della lotta militante.

Nel giugno 2013, tutti i discorsi che volevano presentare il Partito dei Lavoratori e il governo dalla parte dei lavoratori, caddero definitivamente per effetto di un messaggio che si andava generalizzando per tutto il paese, per l'azione di un movimento che si rinnovava ogni giorno, alimentato anche dalle azioni fasciste.
Il messaggio più importante è che nonostante questa repressione il popolo continuava nella sua rivolta. Nel 2013-14 questa lotta popolare diventa lotta contro lo Stato, contro la legge, ma soprattutto contro l'opportunismo.
Nel 2014 questo aspetto diventa principale perchè non solo il governo diceva che il paese voleva la Coppa, ma anche gli opportunisti dicevano di non lottare o proponevano lotte deboli che erano di fatto una capitolazione.

Nella nuova fase di questo ciclo il nostro compito nelle università è dare continuità a ciò che hanno realizzato il popolo, i giovani in quei giorni. In quei giorni l'università è stata attraversata da una nuova grande effervescenza, con nuove assemblee, occupazioni, che si è espressa in forma radicale. Anche le autorità universitarie hanno cercato di reagire con forza contro gli studenti protagonisti di questa ripresa.
E' anche il periodo dei processi in cui sono coinvolti gli studenti più combattivi del precedente ciclo e siamo impegnati nell'approfondire la lotta ideologica per affrontare nella maniera migliore questi processi.
Uno dei risultati che abbiamo ottenuto è respingere le illusioni sul fatto che il popolo può arrivare rapidamente a fare la rivoluzione. E' necessario per ottenere risultati impegnarsi per una lotta prolungata e unirsi alla lotta generale del movimento popolare in generale.

C'è uno sforzo per legare la propaganda generale alle battaglie specifiche di movimento. Legare la rivoluzione agraria alla lotta democratica generale.
A Rio c'è l'importante problema delle favelas. Siamo riusciti a sviluppare il nostro lavoro in scuole di quartieri di periferia, per dare impulso al nostro lavoro tra i giovani proletari. Il movimento sta crescendo nelle favelas e nelle comunità, in cui il Brasile fa più morti nel suo paese che le guerre d'aggressione. Noi facciamo il nostro lavoro perchè la gente dei quartieri si ribelli, rivendichi il diritto ai trasporti, e dall'altro perchè non sia una rivolta senza direzione.

Inoltre c'è il lavoro all'università, dove lavoriamo sull'orientamento dell'educazione, geografia, storia, scienze sociali, siamo attivi in questi corsi dove si concentrano studenti proletari. La nostra linea non è di mantenere eternamente i compagni nel movimento studentesco, ma formarli per spostarli su altri fronti, nelle città e nelle campagne (vi sono compagni politicizzatisi come studenti e che oggi lottano come sostenitore del giornale, o che sono andati nelle campagne, per affermare nella pratica l'alleanza operaia- contadini). Tra una settimana anche studenti del Mepr parteciperanno all'8° congresso del LCP. E saremo molti felici se al termine del congresso qualcuno decidesse di rimanere lì.

Noi cerchiamo di applicare Mao, di legare il generale e il particolare, la denuncia del governo in generale, ai problemi pratici anche burocratici che hanno ogni giorno gli studenti.
Dopo le grandi lotte contro la Coppa, le forze che erano scese in campo si sono polverizzate. Noi siamo riusciti a forgiare diversi compagni nella prima fase, questo è stato possibile grazie alla forza politica e ideologica dei nostri compagni. Oggi utilizziamo questa forza per dare vita ad un giornale degli studenti del popolo (Un giornale che parla del movimento studentesco, del movimento rivoluzionario nazionale e internazionale), per sviluppare la nostra propaganda tra gli studenti. 
Utilizziamo varie forme di propaganda, a parte la diffusione del giornale per parlare con gli studenti, facciamo megafonaggi nelle aule, e cerchiamo di affrontare anche i problemi quotidiani degli studenti, dei corsi, dell'educazione in generale.
Altro campo di azione è portare tra gli studenti la linea più avanzata e più combattiva, smascherando il riformismo, e nelle manifestazioni il riformismo arretra sempre." 

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