"La città è piena di polizia ma lo sforzo sarà quello di tenere tutto sul piano del «business as usual». La Germania sta vivendo una fase molto rischiosa, stretta tra le politiche di accoglienza e la reazione di una parte della popolazione. Solo partendo dalla complessità del momento si può comprendere, e in fondo giustificare, il cortese rifiuto della sindaca di Colonia che, accampando precedenti impegni, non ha raccolto la proposta inviata dall'Italia tramite canali istituzionali. Esponenti della Camera e del Senato l'avrebbero volentieri incontrata per esprimerle la vicinanza delle donne italiane, ma la sindaca ha detto: «Nein».
COLONIA: DE TE FABULA NARRATUR
"CONTRO IL SESSIMO, CONTRO IL RAZZISMO" - CONTRO LA
POLIZIA, LO STATO IMPERIALISTA
Dopo
la violenza sessuale di massa a decine e decine di donne a Colonia,
ma anche ad Amburgo, Francoforte e altre città della Germania, si è
scatenata la canea razzista imperialista e la guerra dei "valori",
insieme a misure attuate o annunciate di blocco delle frontiere o
espulsione dei profughi.
Le
donne molestate, braccate, offese, stuprate diventano l'occasione per
una guerra di civiltà (a parole) e di reazione fascista (nei fatti),
come per una sporca battaglia politica ricattatoria
della
destra, e questa volta accettata da tutti, compresa la sindaca
"solidale con gli immigrati", come la Merkel.
A Colonia è avvenuto un fatto gravissimo, e in quelle dimensioni e forme, nuovo.
Che
a capodanno in alcuni paesi europei centinaia, migliaia di uomini,
prevalentemente giovani, arrivino dai quartieri della periferia e
calino nel centro delle cittadelle imperialiste per rubare,
borseggiare, è già accaduto; avviene per esempio da anni nel cuore
di Madrid, a puerta del Sol, dopo la mezzanotte quando tantissima
gente sta nella piazza a festeggiare. Non sono profughi, sono nella
maggioranza nativi di quei paesi, sono gli abitanti di quelle
banlieues, che non stanno solo a Parigi, ma in ogni cittadella
imperialista, emarginati, discriminati, che vedono nel capodanno
l'occasione per arraffare ciò che si può. Sono organizzati? Sì e
no. Sono tanti che arrivano insieme, a gruppi, ma non si può dire
che c'è una unica regia dietro.
Il
problema che a Colonia a questo si è unita una bestiale caccia alle
donne, le molestie/violenze sessuali di massa, le offese. Questo è
il fatto grave! Non l'immigrazione e gli immigrati!
Tutti
coloro che ora vogliono allontanare da sè, dal rispettoso (verso le
donne) occidente si guardino
nello specchio.
A
Colonia sono andate in scena verso le donne pratiche e concezioni
patriarcali/feudali,
ma
queste
trovano sempre più l'humus rafforzativo nelle aberranti concezioni
di "uomini che odiano le donne" dei "moderni"
paesi imperialisti. Trovano il maschilismo/sessismo imperialista dei
"civili" uomini borghesi.
Si
tratta di "figli" cresciuti in questo sistema sociale
imperialista marcio e imbarbarito. Un sistema che sempre più produce
nella sua fase morente nei confronti delle donne un odio fascista che
produce stupri e femminicidi in quantità elevata, nei loro bei paesi
civili e nelle loro belle ed emancipate famiglie, come
le taciute molestie di massa dell'Oktoberfest, ecc.
Una
parte di questi “figli”, per reazione all'imperialismo ai suoi
“valori” razzisti, di oppressione/discriminazione, scatena
concezioni e pratiche feudali, di cui le donne sono il principale e
“naturale” obiettivo.
Ma,
come contro il sessismo e la violenza sessuale degli uomini dei paesi
imperialisti, anche contro queste pratiche feudali, integraliste,
sono le donne che devono scatenare la lotta in prima persona - da
piazza Tahrir a Colonia.
Ora
la polizia, i governi, i giornalisti devono trovare tra gli
aggressori per forza i profughi “appena
sbarcati”,
mentre vengono fuori che nei branchi vi erano anche "puri"
tedeschi altrettanto ubriachi e violenti.
Il
Manifesto scrive: "...sulla
rete circolano inviti a recarsi a Colonia «per difendere le nostre
donne». "Nostre", appunto, proprietà del maschio
germanico, chiamate a incarnare non la loro libertà, ma i «valori»
tedeschi. È da mesi che i media conservatori insistono sul fatto che
la prevalenza di giovani maschi di religione islamica tra i rifugiati
avrebbe comportato una minaccia per la sicurezza delle donne.
Personaggi e forze politiche da sempre attaccati ai tradizionali
ruoli dettati dal patriarcato si scoprivano improvvisamente convinti
paladini della libertà femminile. E
i fatti di Colonia rappresentano il perfetto coronamento di questa
campagna...".
Mentre
scrive Pierluigi Battista sul CdS: "Gli
uomini che a Colonia si sono avventati come animali sulle donne in
festa per il Capodanno volevano punire la libertà delle loro
vittime... Consideravano prede da disprezzare e da percuotere le
donne che facevano pubblicamente uso di una libertà che gli
stupratori e gli energumeni di Colonia considerano inconcepibile,
peccaminosa, simbolo di perversione, donne che studiano e lavorano.
Che sposano chi desiderano... Che bevono e mangiano in libertà,
entrano nei locali, fanno l’amore quando scelgono di farlo... È
stato un rito di umiliazione organizzato, coordinato, diretto a
colpire quello che oramai comunemente viene definito uno «stile di
vita»...
....Con
tutte le cautele e il senso di responsabilità che si deve in questo
genere di problemi, Colonia ha lo stesso significato di aggressione
simbolica dell’irruzione fanatica nella redazione di Charlie
Hebdo...
(E
conclude) "...A noi il compito di difenderlo, questo modo di
vivere, e di considerare inviolabili le donne, e la loro libertà".
E'
una chiamata alla guerra, prima in nome della lotta
all'islamismo=terrorismo e ora dell'islamismo=violenza alle "nostre"
donne e nostre "libertà".
Mandando
in scena una propaganda falsa sulle libertà delle donne nei paesi
occidentali, una "libertà" sempre più pregna di "moderno
medioevo" per le donne, di attacchi ai diritti e dignità delle
donne, dall'Italia, alla Germania, agli "ultracivili" paesi
nordici, dove perfino i libri danno voce al "pulito" odio
fascista verso le donne, e dove albergano i "bianchi" figli
nazisti assetati di morte - ricordate la strage di Utøya in
Norvegia nel
luglio 2011?
A
tutto questo noi donne dobbiamo rispondere:
NON
IN NOSTRO NOME!
Non
vogliamo lasciare la nostra difesa nelle mani dei violentatori in
“giacca e cravatta” di questo potere borghese.
Contro
il sessismo, contro il razzismo, contro il vecchio e moderno
medioevo, contro l'imperialismo,
unica
soluzione, rivoluzione! Doppia rivoluzione!
Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario
12.1.16
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