Continuano le proteste e le mobilitazioni 6 anni dopo le grandi manifestazioni di piazza che costrinsero l’allora presidente Ben Alì alla fuga.
In particolare a Kasserine, città da cui è partita quella che viene definita la “Rivoluzione della dignità”, è occupato da due settimane il Governatorato, con manifestanti in sciopero della fame e con le bocche cucite.
Nel frattempo gli scontri continuano a Tunisi e in altre città, con decine di arresti.
Il governo, tra le misure specifiche per risolvere la situazione, aveva promesso la creazione di 5.000 posti di lavoro, notizia poi smentita: si trattava della regolarizzazione di posti precari già esistenti.
Secondo il presidente tunisino Essebsi, che ha rilasciato un’intervista al quotidiano locale La Presse, “la gestione della Troika (l’alleanza tra i partiti Ennahda,Ettakatol e Congresso della Repubblica formatasi dopo le elezioni del 2011) sotto gli ordini di una branca dell’islam politico ha lasciato la Tunisia in una situazione ancora più precaria di prima sul piano economico, sociale, politico e diplomatico”.
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