In preparazione della nuova campagna internazionale di sostegno alla Guerra popolare e per la liberazione dei prigionieri politici -2/9 aprile - info csgpindia@gmail.com
La crisi economica prodotta dal crollo del prezzo delle commodities che l’India esporta ha messo a nudo il fallimento del governo Modi nel mantenere le promesse di sviluppo.
La crisi economica prodotta dal crollo del prezzo delle commodities che l’India esporta ha messo a nudo il fallimento del governo Modi nel mantenere le promesse di sviluppo.
Questo ha accentuato l’importanza
strategica dei progetti di grandi impianti nel nord-est del paese, per
produrre e soprattutto esportare energia, che stanno diventando la
sostanza del tanto propagandato in politica estera passaggio dalla
LEP (Look at East Policy) alla AEP (Acti to Est Policy).
A livello geo-strategico, questo
comporta un’acutizzarsi della contraddizione con la Cina, mentre
crescono l’appoggio e i legami con USA.
In generale, dal lato del regime, la
situazione è di crescente disperazione. Questa, da una parte, spinge
ad intensificare la lotta anti-naxalita, nell’ansia di trovare una
soluzione finale del problema che apra la strada a tutti i progetti,
dall’altra, porta a spingere per la mobilitazione reazionaria delle
masse, approfittando del terreno fertile che la stessa crisi ha
prodotto, e per distrarre,r con l’ideologia reazionaria e gli
attacchi ai nemici interni, l'attenzione delle masse dal peggioramento
delle loro condizioni di vita.
Il governo Modi fin dal suo
insediamento ha pianificato e messo in pratica l’intensificazione
degli attacchi repressivi e militari contro i movimenti popolari.
In nome della lotta ai maoisti, ha
pianificato il potenziamento delle forze l’ampliamento e
l’inasprimento della guerra al popolo contro gli adivasi.
Nelle aree di lotta, dove già erano
impiegati 300.000 truppe, tra polizie e paramilitari, il governo
punta ad aggiungerne 130.000.
punta ad aggiungerne 130.000.
E non vogliono realizzare solo
l’aumento della quantità delle forze in guerra, puntano a
cambiarne anche la composizione. Si stanno infatti formando milizie
composte da popolazioni native (in particolare Naga e altre) e,
soprattutto, si pianifica per la prima volt l’intervento diretto
dell’esercito regolare.
Ma questi piani ancora non sono stati
realizzati. La campagna contro la OGH e la denuncia e mobilitazione a
livello nazionale e internazionale che questa ha prodotto hanno
finora impedito questo salto di qualità con l’impiego
dell’esercito.
È in questo contesto che si colloca
anche l’operazione che ha portato al mio arresto.
Fin dal giorno del mio sequestro
durante tutti i lunghi giorni e ora di interrogatori, non mi hanno
contestato tanto i legami con i maoisti, il motivo ufficiale del mio
arresto, hanno invece insistito su un solo punto: la campagna contro
OGH.
“Ferma la campagna, ritirati e torna
a fare tranquillamente il tuo lavoro di professore e nessuno ti darà
ancora fastidio. Abbandona la campagna e non ci sarà nessuna
carcerazione, no ci sarà neppure l’imputazione, neppure il
processo…” questo mi hanno ripetuto continuamente, perfino il
giorno on cui mi hanno presentato davanti al giudice, prima in aula.
In primo luogo, ho risposto che anche
se io avessi smesso di sostenerla, la campagna sarebbe continuata
comunque. E loro hanno detto che senza di me avrebbe perso molto
della sua forza e che erano pronti ad arrestare chiunque l’avesse
continuata.
In secondo luogo, ho risposto che non
avevo nessuna intenzione di abbandonare la campagna, anzi che l’avrei
continuata anche in carcere. E loro hanno detto che non me
l’avrebbero permesso. Per questo non mi hanno garantito nessuna
delle facilitazioni riconosciute per legge ai detenuti nelle mia
condizioni. Neppure le medicine e i trattamenti medici, fino a quando
sono stato costretto alla decisione estrema dello sciopero della fame
a oltranza e ho ottenuto la libertà su cauzione per potermi curare.
Ovviamente non serve valutare le il
valore delle promesse fatte dai torturatori. Ma quello che emerge
chiaramente è che è stata la campagna contro OGH che ha impedito
finora l’impiego diretto dell’esercito nella guerra anti-naxalita
e che solo se questa campagna finisce potranno realizzare i loro
piani.
Questo rappresenterebbe un salto di
qualità nella guerra antisovversiva. Finora sono state utilizzate
forze di polizia e paramilitari, vale a dire le forze che
convenzionalmente si usano per trattare un “problema interno”.
Con l’impiego dell’esercito, la situazione diventerebbe quella di
una guerra contro un nemico esterno, come già avviene in Kashmere e
in altre parti del paese, da trattare con l’occupazione militare
del territorio nemico e una campagna militare di aggressione.
Nonostante le enormi forze materiali e
umane messe in campo e le atrocità dei crimini contro il popolo,
finora la OGH non ha ottenuto il suo scopo.
È per questo che vogliono aumentare il
numero dei paramilitari e impegare per la prima volta l’esercito.
Non solo, stanno anche lanciando una riedizione di Salwa Judum. Dieci
anni fa, Salwa Judum volle dire formazione di eserciti privati con
licenza di attaccare, incendiare, stuprare, deportare, massacrare
interi villaggi. La mobilitazione democratica portò la Corte Suprema
dell’India a dichiarare illegali le organizzazioni degli eserciti
privati nel 2011.
Oggi vogliono riorganizzarli. In questo
modo si metterebbero in campo nella guerra contro il popolo ben 4
ordini differenti di forze armate: 1) Gli eserciti privati che
farebbero il lavoro più sporco; 2) le forze di polizia con funzione
di intelligenza e monitoraggio del territorio; 3) forze paramilitari,
con funzione di riserva e supporto e infine 4) l’esercito, cioè
truppe di assalto e occupazione.
Solo in questo modo possono realizzare
il loro piano: chiudere completamente le aree di lotta per poi
liquidare ogni resistenza.
Ma per farlo, per impedire che anche
questo Salwa Judum venga fermato e imporre l’impego diretto
dell’esercito, occorre preventivamente mettere a tacere ogni forma
di dissenso.
In questo contesto, il mio rilascio è
da considerare una circostanza assolutamente provvisoria.
La mia libertà non durerà a lungo. Di
questo ne sono certo.
Da parte sua il governo non si limita
ad adottare, applicare e inasprire leggi draconiane contro le
organizzazioni popolari, i lavoratori, gli studenti, gli insegnanti,
oggi agisce anche in forme nuove favorendo e coprendo l’azione di
gruppi fascisti, per seminare il terrore fascista. Negli ultimi mesi
sono almeno 5 i noti attivisti di sinistra uccisi da questo tipo di
attacchi, perfino un anziano dirigente comunista di 75 ucciso nella
sua casa.
Il governo respinge ogni
responsabilità, ma è ben chiaro che sono i partiti di governo che
tirano le fila di questo terrore fascista che colpisce scrittori,
intellettuali e in particolare studenti attaccati da gruppi che hanno
solidi legami coi partiti di governo.
Anche l’uso di attacchi dinamitardi
di matrice non chiara per colpire nel mucchio i giovani musulmani più
colti, politicizzati e organizzati fa parte di questo schema.
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