mercoledì 4 novembre 2015

pc 4 novembre - Opposizione alla piattaforma contrattuale Fiom - cose giuste ma anche illusione. E per favore... risparmiateci Viva la Fiom...- la posizione di proletari comunisti

Dall’assemblea degli operai della GKN di Campi Bisenzio- Firenze a tutti gli operai metalmeccanici
– un orientamento: quando c’è crisi, ci dicono di fare sacrifici; quando c’è ripresa, ci dicono di fare sacrifici per agganciare la ripresa. Noi proponiamo che l’azione sindacale si basi sul concetto esattamente opposto: quando c’è crisi, paghino le banche e le grandi aziende che l’hanno generata. Quando c’è ripresa, paghino le banche e le grandi aziende che macinano profitti e fatturato grazie al nostro lavoro
– un’indicazione di voto: respingere l’attuale piattaforma di rinnovo contrattuale presentata dalla FIOM perché apre alla logica delle tutele crescenti tipiche del Jobs Act; alla logica dell’Accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza che contiene concetti come esigibilità degli accordi, deroghe al contratto nazionale e clausole di raffreddamento; al contratto nazionale FIM e UILM, visto che non si specifica se l’attuale rinnovo avviene sulla base del contratto unitario 2008 o su quello FIM e UILM del 2012
– una proposta: cambiare e riscrivere la piattaforma di CCNL partendo dalle esperienze più avanzate di lotta e di contrattazione che ci sono sul territorio nazionale
– una linea: impedire l’attuazione nelle aziende delle “controriforme” che attaccano diritti e conquiste dei lavoratori (Jobs Act, Accordo 10 gennaio sulla rappresentanza, ecc.). No all’opposizione di opinione: contro le misure antipopolari del governo ci si batte per impedirne l’approvazione e poi, se vengono lo spesso approvate, per boicottarne l’attuazione

L’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI GKN BOCCIA LA PIATTAFORMA DI RINNOVO DEL CCNL PRESENTATA DALLA FIOM E APPROVA IL SEGUENTE DOCUMENTO

W LA FIOM CHE DISCUTE!!!
L’assemblea dei lavoratori GKN dichiara la propria contrarietà alla piattaforma FIOM per il rinnovo del CCNL metalmeccanico: i lavoratori GKN riuniti in assemblea respingono la piattaforma FIOM per il contratto nazionale 2015. Questa piattaforma fumosa e poco chiara rischia di disperdere potenzialmente un intero patrimonio di mobilitazione.
In sintesi: quando c’è crisi, ci dicono di fare sacrifici. Quando c’è ripresa, ci dicono di fare sacrifici per agganciare la ripresa. Noi proponiamo che l’azione sindacale si basi sul concetto esattamente opposto: quando c’è crisi, paghino le banche e le grandi aziende che l’hanno generata. Quando c’è ripresa, paghino le banche e le grandi aziende che macinano profitti e fatturato grazie al nostro lavoro.
Tante sono state le battaglie portate avanti in questi anni seguendo le stesse proposte della FIOM:
– in GKN Si applica l’articolo 18 antecedente alla riforma Fornero respingendo il concetto delle tutele crescenti del Jobs Act;
– in GKN non si applica l’Accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza definito da Landini ai tempi “una porcata antidemocratica”;
– in GKN non si applica il CCNL separato FIM e UILM del 2009 e del 2012 , ma si applica il contratto unitario del 2008 approvato da la maggioranza dei lavoratori;

– in GKN quando l’azienda non rispetta gli accordi firmati con l’appoggio della FIOM chiediamo l’applicazione l’art.28 dello statuto dei lavoratori inerente all’attività antisindacale o semplicemente entriamo in sciopero.

L’attuale proposta di rinnovo contrattuale FIOM a nostro avviso apre a:
– la logica delle tutele crescenti tipiche del Jobs Act, considerando la disponibilità a non applicare l’articolo 18 ai nuovi assunti “per un periodo da convenire”;
– la logica dell’Accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza che contiene concetti come esigibilità degli accordi, deroghe al contratto nazionale e clausole di raffreddamento;
– apre, implicitamente al contratto nazionale FIM e UILM, visto che non si specifica se l’attuale rinnovo avviene sulla base del contratto unitario 2008 o su quello FIM e UILM del 2012.
ALCUNI ESEMPI.
1) Orari di lavoro
Nella piattaforma “si richiede, in caso di aumento dell’utilizzo degli impianti, l’istituzione della 4^ squadra fino a 18 turni e l’introduzione della 5a squadra oltre i 18 turni; anche al fine di rafforzare i livelli occupazionali”.
“Nessuno scambio tra assunzioni e diritti”: questo è stato per anni un concetto centrale della FIOM. Qua invece è il sindacato che invita le aziende a saturare gli impianti esistenti sfondando sul terreno del riposo settimanale, in cambio di eventuali nuove assunzioni.

Ricordiamo che:
– il sistema della plurisettimanalità e/o dei 18-20 turni finisce per farci lavorare il sabato e la domenica come fossero giorni normali, con grave ricaduta sul terreno della socialità, del salario, della famiglia e del reale diritto al riposo,
– le aziende non assumono per farci un favore, ma per proprio bisogno,
– le nuove assunzioni in regime di Jobs Act sono di fatto regali alle aziende e possono rapidamente essere trasformate in licenziamenti, mentre i nostri diritti vengono persi una volta per sempre,
– le aziende passano rapidamente da “picchi” produttivi a dichiarare crisi e a portare via le produzioni, mentre un cambio dell’orario di lavoro strutturale ci priva definitivamente di pezzi della nostra vita.
Aggiungiamo che:
– il sindacato si deve battere per assunzioni a partire dagli attuali orari di lavoro, visto che quasi ovunque lavoriamo sotto organico e con ritmi inaccettabili,
– non siamo per saturare gli impianti esistenti lavorando 7 giorni su 7, ma per chiedere aumenti di capacità produttiva attraverso investimenti e di conseguenza assunzioni che permettano di accrescere la produzione lavorando da lunedì a venerdì. NO ALLO SCAMBIO DI DIRITTI PER ASSUNZIONI….!!!!
2) Sanità Integrativa
La piattaforma FIOM apre al concetto di sanità integrativa, dopo aver pesantemente contestato in passato il fondo Meta Salute di FIM e UILM. La FIOM propone una sanità integrativa pagata dalle aziende e con “l’obiettivo di privilegiare e qualificare la struttura del SSN”. Ma questo tipo di sanità integrativa non esiste perché non si capisce in quale modo la destinazione di capitale aziendale verso strutture sanitarie private possa prefigurarsi lo scopo proposto.
A nostro avviso incentivare la sanità privata significa umiliare la sanità pubblica, essendone concorrenziale, e non privilegiarla.
3) Clausole di raffreddamento: protesta senza disturbare?
La piattaforma rivendica che “l’attivazione del sistema di partecipazione negoziata potrà dar luogo, con il consenso di tutte le parti interessate, a una procedura di confronto/raffreddamento per esaminare i problemi e ricercare soluzioni senza che le parti procedano ad azioni unilaterali”. A nostro parere è un modo fumoso per dire questo: in caso di rottura delle trattative, il sindacato è imbrigliato in una rete di procedure per cui non può procedere a dichiarare agitazione o sciopero ma deve passare da una serie di passaggi che ne rallentano l’azione, facendo calare la tensione in fabbrica e di conseguenza disperdendo il momento utile per procedere con una protesta riuscita.

Per questo chiediamo a tutti i lavoratori di respingere la piattaforma che ci viene presentata dalla FIOM per il contratto nazionale con l’intento di cambiarla e di riscriverla partendo, appunto, dalle esperienze più avanzate di lotta e di contrattazione che ci sono sul territorio nazionale


Dal nuovo numero di proletari comunisti
Contratto metalmeccanici – una battaglia sindacale e politica

I padroni, forti del governo Renzi, il governo più padronale del dopoguerra, si sentono sufficientemente forti per un'ulteriore offensiva antioperaia, antisindacale.
Per questo i toni del presidente della Confindustria, Squinzi, negli ultimi tempi sono sempre più simili a quelli di Marchionne.
In materia di rinnovi dei contratti si vuole dare un colpo finale al contratto nazionale. Da un lato dietro l'affermazione di rito “il contratto collettivo nazionale di lavoro mantiene la sua centralità e la sua funzione”, si procede invece con una sua sostanziale cancellazione, rimandando le materie della trattativa su salario, condizioni di lavoro, mansioni alla cosiddetta “contrattazione aziendale” che è stata da sempre la fregatura per imporre, azienda per azienda e poi in generale, taglio dei salari, più sfruttamento, con allungamento orario di lavoro, ecc.
Sugli aumenti salariali si vuole sostanzialmente cancellare ogni riferimento all'inflazione programmata e lasciare in campo solo il legame tra salario e produttività, dove però la stessa produttività è ormai intesa come mercato.

Ma questo sarebbe ancora nell'ordine delle cose, queste richieste padronali non sono nuove e sono una costante negli ultimi decenni, prima della crisi, durante la crisi, con il sostegno di tutti i governi che si sono succeduti.
Il salto di qualità della richieste della Confindustria è contenuto nella prima regola delle linee guida che la Confindustria ha appena diffuso alle categorie impegnate nella prossima tornata contrattuale: “Non si deve assolutamente rinunciare ad applicare le novità del jobs act”.
Questo pone la Confindustria tutta sulle linee contenute sostenute da Marchionne per il gruppo Fiat, oggi Fca che era stato uno dei motivi dell'uscita della Fiat dalla Confindustria. E' il punto che sancisce il legame ferreo tra padroni e governo Renzi che si pone a diktat nel rinnovo dei contratti nazionali e inserisce i nuovi contratti nella cornice dell'assetto neocorporativo di stampo moderno fascista.
Mettere a premessa dei contratti il jobs act, vuol dire mettere a premessa la libertà di licenziamento, la flessibilità e precarietà selvaggia e l'azzeramento dei diritti dei lavoratori nel loro complesso, sia pure sotto la veste “valido per i nuovi assunti”.

Se non si comprende questo è evidente che non si coglie il nodo politico che è al centro del rinnovo contrattuale, che non è tanto le piattaforme, su cui si assiste al solito gioco delle parti.
Gioco delle parti, tanto per cominciare, che non esiste nella maggiorparte delle categorie che rinnovano i contratti. I chimici, ad esempio, hanno presentato pressocchè sempre piattaforme unitarie e hanno firmato accordi spesso senza scioperi, sempre non rispondenti alle esigenze dei lavoratori e peggiorativi nelle normative sulle condizioni di lavoro, secondo una linea collaborazionista neocorporativa che è storica di questi sindacati di categoria dal finire degli anni '70 in poi.
Quindi prendiamo in considerazione i metalmeccanici che sono il cuore, come sempre, del rinnovo dei contratti nazionali. Qui il gioco delle parti vede Fim e Uilm che hanno già presentato la loro piattaforma, i cui dettagli analizzeremo in seguito, e la Fiom che ne presenta un'altra tutta di bandiera, ben sapendo che non conterà nulla ai tavoli della trattativa reale e serve solo al gruppo dirigente per animare il falso movimento che non ha portato alcun risultato agli operai, almeno nelle ultime tre tornate contrattuali.
Ma il punto vero su cui occorre battersi perchè ci sia comprensione tra gli operai, è che le piattaforme non contano davvero nulla. Lo scontro sui contratti è uno scontro sindacale nella forma, tutto politico nella sostanza.
La classe operaia e i lavoratori hanno necessità di contestare la gabbia neocorporativa padroni e governo, trasformando la vicenda contrattuale in guerra di classe, il che significa agire dentro le fabbriche e le assemblee operaie, fuori e contro tutte le direzioni sindacali, imponendo rivendicazioni salariali, tutele del lavoro e delle condizioni di lavoro sulla base di nuove forme di lotta che non riconoscano nessuna legittimità alle normative vigenti e alla ritualità che sono solo una camicia di forza per imporre la cancellazione del contratto nazionale e non la sua ripresa, le norme della subordinazione assoluta agli interessi dei padroni e la riduzione della classe operaia a senza diritti e in regime di schiavismo.
Dal giornale proletari comunisti pcro.red@gmail.com
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