Cerimonia
con polemica dopo che il Consiglio comune ha votato per l'iscrizione del
rappresentante Msi. Anpi e Aned non partecipano. Pisapia: "Valori ed
esperienze diverse"
02 novembre
2015
La cerimonia
al Monumentale "Nessun revisionismo è possibile e nemmeno
l'equiparazione tra chi nella storia è stato dalla parte della democrazia e
chi, anche con convinzione, è stato dalla parte sbagliata della dittatura
fascista". Risponde così il presidente del Consiglio comunale di Milano,
Basilio Rizzo, riferendosi all'iscrizione nel Famedio del parlamentare e consigliere
comunale dell'Msi, Franco Servello. Iscrizione in seguito alla quale le associazioni che
radunano i partigiani, Anpi e Aned, hanno disertato la cerimonia del 2 novembre.
Milano, l'ex missino Servello
al Famedio. La vedova: "Commossa dal gesto di una giunta di sinistra"
Nel discorso
ufficiale per l'inaugurazione delle nuove lapidi, Rizzo - in rappresentanza del
Consiglio Comunale - ha detto di "capire e rispettare" la scelta dei
partigiani. La storia "non consente nessun revisionismo - ha aggiunto
anche - e questo capitolo si è chiuso 70 anni fa nella data del 25
aprile". La città di Milano "ha radici ben piantate in questa storia
- ha concluso - e nella sua stragrande maggioranza si riconosce nei valori
della lotta di liberazione che le sono valsi la medaglia d'oro della
Resistenza". Alla cerimonia ha
preso parte anche l'esponente di Fratelli d'Italia e deputato, Ignazio La
Russa: "Noi alle polemiche sulla memoria dei defunti non partecipiamo e
neanche rispondiamo. Servello se è qui è perché è stato votato all'unanimità,
su proposta del consigliere comunale di FdI Riccardo De Corato, dalla
commissione comunale e un motivo ci sarà. E il motivo è che è una persona
onesta, che con coerenza ha difeso Milano e l'Italia in tutti gli anni del suo
impegno politico". E il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha detto:
"Avevamo valori diversi ed esperienze diverse. Tutti lo sanno e non c'è
bisogno di dirlo".
Milano quella corona di fiori
con i colori del Comune sulla tomba dei caduti di Salò
La fascia bianca e rossa nel campo 10 del cimitero Maggiore, dove sono sepolti i caduti repubblichini, i gerarchi fucilati a Dongo e diverse SS. La denuncia dell'Osservatorio democratico sulle nuove destre
di PAOLO
BERIZZI
02 novembre
2015
Una corona
del Comune di Milano di fronte al cippo della Repubblica Sociale Italiana. Chi
il 1 novembre, alla vigilia del giorno del ricordo dei defunti, ha fatto visita
al campo 10 del cimitero Maggiore - il luogo dove sono sepolti i caduti
repubblichini, i gerarchi fucilati a Dongo e diverse SS - non ha potuto non
notare, appesa in bella mostra al tronco di un albero, una corona con la fascia
bianca e rossa del Comune. Un omaggio dell'amministrazione comunale (di
centrosinistra) alle camicie nere? Un segno di pacificazione dopo le polemiche
di questi anni legate a ricorrenze come per esempio il 25 aprile? Chissà. Sta
di fatto che la presenza di quella corona al campo 10 - dove riposa, tra gli
altri, anche il comandante delle Brigate nere Alessandro Pavolini - ha
sorpreso.
"Dopo l'iscrizione al Famedio del federale missino Franco Servello, il capo del neofascismo milanese ai tempi di San Babila, ora l'amministrazione comunale omaggia anche quelli che furono i servi dei nazisti - scrive in un comunicato l'Osservatorio democratico sulle nuove destre -. Dall'assessore D'Alfonso, che ha lasciato scorrazzare in questi anni i fascisti nei cimiteri milanesi, non ci aspettiamo nulla, ma dal sindaco di Milano attendiamo una risposta...".
"Dopo l'iscrizione al Famedio del federale missino Franco Servello, il capo del neofascismo milanese ai tempi di San Babila, ora l'amministrazione comunale omaggia anche quelli che furono i servi dei nazisti - scrive in un comunicato l'Osservatorio democratico sulle nuove destre -. Dall'assessore D'Alfonso, che ha lasciato scorrazzare in questi anni i fascisti nei cimiteri milanesi, non ci aspettiamo nulla, ma dal sindaco di Milano attendiamo una risposta...".
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