Dopo l’introduzione, svolta da Franco Ferrara del collettivo genovese, la
parola passa alla milanese Serena Capodicasa, redattrice del quadrimestrale;
costei spiega quali sono i contenuti del primo numero del periodico: la critica
ad alcune altre posizioni teoriche – anarchismo, anarcosindacalismo, e operaismo
– esistenti nel movimento operaio.
L’intervento successivo, quello che mi convince ad uscire dalla sala, è uno sproloquio che culmina nella seguente dichiarazione: “il leninismo è da buttare via come un ferrovecchio”; siccome nessuno interrompe queste assurde elucubrazioni, siamo di fronte alla dimostrazione lampante dell’abissale distanza che separa questi ‘signori’ dal movimento comunista.
Qualche giorno dopo, dalle ore 15:30 di martedì tre novembre, presso l'aula Magna al primo piano della facoltà di Lettere e Filosofia - lo stesso gruppo tiene una conferenza dal titolo: "Ottobre 1917. Dalla rivoluzione alla controrivoluzione"; obiettivo dichiarato dell'incontro è "trarre insegnamenti da quell'esperienza e dalla successiva degenerazione stalinista".
(su questo niente di nuovo conosciamo questa ricostruzione storica al servizio dell'imperialismo e del revisionismo)
Si tratta certamente di un'iniziativa legittima: chi scrive, però, trova fastidioso il fatto che sia stato loro concesso - da parte dell'autorità accademica - di considerare credito formativo, per gli studenti della facoltà di Storia, la partecipazione a questa autentica porcata, di fatto gonfiandone artificiosamente le presenze, che alla fine saranno circa trenta, di cui almeno la metà studenti.
Spacciare le idee anti marxiste-leniniste - quindi essenzialmente anti comuniste - dando loro status di essenzialità nella formazione storico-politica delle giovani generazioni, è un crimine della cultura borghese reazionaria che non è tollerabile.
Genova, 04 novembre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
L’intervento successivo, quello che mi convince ad uscire dalla sala, è uno sproloquio che culmina nella seguente dichiarazione: “il leninismo è da buttare via come un ferrovecchio”; siccome nessuno interrompe queste assurde elucubrazioni, siamo di fronte alla dimostrazione lampante dell’abissale distanza che separa questi ‘signori’ dal movimento comunista.
Qualche giorno dopo, dalle ore 15:30 di martedì tre novembre, presso l'aula Magna al primo piano della facoltà di Lettere e Filosofia - lo stesso gruppo tiene una conferenza dal titolo: "Ottobre 1917. Dalla rivoluzione alla controrivoluzione"; obiettivo dichiarato dell'incontro è "trarre insegnamenti da quell'esperienza e dalla successiva degenerazione stalinista".
(su questo niente di nuovo conosciamo questa ricostruzione storica al servizio dell'imperialismo e del revisionismo)
Si tratta certamente di un'iniziativa legittima: chi scrive, però, trova fastidioso il fatto che sia stato loro concesso - da parte dell'autorità accademica - di considerare credito formativo, per gli studenti della facoltà di Storia, la partecipazione a questa autentica porcata, di fatto gonfiandone artificiosamente le presenze, che alla fine saranno circa trenta, di cui almeno la metà studenti.
Spacciare le idee anti marxiste-leniniste - quindi essenzialmente anti comuniste - dando loro status di essenzialità nella formazione storico-politica delle giovani generazioni, è un crimine della cultura borghese reazionaria che non è tollerabile.
Genova, 04 novembre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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