Sulle gravi condizioni di lavoro dei braccianti, che hanno portato
quest'estate a troppe morti, dall'interno della Flai Cgil Puglia viene una
critica e un sollecito alla stessa Cgil a non "restare dietro le
scrivanie" .
La fa, in un'intervista di Fulvio Colucci apparsa
ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno, Vito Vetrano, già consigliere
comunale di Palagianello (TA) di una lista civica, ed iscritto alla Flai
Cgil:
"Contro i caporali serve più coraggio da parte del
sindacato... perchè torni alle radici di Di Vittorio, alla denuncia,
all'azione. Senza paura"
"...Non si può intervenire sui
giornali solo dopo i morti. E' inutile richiamarsi a un grandissimo
leader sindacale come Giuseppe Di Vittorio se poi si resta dietro una
scrivania. Il sindacato dovrebbe riprendere in concreto gli insegnamenti di Di Vittorio e delle lotte bracciantili. Bisogna tornare a
rischiare in prima persona. Non basta dire ai lavoratori: denunciate. Si
sa benissimo che, per paura, non parleranno. I sindacalisti devono
essere disposti a prendersele loro le denunce. Questo però non lo può
fare un burocrate, uno che è nato negli uffici e ha fatto lì la sua
carriera. Questo può farlo che ha lavorato nei campi e non teme, per
esempio, di violare la legge con la quale si prevedono assemblee solo
nelle aziende in cui è stato eletto un delegato. escludendo le altre...
il sindacalista deve tornare a girare nei campi come un tempo, quando se
venivano segnalate situazioni di abusi e irregolarità, riuniva a
raccolta i braccianti. Chi viene denunciato deve ricordare che fa solo
il suo dovere e ha la coscienza a posto. E' assurdo pensare ai sindacati
come agenzie di servizi alle quali i lavoratori si rivolgono per le
pratiche. Assurdo, numeri alla mano, trovare più lavoratoti iscritti
nelle associazioni di categoria che nei sindacati. Le associazioni
difendono gli interessi delle aziende, non dimentichiamolo..."
Siamo d'accordo con questa denuncia di Vito Vetrano.
Non si "scopre" ora la condizione da "schiavismo" dei braccianti, in particolare di donne e immigrati.
Nè
ci si può mettere la coscienza a posto giustificando la situazione con
il silenzio o l'omertà imposta dei braccianti e con denunce "d'ufficio".
La
paura si rompe con l'azione, facendosi vedere e riconoscere dai
braccianti là dove sono, facendo iniziative di lotta, assumendosi la
responsabilità.
Lo
Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto su altri fronti di lotta per il lavoro questo lo sa bene, e
per questo i suoi attivisti sono pieni di denunce, multe... ma vanno
avanti con ancora più determinazione; perchè anche le denunce
testimoniano che sei sulla buona strada, che la controparte ti teme.
Lo
Slai cobas sc è disposto a fare la sua parte anche tra i braccianti e le
braccianti, sostenendo e unendosi a tutti coloro che senza tornaconto lo
stanno facendo e lo vogliono fare.
Nessun commento:
Posta un commento