lunedì 5 maggio 2014

pc 5 maggio - REPORT DELLA RICCA GIORNATA DI LOTTA DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA




 Una bella giornata di unità e lotta del coordinamento dei lavoratori della logistica dello Slai Cobas sdc
Presenti circa 100 operai del polo logistico LDD di Trezzo- del polo logistico SMA/Simply di Chiari e della RVP di Opera hanno dato vita ad una iniziativa articolata e hanno scelto e deciso di intrecciare e sostenersi reciprocamente nelle lotte specifiche perchè una è la lotta, una la classe. 
3 le vertenze messe in campo all’interno della parola d’ordine “se toccano uno toccano tutti” facendo un ulteriore passo avanti per l’unità d’azione per vincere nelle singole vertenze.
A partire dalle 9 di stamani, via via che arrivavano i lavoratori, il presidio sotto la Prefettura di Milano ha aperto la giornata di mobilitazione: ovvero raggiungere il primo obiettivo – quello di imporre un incontro col Prefetto - attraverso una lenta, ma decisa, avanzata verso l’ingresso del Palazzo e con un incisivo comizio/megafonaggio del dirigente di queste lotte che ha ribadito che la lotta per il lavoro e contro lo schiavismo a Trezzo non è finita; che ha denunciato il ruolo dei sindacati confederali, in particolare della Cgil, non più dei sindacati ma garanti degli interessi delle cooperative; che ha posto chiaramente che la prefettura non può lavarsi le mani di fronte all’illegalità e illegittimità delle cooperative nei fittizi cambi appalto; per finire con la denuncia della vile aggressione squadrista del 4 aprile. Ma la novità principale gridata al megafono è stato il fatto di dire che i lavoratori di Trezzo non sono soli e che lì davanti vi erano tre "problemi" per Prefettura e padroni delle cooperative.
Questo ha fatto sì che un funzionario è venuto verso i lavoratori comunicando che il Prefetto era disposto a ricevere una delegazione e che in “cambio” veniva chiesto di spostare il presidio e non usare il megafono. Raggiunta la mediazione la delegazione è entrata. Al delegato del Prefetto sono state poste tre questioni: 1) che l’accordo per il lavoro a Trezzo c’è ed è quello che le cooperative hanno fatto saltare all’ultimo minuto il 3 aprile e quindi il Prefetto si doveva far carico di convocare appaltanti e cooperative per firmare un'accordo che salvaguardi i posti di lavoro; 2) che si faccia luce sull’attacco squadrista del 4 aprile che ha visto i lavoratori in presidio alla piattaforma LDD di Trezzo, attaccati a colpi di spranghe e bastoni, da una squadraccia di picchiatori usciti dal magazzino stesso; 3) l'apertura di un tavolo regionale per porre fine alle logiche dei cambi appalto che consentono alle cooperative di lasciare a casa i lavoratori, in particolare quelli sindacalizzati e che hanno ottenuto condizioni di lavoro più dignitose, assumendo manodopera con minori diritti al limite dello schiavismo e facendoli lavorare 12/14 ore al giorno, a fronte del fatto che questo settore non è in crisi e il lavoro c’è per tutti. 
Dopo questa prima iniziativa i lavoratori in maniera compatta si sono spostati verso la sede della cooperativa Futura per la quale lavorano gli operai dell’appalto Sma di Chiari. Qui l’obiettivo era dare la risposta al trasferimento di due lavoratori che si erano iscritti con noi, insieme ad altre questioni: il ricorso a contratti illegittimi e trattamenti vessatori verso i lavoratori compresa una falsa dimissione, imposta, di un lavoratore, i turni che rendono particolarmente difficile la vita ai lavoratori. Questa iniziativa è stata anticipata dallo sciopero per l'intera giornata di oggi a cui hanno aderito 37 lavoratori che poi sono venuti a Milano. Il modo di presentare le richieste ha intimidito i responsabili della cooperativa che si sono chiusi dentro facendo finta di non esserci. Tutto questo sino all’arrivo della digos che “miracolosamente” li ha fatti riapparire. Una delegazione è stata ricevuta e quando ha chiesto il ritiro dei trasferimenti, ricevendo una negazione, è uscita immediatamente e convocato l'assemblea per decidere il proseguio della lotta.
Il terzo obiettivo è stato mandare un segnale alla cooperativa metalmeccanica, RVP di Opera, andando davanti l’azienda, contro due provvedimenti, una sospensione e un licenziamento, a due degli operai iscrittisi allo slai cobas per il sindacato di classe. La cosa bella di questa parte della giornata di mobilitazione oltre l’adesione totale degli iscritti allo sciopero è stato percorrere l’ultimo chilometro con l’operaio licenziato che ha impugnato la bandiera e così ha raggiunto la fabbrica. Qui si è improvvisato un comizio senza megafono per far sentire ai padroni che i lavoratori non solo non si sono lasciati intimidire ma che andranno fino in fondo per ottenere il ritiro dei provvedimenti e i loro diritti; che il sindacato che li rappresenta c’è e gli farà vedere di che pasta è fatto; ma che principalmente gli operai della RVP non solo soli ma sono una cosa sola con i lavoratori del coordinamento delle logistiche.

Sia nella mattinata che ad Opera la mobilitazione ha ottenuto l’attenzione di alcuni media, come Radio Popolare e Il Giorno.

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