giovedì 8 maggio 2014

pc 8 maggio - Symposio Internazionale Istanbul 26-27 aprile - Intervento del Cebraspo – Centro Brasiliano di solidarietà con la lotta del popolo


International Symposium on Prisons, Istanbul, 26-27 April 2014-05-06
Speech by the Cebraspo - Brazilian Centre of Solidarity to the People's Struggle
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International Symposium on Prisons, Istanbul, 26-27 Aprile 2014

Intervento del Cebraspo – Centro Brasiliano di solidarietà con la lotta del popolo


La difesa dei diritti dei prigionieri politici
La difesa dei diritti dei prigionieri politici è inseparabile dalla lotta per la democrazia e la liberazione sociale. Si tratta di una parte importante della lotta politica contro l'imperialismo e gli Stati reazionari. È sempre stata stata una lotta cruciale tra oppressori e oppressi.
Se vogliamo capire la reale importanza di essa, avremo bisogno di ricordare la gravità della crisi generale del sistema e i suoi effetti devastanti in tutto il mondo. L'offensiva globale dell'imperialismo contro i popoli del mondo si è intensificata nei paesi imperialisti, ma soprattutto nei paesi semi -coloniali. In tutto il mondo i capitalisti attaccano per difendere i loro interessi e cercare di far pagare ai popoli il prezzo della loro attuale crisi.
Neo paesi oppressi e semi- coloniali lo sfruttamento dei lavoratori aumenta, cosi come cresce la disoccupazione; aumenta anche il saccheggio delle ricchezze e delle risorse naturali, causando fame e miseria per la maggioranza della popolazione. Nei paesi imperialisti, le conseguenze di questa situazione sono scioperi e lotte per i diritti e ancora più sfruttamento dei lavoratori immigrati, dichiarati “illegale”.

In America Latina, dominata e sfruttata dall'imperialismo, in particolare l'imperialismo USA, la crisi assume proporzioni ancora più gravi. Per esempio, alcuni giornali e riviste sottolineano che il Brasile è la sesta economia mondiale, ma la realtà smentisce questi proclami e i fatti parlano da sé. Secondo gli studi dell’Annuario Statistico dell’A,merica Latina e Caraibica 2013, il tasso di povertà in America Latina e Caraibi nel 2012 è stato del 28,2% e l'esatrema povertà del 11,3%. In Brasile 16,27 milioni di persone (l’8,5 % della popolazione) vivono in condizioni di estrema povertà, mentre 4,8 milioni hanno reddito mensile ufficiale pari a zero! Nel frattempo, La International Labour Organization ha pubblicato la proiezione per il tasso di disoccupazione in Brasile, che fino al 2016 dovrebbe rimanere al di sopra della media mondiale.
L' imperialismo, nel tentativo di superare ogni ostacolo alla massimizzazione del profitto, attacca le nazioni e cerca di imporre il dominio totale e l'annientamento delle forze stanno combattendo contro il sistema. Tuttavia, il loro è un sistema insostenibile, che ogni giorno accresce la violenza contro sfruttati e oppressi, specie contro le masse militanti e rivoluzionarie, in tutti i continenti.

In Brasile , il sistema penitenziario riproduce su larga scala la brutale violenza dei padroni dello Stato borghese contro i poveri in generale. Le prigioni sono sovraffollate, campi di concentramento dove le condizioni sono assolutamente disumane e dove molti prigionieri muoiono vittime della costante tortura e violenza della polizia.
Oggi , ci sono più di 560.000 prigionieri; tra i quali centinaia di contadini imprigionati per aver lottato per la terra, lotte cresciute notevolmente in Brasile. Lo Stato ha cercato di distorcere il significato politico della loro lotta, accusandoli di crimini comuni. Molti contadini sono stati pwertseguitati e uccisi senza essere arrestati. È stato il caso dei contadini Gilson Goncalves, Elcio Machado, Luiz Lopez e Renato Nathan, tra gli altri. Contro tanti contadini pende ancora un mandato d'arresto.

Dal giugno 2013, quando c’è stata un’enorme esplosione di manifestazioni popolari e militanti in tutto il paese, le forze della repressione hanno fatto centinaia di prigionieri; centinaia di feriti e decine di morti. Più di un centinaio di operatori dei media sono stati feriti dalla polizia, in particolare i giornalisti indipendenti.
Le classi dominanti, col supporto dei monopoli reazionari della comunicazione, tentano ora di criminalizzare la lotta popolare e di legittimare il trattamento disumano contro o manifestanti e i prigionieri politici. Diversi avvocati che difendono detenuti politici sono minacciati di morte o di essere a loro volta imprigionati, accusati di collaborare con questi “criminali”.

La coraggiosa ribellione del popolo brasiliano va avanti, e perciò vengono prese nuove misure repressive. L'attuale governo ha mandato l'esercito nei quartieri poveri di Rio de Janeiro. Il loro piano è quello di estendere la repressione al popolo con le forze armate per le strade nelle principali città brasiliane, in vista della coppa del mondo di calcio che iniziarò nel mese di giugno. Nuove leggi vengono adottate, quali la legge anti-terrorismo, quella sui reato e disordini in luogo pubblico, quella per la Coppa del Mondo, e l’Ordinanza del Ministero della Difesa per assicurare Legge e Ordine. Tutte queste leggi qualificano “i movimenti sociali” come forze “nemiche”, finiscono di smascherare quella farsa che in Brasile chiamano Stato di diritto democratico; che non è altro che uno stato di polizia.
Allo stesso tempo, un terribile regime carcerario, simile alle celle di tipo F in Turchia, è stato adottato lì contro i capi della criminalità organizzata, ma viene esteso ai prigionieri politici. Il nome di questo regime è RDD, Regime Disciplinare Differenziato. Prevede il totale isolamento del prigioniero, che può parlare solo con le guardie e viene costantemente sorvegliato da telecamere.

Questo è il caso di un prigioniero politico straniero in Brasile: Mauricio Norambuena, ex dirigente del Fronte Patriottico Manuel Rodriguez (FPMR) del Cile. Arrestato in Brasile nel 2002, è stato condannato a 30 anni di carcere per sequestro di persona, a fini politici, di un uomo d'affari brasiliano. Norambuena stato brutalmente torturato ed è tuttora torturato. Per più di 10 anni è stato sottoposto al DDR, che viola le “gli standard minimidelle norme per il trattamento dei prigionieri” del Primo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e il trattamento dei detenuti. Una crudele pratica di tortura che comporta gravi conseguenze per l'integrità fisica e psicologica dei prigionieri.

In questo momento, come già avvenuto in molti paesi latino-americana, ma non in Brasile, si sta sviluppando in Brasile una campagna nazionale per la punizione dei torturatori e assassini del regime militare fascista.
Secondo i dati ufficiali della “Commissione morti e desaparecidos” i numeri di questa barbarie sono: 354 torturati ed sommariamente giustiziati, di cui ancora mancano i corpi (soprattutto di contadini nelle campagne); 20.000 prigionieri politici, molti dei quali torturati fino a morte; 10.000 persone interrogate dalla polizia militare; 707 processati per reati definiti contro la sicurezza nazionale; 130 persone messe al mando quasi 5.000 lavoratori licenziati per motivi politici.

Anche se la situazione dei prigionieri politici in Brasile e nel mondo è terribile, la resistenza dietro le sbarre della prigione non si ferma. In molti paesi ci sono esempi di integrità, forza e morale rivoluzionaria, nelle peggiori condizioni di abusi e maltrattamento. La resistenza interna nelle carceri è sempre esistita, ma è cresciuto con l'emergere dell'ideologia proletaria, perché è cresciuta sempre di più anche la coscienza di classe.
Il più grande esempio di resistenza da ricordare, non solo in America Latina ma in tutto il mondo, è l'esperienza del Partito Comunista del Perù contro i più crudeli attacchi ai diritti dei detenuti. Il 19 giugno 1986 nelle carceri di Lurigancho, El Fronton e Santa Barbara aella capitale Lima sono stati perpetrati atroci massacri. Il governo del presidente Alan Garcia ordinò l'attacco contro i prigionieri, che resistettero coraggiosamente nelle prigioni, da loro chiamate “Luminosi Trincee di Combattimento”. L’attacco si concluse con la morte di più di 250 prigionieri politici.
La resistenza dei membri della PCP fua una decisione politica, presa per impedire il trasferimento ad altre carceri e l’annientamento dei prigionieri. Una resistenza che aveva l' obiettivo di continuare la dura lotta contro l'oppressione all'interno delle carceri. Da allora il PCP stabilito il 19 giugno come il “Giorno dell’eroismo”, che si celebra in tutto il mondo per onorare quelli che sono caduti come martiri, tra i quali i compagni Yovanka Pardave Trujillo e l'avvocato del popolo Tito Valle Travezano, dirigenti importanti del PCP.
Il 9 maggio del 1992, sotto il governo Fujimori, un nuovi combattimenti scoppiarono verificato nel carcere di Castro Castro. Dopo quattro giorni di assedio, le forze armate peruviane bombardrono la prigione dove almeno 42 dirigenti del PCP caddero vilmente assassinati. Avevano una lista di dirigenti, che furno identificati e sommariamente fucilati. Gruppi di prigionieri usciti con le mani in alto in segno di resa furono assassinati a sangue freddo.

Gloria eterna ai combattenti eroici caduti nella storia per la loro classe e il loro popolo!

D’altra parte, dal settembre 1992 Abimael Guzman, il Presidente Gonzalo, capo del PCP e della rivoluzione peruviana, è ostaggio allo Stato peruviano, tenuto in assoluto isolamento all'interno di una cella di cemento nel seminterrato del prigione di eEl Callao, nella regione metropolitana di Lima. Per molti anni la classe dirigente peruviana e l'imperialismo hanno cercato di diffamare la sua integrità rivoluzionaria, indicandolo come autore della “Lettere di Pace”, come capitolatore invece che rivoluzionario, ma negandogli sempre il diritto di esprimersi pubblicamente per far dichiarare la sua posizione.

Le “luminose trincee di combattimento” in Perù che, prima delle stragi, hanno risposto con una strenua resistenza sono state un'importante esperienza di resistenza nelle carceri.
Noi sappiamo che dove c'è oppressione c'è resistenza e dove c'è l'ideologia proletaria esiste resistenza organizzata, capace di trasformare le carceri in poderosi fronti di combattimento.

Infine, invitiamo le forze democratiche e progressiste di sviluppare campagne internazionali:
1 ) per il riconoscimento della condizione dei prigionieri politici e prigionieri di guerra per i rivoluzionari;
2) Per tutelare i diritti di tutti i prigionieri politici;
3 ) Per la loro liberazione .

Cebraspo
Istanbul, 26/27 April 2014

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