mercoledì 7 maggio 2014

pc 7 maggio - ELEZIONI EUROPEE boicottaggio attivo unità proletaria e antimperialista


Le elezioni europee giungono in una fase in cui i governi e gli Stati imperialisti europei, in unità e contesa imperialista tra di loro, scaricano la crisi sui proletari e sulle masse popolari del nostro continente per affrontare la battaglia e la contesa nel mondo con le altre potenze imperialiste; in questa situazione i paesi imperialisti da un lato si sono dotati di strumenti, rappresentati dal concetto di Troika, per decidere politiche comuni, ma dall'altro queste politiche comuni si risolvono nello scaricare la crisi dai paesi più forti ai paesi più deboli della UE.
I paesi più forti nel quadro dell'Europa imperialista, Germania e Francia, puntano però non solo a scaricare e difendersi ma anche a cogliere le opportunità della crisi per espandere la propria presenza imperialista dentro gli paesi europei e fuori dall'Europa per i mercati, il controllo delle fonti energetiche.
Questa politica espansionista accende nuove tensioni internazionali in diversi scacchieri del mondo e alimenta corsa agli armamenti, presenza militare, interventi imperialisti diretti, a volte in connubio con l'imperialismo americano, a volte in contesa con esso.
Nel tradurre queste politiche antioperaie e antiproletarie all'interno e all'esterno servono a borghesie, governi e Stati realizzare un fronte interno compatto, dei veri e propri regimi con equivalenti Stati di polizia per imporre con la forza preventiva e diretta piani e decisioni che fronteggiano, come è naturale che sia, lotte, proteste e, in alcuni paesi e in alcune occasioni, rivolte proletarie, giovanili e popolari.
Nel tradurre queste ulteriori trasformazioni reazionarie dello Stato in ciascun paese si alimenta un moderno fascismo adatto alla storia e alle condizioni di ciascuno dei paesi. Non centra che il governo sia di centrodestra o di centrosinistra, socialdemocratico o liberal popolare, la forma Stato che realizzano assume sempre più i caratteri di una moderna dittatura. In questa tendenza generale si rafforzano le tendenze apertamente neofasciste e naziste che da un lato sono organiche alla direzione di marcia di una Europa-nazione come blocco imperialista autonomo, dall'altra cavalcono i sentimenti e il disagio popolare antieuropeo e anti euro, per costruire una propria forza elettorale, politico e “militare”. 
A questo va aggiunto che la politica imperialista europea, dentro l'azione globale dell'imperialismo produce miseria, sfruttamento, fame e guerre nelle masse dei paesi oppressi che alimentano le ondate di immigrati che arrivano in Europa principalmente attraverso i paesi mediterranei più esposti.
I governi e gli Stati imperialisti da un lato accolgono ampi settori di queste masse per trasformarle in moderni schiavi, dall'altro approvano leggi razziste e antimmigrati che ne provoca miseria e morte nel mar mediterraneo.
Le forze apertamente fasciste e naziste scatenano in questo contesto razzismo e violenza che spesso intercettano gli umori più beceri anche in settori popolari.

Le elezioni europee in questo contesto sono la pura esplosione del peggio di Stati, governi, forze parlamentari e forze apertamente reazionarie. Il parlamento europeo non conta nulla, è un covo di politicanti corrotti e arricchiti, per dare un simulacro di democrazia alla dittatura delle borghesie dei paesi europei e dentro l'Europa, al peso di quelle più forti su quelle più deboli.
C'è un solo modo di opporsi a questi governi ed esso non passa in nessuna maniera dalla partecipazione al voto in queste elezioni
Chi a 'sinistra' partecipa al voto, lo fa per entrare nel Tavolo truccato di una democrazia che traveste la dittatura, e nonostante quello che afferma in programmi e comizi e elettorali, non rappresenta gli interessi proletari e popolari e contribuisce solo alla politica imperialista e alla rappresentazione di essa. 

I comunisti, i rivoluzionari, gli antimperialisti, gli organismi proletari e di massa in lotta, il movimento studentesco, gli antifascisti e gli antirazzisti in Europa possono essere uniti solo dal boicottaggio attivo delle elezioni, che non è né anarchismo né astensionismo di principio, ma costruzione coerente del fronte che nelle lotte presenti lavora per il futuro, la lotta per il potere proletario in ogni paese imperialista europeo, per il socialismo.

Non contribuiscono né a questa lotta né a questa prospettiva quelle forze che si dicono 'comuniste', che concentrano la campagna nel “NO euro” e “fuori dall'Europa”, civettando, che lo vogliano o no, col populismo reazionario dell'estrema destra.

 Non è “l'euro” che riduce in miseria le masse proletarie europee ma il capitalismo che utilizza gli strumenti monetari necessari ai suoi profitti; non è un supergoverno chiamato Troika il nemico principale ma la borghesia imperialista del proprio paese che è parte integrante dell'unità e della contesa dell'Europa imperialista.

Non esiste una tappa intermedia della lotta per il socialismo che passi per 'l'uscita dall'euro e dall'Europa', dipingendo i governi imperialisti più deboli come succubi della Troika a guida tedesca. 

Questa linea è opportunista di destra nel movimento proletario e comunista e non basta che sia portata avanti anche da alcune forze politiche e sindacali che quotidianamente lottano contro la politica imperialista europea, né basta che alcune di queste nelle elezioni di maggio si dichiarino anche contro il voto, per cambiare la natura della loro politica.

maggio 2014

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