un compagno di proletari comunisti è in tunisia per un certo periodo per studio..
e ha realizzato questa intervista - stralci -
articolo
Intervista
Le miniere di estrazione di fosfati di Metlaoui nel governatorato di Gafsa rappresentano una buona fetta del PIL tunisino. Erano gestite dalla Compagnia dei Fosfati di Gafsa, la quinta produttrice mondiale, dal 1994 fusa con lo statale Gruppo Chimico Tunisino. Nelle ultime settimane la zona è stato teatro di scioperi e malcontenti sia per questioni relative al lavoro, sia per il malcontento verso i principali partiti politici (in particolare l’islamista Ennahdha) ed infine per le condizioni economiche generali della zona che non beneficiano dei grandi profitti derivanti dall’attività mineraria. L’obiettivo principale dell’inchiesta operaia era cogliere meglio questi elementi dagli operai stessi. Obiettivo raggiunto in parte a causa delle condizioni in cui si è svolta. Non è possibile intervistare i minatori al di fuori dei cancelli come si può fare in italia davanti le fabbriche. Le miniere infatti si trovano al di fuori della città e per accedervi ci vuole un permesso da parte dell’azienda, inoltre è difficile approcciare i minatori anche in luoghi di ritrovo in città, semplicemente perchè la cittadina di Metlaoui non ha luoghi di ritrovo, a parte qualche bar sgangherato poco frequentato rispetto anche all’abitudine tunisina di stazionare per ore al bar. Abbiamo ottenuto il permesso tramite l’università El Manar di Tunisi dove studio e siamo riusciti ad accedere a due siti accompagnati da due capi. Questo tipo di visita guidata mi ha dato l’impressione che i due siti e gli operai selezionati siano stati scelti “con cura” dalla direzione... Ciononostante sono emersi anche aspetti interessanti sullo stile di vita degli operai e su cosa pensano, obiettivo che il questionario si prefiggeva. Mi hanno accompagnato il professore Zoyhaier che insegna filosofia dell’università di Tunisi, originario di Gafsa e Assoum, una mia collega tunisina anche lei di Gafsa. Il primo traduceva e poneva le domande in arabo o in francese, la seconda mi traduceva le risposte in inglese. Non è stato possibile fare delle inchieste individuali ma l’approccio con i due gruppi è stato sotto forma di capannello, come normalmente avviene quando interveniamo ai cancelli delle fabbriche, solitamente rispondeva un operaio (non sempre lo stesso) e qualche altro aggiungeva qualcosa se voleva. Di seguito il questionario somministrato ai due gruppi e le risposte collettive divise in “gruppo A” (il primo gruppo di lavoratori non propriamente minatori ma svolgenti mansioni di manutenzione dei macchinari) e il “gruppo B” (minatori intervistati sul sito di estrazione dei fosfati). C’è da sottolineare che in entrambe le imterviste erano presenti i capi. Entrambi i gruppi erano formati d circa 10 operai ciascuno.
e ha realizzato questa intervista - stralci -
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La rivolta dei minatori scuote la Tunisia
Il commissariato in fiamme, il tribunale
e la sede del maggiore partito presi d’assalto, la polizia non riesce
ad arginare la protesta a Metlaoui.
Il commissariato in fiamme, il tribunale
e la sede del maggiore partito presi d’assalto e la polizia incapace di
arginare i manifestanti: a Metlaoui, nella Tunisia centrale, i minatori
in rivolta stanno mettendo a dura prova la capacità del governo di
mantenere l’ordine.
Gafsa è una regione a circa 350 km a Sud
di Tunisi dove sono le miniere di fosfato a garantire le entrate di
maggior parte dei residenti e quando il governo ha adottato delle
decisioni che indeboliscono questo settore si è innescato un domino di
insoddisfazione e proteste che ha portato alla violenza di strada.
Il primo obiettivo dei manifestanti è
stata la sede del maggiore partito islamico Ennahda, poi si sono diretti
verso la sede del tribunale e quindi hanno incendiato il commissariato.
Proteste così violente a Gafsa non
avvenivano dal 2008, quando l’allora presidente Ben Ali le represse con
un imponente uso dei militari, ma da allora la povertà di questa regione
non è diminuita anzi, secondo alcune stime locali, la disoccupazione
sarebbe aumentata dal 15 al 30 per cento. Per il nuovo esecutivo guidato
dal partito Ennahda la sfida è riuscire a rispondere alle istanze delle
famiglie dei minatori in maniera diversa da quanto fece Ben Ali.
[tratto da www.lastampa.it]
Intervista
Le miniere di estrazione di fosfati di Metlaoui nel governatorato di Gafsa rappresentano una buona fetta del PIL tunisino. Erano gestite dalla Compagnia dei Fosfati di Gafsa, la quinta produttrice mondiale, dal 1994 fusa con lo statale Gruppo Chimico Tunisino. Nelle ultime settimane la zona è stato teatro di scioperi e malcontenti sia per questioni relative al lavoro, sia per il malcontento verso i principali partiti politici (in particolare l’islamista Ennahdha) ed infine per le condizioni economiche generali della zona che non beneficiano dei grandi profitti derivanti dall’attività mineraria. L’obiettivo principale dell’inchiesta operaia era cogliere meglio questi elementi dagli operai stessi. Obiettivo raggiunto in parte a causa delle condizioni in cui si è svolta. Non è possibile intervistare i minatori al di fuori dei cancelli come si può fare in italia davanti le fabbriche. Le miniere infatti si trovano al di fuori della città e per accedervi ci vuole un permesso da parte dell’azienda, inoltre è difficile approcciare i minatori anche in luoghi di ritrovo in città, semplicemente perchè la cittadina di Metlaoui non ha luoghi di ritrovo, a parte qualche bar sgangherato poco frequentato rispetto anche all’abitudine tunisina di stazionare per ore al bar. Abbiamo ottenuto il permesso tramite l’università El Manar di Tunisi dove studio e siamo riusciti ad accedere a due siti accompagnati da due capi. Questo tipo di visita guidata mi ha dato l’impressione che i due siti e gli operai selezionati siano stati scelti “con cura” dalla direzione... Ciononostante sono emersi anche aspetti interessanti sullo stile di vita degli operai e su cosa pensano, obiettivo che il questionario si prefiggeva. Mi hanno accompagnato il professore Zoyhaier che insegna filosofia dell’università di Tunisi, originario di Gafsa e Assoum, una mia collega tunisina anche lei di Gafsa. Il primo traduceva e poneva le domande in arabo o in francese, la seconda mi traduceva le risposte in inglese. Non è stato possibile fare delle inchieste individuali ma l’approccio con i due gruppi è stato sotto forma di capannello, come normalmente avviene quando interveniamo ai cancelli delle fabbriche, solitamente rispondeva un operaio (non sempre lo stesso) e qualche altro aggiungeva qualcosa se voleva. Di seguito il questionario somministrato ai due gruppi e le risposte collettive divise in “gruppo A” (il primo gruppo di lavoratori non propriamente minatori ma svolgenti mansioni di manutenzione dei macchinari) e il “gruppo B” (minatori intervistati sul sito di estrazione dei fosfati). C’è da sottolineare che in entrambe le imterviste erano presenti i capi. Entrambi i gruppi erano formati d circa 10 operai ciascuno.
1)
Quanti operai siete in questa miniera?
2)
Ci sono altre miniere simili a questa nella zona?
3)
Quanti minatori sul numero totale è iscritto ad un sindacato?
4)
Qual è il sindacato maggioritario?
5)
Mi può parlare dei recenti scontri avvenuti a Metaloui, perchè sono
nati?
6)
Secondo lei quali sono le differenze nelle condizioni di lavoro prima
e dopo la "rivoluzione"? ci sono stati cambiamenti positivi
e/o negativi? E quali?
7)
Pensa che l'ANC ha tenuto in considerazione le necessità dei
lavoratori e di voi minatori?
8)
Cosa pensa delle prossime elezioni che si dovranno tenere entro il
2014?
9)
Cosa pensa degli attuali partiti rappresentanti all'interno della
ANC?
10)
Il ministro dell'industria Bennaceur ha dichiarato che se continuano
gli scioperi come quelli che avete tenuto ultimamente, circa 27mila
posti di lavoro andranno persi. Cosa ne pensa?
11)
Ha anche dichiarato che lo sciopero alla miniera di Bassin sta
creando danno all'esportazione e all'economia del paese. Cosa ne
pensa?
12)
Vuole aggiungere qualcosa liberamente?
N.B.
le prime quattro domande non sono state somministrate, ma i dati ci
sono stati forniti dal professore Zoyhaier che è membro della
sezione locale dell’UGTT e ha accesso a questi dati:
1)
circa 3000 operai nella miniera di Kaffedour a Metlaoui che è la più
grande, 7400 operai in tutto considerando le altre miniere del
governoratorato.
2)
ci sono miniere a Maulognes, Redeyeb e Mdhilla.
3)
tutti sono iscritti al sindacato
4)
oltre il 90% è iscritto all’UGTT
Gruppo
A
5)
Ci sono stati scioperi riguardanti le assegnazioni di quote di
lavoro, la principale ragione degli scioperi è il lavoro, alcuni
disoccupati che hanno avuto problemi d’impiego hanno organizzato
gli scioperi.
6)
Nessun cambiamento in particolare, adesso lavora un po’ più di
gente per la compagnia, questo è l’unico cambiamento. I contributi
dati al governatorato di Gafsa non sono sufficienti, la compagnia fa
un sacco di profitti al giorno e in confronto ai lavoratori viene
dato niente.
7)
8) e 9) Circa le prossime elezioni la compagnia è neutrale, non ci
interessa granchè dei partiti rappresentati nella Assemblea
Nazionale Costituente, non abbiamo un’idea ne un’orientamento
chiaro, dopo aver letto i programmi elettorali vedremo. Il nostro
problema è che ora c’è più gente impiegata in miniera e
lavoriamo tutti di meno, prima della rivoluzione i lavoratori stavano
meglio perchè c’era la possibilità di fare gli straordinari e
guadagnare di più, con l’ingresso dei nuovi minatori non c’è la
possibilità di fare gli straordinari e ai nuovi neanche interessa
farli.
10)
Il ministro in questione è di Gafsa. Conosciamo molto meglio la
situazione noi lavoratori che il ministro, quindi non ci interessa
niente di questo tipo di dichiarazioni. Se il ministero non ci farà
problemi non ci saranno scioperi.....
12)
Vogliamo la possibilità di fare gli straordinari, per gli operai
anziani sono molto importanti, ai giovani invece non interessano.
Lavoriamo sodo e non abbiamo niente in cambio, neanche luoghi per
svagarci in città come parchi, teatri, cinema nè per noi nè per le
nostre famiglie. Metlaoui è la seconda città del governatorato di
Gafsa e ha la principale miniera e in cambio non abbiamo niente.
L’azienda fa 7 milioni di dinari di profitti al giorno (3 milioni e
211 mila euro) di questi profitti solo il 4% va al governatorato di
Gafsa per Metlaoui.
Gruppo
B
5)
Qui la principale questione è stato il risultato delle
graduatorie... (Stessa
risposta del gruppo A,
chiedo
qual è il nesso tra lo sciopero in questione ed il fatto di aver
dato fuoco alla sede locale di Ennahdha)
Non c’è nessuna relazione, qualcuno che è contro quel partito si
è staccato dal corteo e lo ha fatto.
6)
Le condizioni di lavoro sono peggiorate... (stessa
risposta del gruppo A)
7)
Tutti i partiti non hanno mantenuto le promesse circa noi lavoratori.
8)
e 9) (risponde
ridendo n.d.r.)
di sicuro non voteremo ne Ennahdha ne Nida Tounes (partito
che ha al suo interno esponenti dell’ex regime di Ben Ali n.d.r).
avranno scarsi risultati elettorali.
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