Riportiamo dal recente numero del giornale "Proletari comunisti" uno stralcio dell'intervista fatta al coordinatore dello Slai cobas per il sindacato di classe di Bergamo (operaio Dalmine) sulla fase della lotta degli operai della logistica di Vignate e Capriate, che ha preceduto il vigliacco attacco di autisti, capi delle cooperative del 4 aprile.
Per leggere tutta l'intervista e gli altri articoli si può richiedere il giornale a: pcro.red@gmail.com.
"Parlaci della lotta degli operai della logistica, delle varie
sue fasi.
La lotta che dura da circa 3 mesi dei 160 operai immigrati della
logistica della cooperativa Logic Service di Vignate e Capriate è
interna alla battaglia – da noi già fatta nella primavera del 2012
– contro la politica dei cambi di appalto usata dalle ditte
committenti e dalle cooperative per ridurre il numero dei lavoratori.
Questa volta al cambio di appalto si univa anche il trasferimento
in altra sede, a Trezzo, con la volontà di eliminare per questa via
operai che rivendicano e vogliono difendere i loro diritti.
Gli operai, infatti, erano già scesi in lotta nel maggio scorso,
con uno sciopero interno durato 48 ore, contro le condizioni di
lavoro semi-schiavistiche, per un giusto salario e per il
riconoscimento dell Slai cobas per il sindacato di classe; questo
aveva rafforzato il nucleo iniziale ancora piccolo degli operai dello
Slai cobas per il sindacato di classe, e posto le condizioni perchè
nella lotta attuale anche gli altri operai, compresi quelli iscritti
alla Cgil, allora sindacato maggioritario, si unissero o seguissero
gli operai Slai cobas.
La lotta è subito iniziata a gennaio in forma dura, con i blocchi
allo stabilimento di Vignate; la prima risposta la Ditta committente,
la LDD, è stata la lettera di disdetta dell'appalto alla Logic
Service, in realtà già pronta, ma tirata fuori con il pretesto dei
blocchi.
Questa fase è durata 4 giorni e ha costretto il prefetto ad
aprire un Tavolo con tutte le parti.
Per la prima volta la Ldd, che fino ad allora non aveva mai
incontrato i sindacati, neanche i confederali, si è dovuta sedere al
Tavolo in prefettura con lo Slai cobas. Ma ugualmente in prefettura
per la prima volta hanno partecipato ad un Tavolo i diretti operai.
Questo ha impedito che andasse avanti una linea da parte della
Prefettura al ribasso in cui sono sempre i lavoratori la parte
svantaggiata, e che puntava ad una mera gestione delle proposte
vergognose delle cooperative di assumere solo 60 su 160 lavoratori in
5/6 mesi, mandando a casa tutti gli altri.
Contro questa inaccettabile proposta la lotta è ripresa, questa
volta a Trezzo dove intanto le attività erano state trasferite e le
cooperative subentranti stavano già procedendo ad assunzioni di
lavoratori altri, addirittura alcuni fatti arrivare dal sud. Con la
coscienza che questa volta doveva reggere più a lungo, si è assunta
un'altra tattica della lotta per reggere almeno per due settimane.
Gli operai dello Slai cobas per il sindacato di classe non hanno
iniziato subito con il blocco totale, ma hanno portato avanti una
“guerriglia”, via via crescente: blocchi ai cancelli ma di alcune
ore, alternati con volantinaggi, blocchi stradali,
presidio-volantinaggio agli ipermercati della Ldd della zona, presidi
agli Uffici delle cooperative a Bergamo per stoppare subito i
colloqui individuali che le ditte tentavano di fare, chiamando i
lavoratori, per discriminarli, dividerli, bypassando le
rappresentanze sindacali; fino al blocco totale, dalla mattina alla
sera del magazzino di Trezzo, a fine febbraio.
Questo ha aperto un'altra fase, con una nuova convocazione del
Tavolo in Prefettura...
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha posto subito sul
Tavolo che la Ldd doveva farsi carico di tutti i 160 lavoratori..."
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