pc 11 aprile - Le multinazionali farmaceutiche associazioni a delinquere con la collaborazione di governi e ministri corrotti
Il farmaco inutile contro l'aviaria pagato dai governi oltre tre miliardi
Ricerca indipendente "smonta" il Tamiflu: inefficace per influenza suina e dei polli
di CORRADO ZUNINOROMA - Il costoso farmaco Tamiflu che ci avrebbe salvato dall'aviaria,
che avrebbe impedito il passaggio dell'influenza dai polli all'uomo su
scala mondiale e combattuto un'epidemia che nei grafici clinici avrebbe
potuto fare 150mila morti soltanto in Italia, non è servito a niente.
Solo a gonfiare i bilanci della Roche spa,
multinazionale svizzera che grazie alle ondate di panico collettivo ha
venduto nel mondo, solo nel 2009, confezioni per 2,64 miliardi di euro.
Due miliardi e sei per un solo farmaco che, si calcola, a quella data è
stato utilizzato da 50 milioni di persone. Inutilmente.
Già.
Un gruppo di scienziati indipendenti - Cochrane collaboration - ha
ripreso in questi giorni un suo studio realizzato nel 2009 sul rapporto
tra l'antivirale Tamiflu e l'influenza suina (seimila casi mortali nel
mondo). E se allora l'organizzazione medica no profit sosteneva che non
c'erano prove a sostegno dell'utilità del medicinale per la suina, ora
si spinge oltre e lo stampa sul British medical journal: per l'influenza
aviaria (62 morti accertati, fino al 2006) l'antivirale della Roche è
stato inutile.
Lo si certifica adesso, ma per dieci anni una
teoria di stati nel mondo, sull'onda della speculazione emotiva, ha
accumulato milioni di confezioni, buttato valanghe di denaro pubblico e,
dopo cinque stagioni, buttato anche le confezioni scadute. Secondo la
controricerca il Tamiflu (dai 35 ai 70 euro a scatola, secondo richiesta
e Paese) contrappone alle influenze gli stessi effetti del più
conosciuto paracetamolo. Non ha prevenuto la diffusione della pandemia,
né ha ridotto il rischio di complicazioni letali. Ha attenuato solo, nei
primi quattro giorni del contagio, alcuni sintomi. Una tachipirina, non
certo la panacea per epidemie da kolossal.
Ecco servito un
nuovo caso di inganno Big Pharma, segnalato da ricercatori che hanno
rilevato errori e mancanze in ogni stadio del processo: la produzione,
le agenzie di controllo, le istituzioni di governo. Gli uffici stampa
della Roche hanno tempestivamente replicato, ieri: la ricerca è
incompleta e frammentaria. È un fatto, però, che il Tamiflu passerà alla
storia della farmaceutica contemporanea come il medicinale più gonfiato
e redditizio.
L'influenza aviaria venne descritta per la prima
volta in Piemonte, nel 1878, ma è dal 1996 che si è scoperta pericolosa
per l'uomo. Da allora e per dieci anni focolai hanno toccato cinque
continenti. Hong Kong l'origine, poi l'approdo in Australia, Cile,
Centro America, Olanda, Belgio, Germania, quindi Canada, Stati Uniti,
Sudafrica, di nuovo Sud-Est asiatico, il resto dell'Asia, ancora Europa.
Centocinquanta milioni di volatili contagiati e, alla fine, 62 umani
morti (in media un normale ceppo influenzale, ogni anno, provoca nel
mondo 700 mila decessi). Grazie all'Organizzazione mondiale della
sanità, spinta dai centri di controllo medico americani, a metà dei
Duemila il Tamiflu Oseltamivir diventa il farmaco elettivo per il
trattamento dell'influenza aviaria.
Nel novembre 2005 il
presidente George W. Bush richiede al congresso 7,1 miliardi di dollari
per prepararsi a una pandemia, 1,4 miliardi sono necessari per
acquistare farmaci antivirali. Si scoprirà che uno degli articoli su cui
si basavano le evidenze scientifiche per lanciare il Tamiflu era uno
studio fatto su un solo paziente. Si scoprirà, soprattutto, che il
brevetto del farmaco è stato dal 1997 al 2001 della società Gilead, il
cui presidente era Donald Rumsfeld, segretario di Stato americano
dell'amministrazione Bush dal 2001 al 2006: Rumsfeld mai ha lasciato il
pacchetto di azioni Gilead e tutt'oggi riceve il 22 per cento dei
profitti derivanti dalla vendita del Tamiflu.
In quei giorni di
allarmi a comando, il segretario di Stato impose la somministrazione
obbligatoria del suo farmaco alle truppe nordamericane. E i governi
occidentali si superarono negli ordinativi alla Roche, che faticò a star
dietro alle richieste: 2,3 milioni di dosi la Svizzera, 5,4 milioni il
Canada, 13 milioni la Francia, 14,6 milioni la Gran Bretagna.
L'Italia,
governo Berlusconi, Storace ministro della Salute, autorizzò l'acquisto
di antivirali per il 10 per cento della popolazione: sei milioni di
confezioni. La Roche spa, tra il 2003 e il 2005, quadruplicò le vendite
nel mondo.
Sull'allarme aviaria, ha rivelato l'ultimo numero dell'Espresso, la procura di Roma sta indagando
su un'ipotesi impaurente: il virus esistente, in Italia, fu trasformato
ad arte in un'epidemia in procinto di esplodere. Psicosi generata da
ricercatori e industrie farmaceutiche (in questo caso la Merial di
Noventa Padovana) che portò il governo Berlusconi (ter) a spendere 50
milioni per vaccini poi rimasti inutilizzati. Per ora è stata indagata
per associazione a delinquere, insieme ad altre 38 persone, Ilaria
Capua, virologa di fama internazionale, deputato di Scelta civica.
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