L’Aquila 6 aprile 2014
Oggi no, è lutto cittadino per 2 ore e poi è domenica e funzionari
e pubblici impiegati non lavorano.
E poi c’è il “salone
della ricostruzione” con il focal point sulle "Imprese
delle donne", che diamine! Come se le donne, per il fatto di essere
tali, non possano essere stronze!
E poi ci sono le
elezioni ricordate abruzzesi?
Quindi no, oggi è
lutto cittadino per 2 ore e poi è domenica e funzionari e pubblici
impiegati non lavorano e i padroni no, non lavorano mai
Ma da domani si ricomincia e per chi non lo avesse ancora capito
o non lo sapesse, si ricomincia come e peggio di prima:
Senza i propri cari, che le istituzioni non protessero
allora, ma di cui oggi si nutrono, come parassiti, come ogni anno dal 2009, per
lavarsi la coscienza
Senza casa, per gli aquilani senza fissa dimora e per chi
non può permettersi di pagare un affitto
Senza lavoro
Senza reddito per i proletari
Ma con:
Il Sindaco Cialente sempre ben inchiodato alla poltrona a
fare il clown melodrammatico
Politici, borghesi e giornalisti di destra e di sinistra a
sbracciarsi per “L’Aquila che vogliamo”, con la preghiera del Papa
Mentre piovono:
Denunce per chi ha lottato
Avvisi di sfratto per i proletari del progetto case, che non
sono in grado di pagare l’affitto o le bollette
Comunicazioni di licenziamento da parte di aziende che con
il terremoto hanno fatto cassa e, passato il periodo delle vacche grasse per i
grassi, si liberano degli “esuberi” senza neanche i cosiddetti ammortizzatori
sociali
Questa è L’Aquila, secca, nuda e cruda, vista con gli occhi
di chi ancora ci vive.
Certo, c’è chi è contento, come scrive Giustino Parisse, “per
essersi rifatto un palazzone con 8 milioni di euro dei contribuenti italiani” e
chi, come scrivo io, ha raddoppiato i propri profitti proprio grazie al
terremoto (aquilani e non).
Ma presto ci sarà un’altra “tregua” mediatica su L’Aquila,
che durerà almeno fino alle prossime regionali, salvo ulteriori scandalicchi o scandaloni
sulla non-ricostruzione
Perché L’Aquila è un affare solo per ricchi sciacalli, non
necessariamente “mafiosi”
L’Aquila è un affare
solo per ricchi
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