Ferrari, premio di 4000 euro a dipendenti. "Ma se non hanno fatto giorni di
malattia"
La fabbrica di Maranello è l'unica del gruppo Fiat ad applicare
un accordo integrativo che premia gli operai quando aumentano i livelli di
produzione. Ma ad alcune condizioni: "Il premio spetterà in toto solo a
coloro che non hanno chiesto giorni di malattia, di permesso o di congedo
matrimoniale"
Un bonus di circa 4.000 euro nelle buste paga di aprile, ma
solo per chi non ha fatto assenze sul lavoro. Aumenta il fatturato e quindi
ricompensa i propri lavoratori la Ferrari di Maranello, l'unica fabbrica
italiana del Gruppo Fiat ad applicare un accordo integrativo che premia i
dipendenti quando i livelli di produzione, qualità e redditività dello
stabilimento raggiungono un segno positivo. Un bonus di 4.100 euro lordi
l'anno per gli operai, e 4.300 per gli impiegati, quindi, che, al netto
della tassazione, dovrebbe attestarsi attorno ai 3.000 euro netti. "Il
premio, però - precisa Paolo Ventrella, delegato Fiom e operaio Ferrari
-spetterà in toto solo a coloro che nel 2013 non hanno chiesto giorni di
malattia, di permesso non retribuito o di congedo matrimoniale
".
Nello stabilimento del cavallino rampante vige un accordo triennale
per cui i bonus di ricompensa riconosciuti ai dipendenti si calcolano sulla
base di 4 parametri: il numero di vetture realizzate, il fatturato, l'indice
di qualità e la produttività dei lavoratori. "Quest'anno - spiega Alberto Zanetti, segretario della Uilm di Modena - le auto prodotte sono in lieve
calo, tuttavia sono aumentate le vetture speciali, che hanno un costo più
alto e quindi accrescono i livelli di fatturato". I lavoratori Ferrari, poi,
spiega ancora la Uilm, "sono virtuosi: l'assenteismo, a Maranello, è
praticamente inesistente, e questo incide sul bonus". Per chi non fa
assenze, infatti, il premio cresce del 5%, per chi manca da 0 a 8 giorni,
invece, la ricompensa non subisce penalizzazioni, quindi è al
100%. Ma c'è una trattenuta per i lavoratori che invece superano quella
soglia. "A
differenza dei vecchi contratti unitari - racconta Ventrella -
che riconoscevano un bonus collettivo, l'accordo triennale introduce un
premio variabile individuale, che viene tagliato, cioè, sulla base delle
presenze
sul posto di lavoro. Nel calcolo del contributo incidono, per
esempio, gli infortuni in itinere, i permessi non retribuiti, la legge 104,
i permessi Avis, i congedi matrimoniali, la malattia: se un operaio ricorre
a una di
queste tipologie di 'assenze', automaticamente subisce delle
decurtazioni del premio". Decurtazioni che di anno in anno aumentano:
"quest'anno chi è mancato per più di 120 ore ha perso 800 euro di bonus. Chi
invece è stato assente fino a 80 ore subisce un taglio del 10%. E il
prossimo anno le percentuali aumenteranno: un'assenza fino a 80 ore
corrisponderà a un meno 15% di contributo, e oltre le 120 ore, meno 25% del
bonus - calcola Ventrella - quindi, a fronte di un fatturato record del 5%
nel 2013, la
Ferrari in realtà, rispetto al primo anno in cui è entrato in
vigore l'accordo, ha riconosciuto ai lavoratori un bonus di appena 60 euro
lordi".Per Uilm, "la Ferrari sotto questo aspetto rappresenta un esempio
virtuoso,
perché è l'unico marchio Fiat che alla luce di un aumento della
produttività e quindi del fatturato premia in maniera proporzionata i propri
lavoratori". E conti alla mano, la differenza tra chi lavora alla Ferrari e
chi invece è impiegato in un qualsiasi altro sito produttivo del gruppo
Fiat, in termini di bonus è sensibile. Anche se lo stipendio riconosciuto è
più o meno lo stesso, tra i 1.400 euro al mese ai 1.600, a seconda delle
mansioni o dei turni, diurni oppure notturni. Nelle altre fabbriche Fiat,
dalla Cnh alla
Maserati, da Pomigliano alla Iveco di Bolzano, infatti, gli
operai sono ricompensati solo sulla base della presenza sul posto di lavoro:
0,80 centesimi l'ora, quindi circa 6 euro al giorno, per un totale di 1.400
euro
lordi l'anno, solo per chi non fa alcuna assenza. "Solo alla Ferrari,
quindi, c'è un bonus supplementare - sottolinea Zanetti - che ridistribuisce
parte degli utili anche tra coloro che contribuiscono a realizzarli, cioè
gli operai".Utili che provengono sia dalla vendita delle vetture, la
fetta più grossa del fatturato Ferrari, sia dalla fornitura delle componenti
per auto, ad esempio i motori che Maranello fornirà alle Officine Maserati
di Grugliasco, circa 1.000 pezzi l'anno, "elemento che ha contribuito ad
accrescere la
produttività dello stabilimento modenese", sia dalla vendita
di gadget e altri prodotti marchiati dal cavallino rampante in tutto il
mondo, Abu Dhabi compresa. "Ferrari è un modello virtuoso che noi vorremmo
esportare anche in altre fabbriche, del Gruppo Fiat ma non solo - sottolinea
anche Eros
Panicali, segretario nazionale della Uilm - sicuramente
lavoreremo per rinnovare l'accordo triennale di Maranello, ma l'obiettivo
della Uilm sarà anche quello di arrivare ad intese simili a partire dagli
stabilimenti in
cui, per esempio, non c'è il ricorso alla cassa integrazione
e si producono utili".
per andare alla radice del fascismo padronale targato fiat - richiedi a pcro.red@gmail.com
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