domenica 29 dicembre 2013

pc 29 dicembre - Taranto Convegno nazionale 11 gennaio - a padron Riva il processo lo facciamo noi !

A fronte della indecente sentenza della cassazione che annulla sequestro:8,1 miliardi cifra stimata  equivalente alle somme che nel corso degli anni la società avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti  'generando malattia e morte'


11 gennaio convegno di protesta a taranto
organizza rete nazionale  per sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio
info
bastamortesullavoro@gmail.com

347-1102638


comunicato invito


è convocato un convegno sul processo a riva e soci  del 2014 con l'avvocato dei processi tyssen ed eternit a torino, avv Bonetto -sostenitore rete nazionale sicurezza  e salute sui posti di lavoro e sul territorio.

 -per  protestare con dati di fatto contro la sentenza della cassa
integrazione

-per riportare un bilancio dell'esperienza vincente dei processi Tyssen-Eternit

 -per una piattaforma e un metodo  della costituzione associata come parte civile, gratuita e di massa, degli operai,lavoratori e cittadini


 il convegno aperto a tutti si terrà sabato 11 gennaio 2014 dalle ore 9.30
alle 13 presso sala palazzo di città o biblioteca comunale - da confermare

a cura rete nazionale salute e sicurezza sui posti di lavoro e territorio
sede taranto
bastamortesullavoro@gmail.com
347-1102638

20 dicembre 2013


La Corte di Cassazione ha stabilito che i beni della holding Riva Fire, società proprietaria di Ilva spa, non andavano sequestrati e ha annullato senza rinvio il decreto di sequestro confermato dal riesame nel giugno scorso dal tribunale del riesame di Taranto. La stima di oltre 8 miliardi era stata formulata dai custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Mario Tagarelli come il costo totale degli interventi necessari al ripristino funzionale degli impianti dell'area a caldo per un possibile risanamento ambientale. 

La società Riva Fire, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe ottenuto negli anni un notevole vantaggio economico attraverso quella che i magistrati definiscono una "consapevole omissione" degli interventi nell'Ilva per la protezione e salvaguardia dell'incolumità dell'ambiente, degli operai e dei cittadini di Taranto. 
In sostanza 8,1 miliardi erano i soldi che secondo l'accusa i Riva avrebbero risparmiato  evitando di ammodernare gli impianti della fabbrica che secondo i periti del tribunale, oggi "genera malattia e morte".

il gip Todisco aveva autorizzato il sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie nella disponibilità della società Riva Fire, per le violazioni ambientali alla legge 231/01 che sancisce la responsabilità giuridica delle imprese per i reati commessi dai propri dirigenti. In realtà finora, gli uomini della Guardia di finanza erano riusciti a individuare solo due miliardi rispetto agli otto richiesti. Dal sequestro sarebbero dovuti rimanere fuori i beni e le finanze riconducibili alla società di Ilva spa poiché il gip Todisco aveva infatti chiarito che i beni della società potevano essere aggrediti solo nel caso in cui non siano strettamente indispensabili all'esercizio dell'attività produttiva nello stabilimento di Taranto. L'accusa nei confronti di Emilio, Nicola e Fabio Riva è di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.





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