Santa Tecla d'Este (Pd): la
curia licenzia 99 lavoratrici della sanità
- Martedì, 24 Dicembre 2013 18:21
- Marco Santopadre
La
Fondazione ecclesiastica S. Tecla di ESTE (PD) che gestisce l’omonimo Istituto
Geriatrico, ha dato seguito alla dichiarazione di esubero di personale,
licenziando 99 lavoratrici. Nonostante un finanziamento regionale di 5 milioni
di euro, la Fondazione tira in ballo presunte "difficoltà economiche"
a giustificazione dei licenziamenti; difficoltà che qualora esistenti non
sarebbero certo da imputare alle lavoratrici - viste le numerose illegittimità
nell'applicazione del contratto di lavoro -, ma piuttosto alle acrobazie
finanziarie cui ormai il mondo religioso ci ha abituato nella gestione delle
strutture sanitarie!
Le lettere
di licenziamento, arrivate al termine di un'infuocata assemblea nella quale i
lavoratori hanno respinto l'ipotesi indegna di un contratto di
solidarietà proposto da CGIL, CISL e UIL, hanno quindi anche l'amaro gusto di
una ritorsione nei confronti di quanti non intendono abbassare la testa.
Numerose le
iniziative messe in campo dall'USB: dall'indizione dello stato d'agitazione
alla protesta dei lavoratori licenziati alla messa natalizia delle ore undici
nel Duomo di Santa Tecla; altre ne seguiranno nei prossimi giorni, fino allo
sciopero proclamato per il giorno 7 gennaio 2014.
In
conseguenza dell’indizione dello stato di agitazione, una delegazione dell’USB
sarà ricevuta dal Prefetto di Padova il giorno 27 dicembre, in un estremo
tentativo di ricomporre la situazione prima dello sciopero. In questa
occasione, si terrà un presidio davanti alla sede prefettizia.
“Proporremo
l’unica ricetta possibile per risolvere la situazione: che l’Istituto torni ad
essere una struttura pubblica che si occupi della salute dei cittadini senza
altre logiche che non siano quelle della tutela della salute e
dell’assistenza" dichiara Daniela Rottoli del Coordinamento Nazionale USB.
"Non
bisogna infatti mai dimenticare che, prima di essere una Fondazione, l’Istituto
era una II.PP.A.B., ovvero un soggetto pubblico. Oggi, soprattutto dopo i
licenziamenti, di questa logica non rimane traccia rimanendo evidente solo la
faccia più feroce dell’attuale gestione amministrativa sempre più simile, più
che al "dettato cristiano", alla logica delle multinazionali del
profitto” prosegue Rottoli.
"Noi
siamo quelli del San Raffaele di Milano, quelli che hanno vinto un referendum
rigettando l'ipotesi dello scambio tra salario e posto di lavoro e come allora
non molleremo e rimarremo a fianco delle lavoratrici del Santa Tecla
contrastando, con tutti i mezzi a nostra disposizione, l'ennesimo piano di
ristrutturazione sulla pelle dei lavoratori" conclude la sindacalista.
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