QUARANTENNI DI OGGI E DI IERI
Il presidente del Consiglio dei ministri è il sedicente democratico Padre Enrico Letta: nato a Pisa il 20 agosto 1966, laureato in scienze politiche con indirizzo politico-internazionale, ha ben quarantasette anni.
Il segretario del Partito (sedicente) Democratico, invece, è Don Matteo Renzi: nato a Firenze l’11 gennaio 1975, laureato in giurisprudenza, ha ben trentotto anni.
Ambedue questi ecclesiasti prestati alla politica appartengono quindi alla generazione dei quarantenni: in forza di questo pretenderebbero di prendere in mano le sorti dell’Italia poiché sostengono essere arrivato il momento del ricambio generazionale.
Da buon militante, da sempre, comunista sono molto preoccupato: non perché i due personaggi in questione c’entrino qualcosa con la storia della sinistra italiana, ma in quanto di ‘svolta dei quarantenni’ - pur se da un punto di osservazione esterno - ne ho già vissuta una.
Si tratta di quella che alla metà degli anni ottanta ha portato alla direzione del partito revisionista i quarantenni di allora: Achille Occhetto, Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Piero Fassino, presero il potere e decretarono la fine del partito; lo sciolsero e diedero vita al Partito Democratico della Sinistra.
Se fossi un militante del Partito (sedicente) Democratico, e provenissi da quell’esperienza, sarei fortemente preoccupato: quando alla stanza dei bottoni accede la ‘generazione dei quarantenni’, accade sempre qualcosa di rovinoso; occorre prepararsi all’ennesimo scivolamento a destra da parte della formazione di via Sant’Andrea delle Fratte 16.
Chissà se, a quel punto, i pochi socialdemocratici rimasti nella formazione guidata dall’Henry Winkler de noantri avranno uno scatto d’orgoglio: forse manderanno a quel paese i servi dello Stato straniero denominato Città del Vaticano per dare vita ad una credibile formazione di centrosinistra che in questo momento - checché ne dicano i dirigenti sedicenti democratici - non esiste.
Il segretario del Partito (sedicente) Democratico, invece, è Don Matteo Renzi: nato a Firenze l’11 gennaio 1975, laureato in giurisprudenza, ha ben trentotto anni.
Ambedue questi ecclesiasti prestati alla politica appartengono quindi alla generazione dei quarantenni: in forza di questo pretenderebbero di prendere in mano le sorti dell’Italia poiché sostengono essere arrivato il momento del ricambio generazionale.
Da buon militante, da sempre, comunista sono molto preoccupato: non perché i due personaggi in questione c’entrino qualcosa con la storia della sinistra italiana, ma in quanto di ‘svolta dei quarantenni’ - pur se da un punto di osservazione esterno - ne ho già vissuta una.
Si tratta di quella che alla metà degli anni ottanta ha portato alla direzione del partito revisionista i quarantenni di allora: Achille Occhetto, Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Piero Fassino, presero il potere e decretarono la fine del partito; lo sciolsero e diedero vita al Partito Democratico della Sinistra.
Se fossi un militante del Partito (sedicente) Democratico, e provenissi da quell’esperienza, sarei fortemente preoccupato: quando alla stanza dei bottoni accede la ‘generazione dei quarantenni’, accade sempre qualcosa di rovinoso; occorre prepararsi all’ennesimo scivolamento a destra da parte della formazione di via Sant’Andrea delle Fratte 16.
Chissà se, a quel punto, i pochi socialdemocratici rimasti nella formazione guidata dall’Henry Winkler de noantri avranno uno scatto d’orgoglio: forse manderanno a quel paese i servi dello Stato straniero denominato Città del Vaticano per dare vita ad una credibile formazione di centrosinistra che in questo momento - checché ne dicano i dirigenti sedicenti democratici - non esiste.
Genova, 25 dicembre 2013
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
Nessun commento:
Posta un commento