martedì 24 dicembre 2013

pc 24 dicembre - Le “Feste” che la borghesia regala ai proletari in Sicilia... crisi nera per il lavoro e i suicidi degli operai

Oggi le pagine del quotidiano La Repubblica dell'edizione di Palermo fanno un quadro nerissimo della situazione lavorativa in Sicilia che purtroppo viene confermata, nelle stesse pagine, dal suicidio di un operaio precario di 55 anni in cassa integrazione da due mesi e dal tentativo di suicidio di un altro operaio che si è tagliato le vene per stipendi arretrati che non arrivano.
In questi articoli vengono riportate interviste ai sindacalisti confederali che come al solito sembrano cadere dalle nuvole, mentre fanno carriera sindacale e politica gestendo accordi di ogni tipo con i padroni e le istituzioni che portano lavoratrici e lavoratori alla disperazione.
Si conferma anche la nullità dell'azione di governo dell'attuale presidente della Regione, Crocetta, quello della “rivoluzione”.
Cgil-Cisl-Uil, istituzioni e padroni tutti complici e corresponsabili di una situazione già terribile per migliaia di disoccupati, precari e lavoratori, i quali devono prendere in mano il proprio destino per farla finita una volta e per tutte con chi porta le masse alla disperazione.


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Crisi nera, a rischio 36 mila posti di lavoro
dall'edilizia all'industria, agli alberghi all'Etna Valley: un 2014 pieno di incognite


Trentaseimila siciliani rischiano di perdere il lavoro da qui alla fine del prossimo anno. Nel giorno del sit-in delle tute blu di Ansaldo Breda davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Carini e dell'allarme sul possibile addio alla Sicilia del colosso dei call center Almaviva, Cgil, Cisl e Uil tracciano una stima shock sulle vertenze pronte a esplodere e sugli effetti della crisi. Crisi che colpisce tutti i settori: dall'edilizia all'industria, dalla formazione professionale ai rifiuti, fino a fiori all'occhiello come l'Etna Valley. “E ai 36 mila – dice Claudio barone, leader della Uil – si potrebbero aggiungere i 20mila precari degli enti locali, la cui salvezza è ancorata all'approvazione della Finanziaria e al superamento del patto di stabilità”.


EDILIZIA E INDUSTRIA
Sono i settori più colpiti dalla crisi: da sola, l'edilizia dal 2008 a oggi ha lasciato sul terreno 50 mila posti di lavoro, e per l'anno prossimo ii sindacati prevedono alti 20 mila licenziamenti, non va meglio l'industria che assiste alla morte delle maggiori realtà. È il caso della Fiat di Termini Imerese: i 1.100 operai potrebbero essere licenziati già a metà aprile, se non sarà trovata una soluzione alternativa al Lingotto. Stessa sorte potrebbero subire a febbraio i 196 lavoratori della Keller, azienda di Carini in crisi da oltre vent'anni, i cui lavoratori hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Sempre a Carini rischiano il posto i 147 della Ansaldo Breda, per i quali la società ha chiesto la cassa integrazione e che potrebbe trasformarsi in licenziamento. E i 200 lavoratori della Italtel: la cassa integrazione scadrà nel 2014 e per loro l'azienda potrebbe chiedere l'esubero.


RIFIUTI
Secondo le stime della Cisl, in mille rischiano di perder il posto nel caos della riforma regionale del sistema. “Negli ultimi giorni 283 lavoratori dell'Ato Palermo 1 e della Coinres – spiega Dionisio giordano, della Cisl – hanno ricevuto lettere di licenziamento, perché - nell'attesa che si attui il passaggio dagli Ato alle Srr – i comuni gestiscono il servizio in totale autonomia e assenza di regole, affidando la gestione a ditte private. E la situazione è destinata a peggiorare”.


FORMAZIONE PROFESSIOANLE
“In attesa della riforma – commenta Michele Pagliaro della Cgil Sicilia - gli enti di formazione hanno comunicato l'intenzione di ridurre il personale nel 2014. A rischio sono dai tremila ai quattromila addetti. La riforma non parte, non c'è una prospettiva chiara e gli enti tagliano.”


TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
La Cgil teme che il taglio del 10 per cento dei trasferimenti previsti nella Finanziaria regionale si traduca in una riduzione del personale. Per il trasporto su strada i sindacati ipotizzano la perdita di 600 posti di lavoro, mentre quello marittimo subirà un taglio di 200 addetti.


CALL CENTER
Almaviva, colosso internazionale del settore, rischia di soccombere sotto i colpi dell'inerzia della Regione. Da oltre un anno l'azienda, presente a Palermo e a Catania con seimila dipendenti, chiede alla Regione una nuova sede. In cambio sarebbe disposta a trasferire la sede legale nell'Isola pagando qui le tasse, e a creare un polo di Information Technology. Ma da Palazzo d'Orleans tutto tace, e Almaviva minaccia di andare via.


ELETTRONICA E FARMACEUTICA
Meditano l'addio anche le multinazionali dell'Etna Valley. “La farmaceutica – dice Ferruccio Donato, della Cgil – rischia di subire duri colpi: la Pfizer, il colosso americano che a Catania dà lavoro a 700 persone, ha perso l'esclusiva sulla produzione di un farmaco che dal 2014 potrà essere prodotto ovunque nel mondo, il che ci fa temere per e ricadute sull'Isola. La microelettronica arranca e sono in 400 a rischiare il posto alla Micron, la multinazionale americana che minaccia di ridurre il personale.


COMMERCIO E TURISMO

In 134 potrebbero essere licenziati nei prossimi mesi da Acqua Marcia, la società che gestisce alberghi storici come Villa Igiea e l'Hotel delle Palme di Palermo, che potrebbe chiudere. E anche per il commercio si prospetta un altro anno duro. “Pensiamo ai 180 dipendenti Despar di Trapani, Palermo e Agrigento – commenta Mimma Calabrò, della Fisascat-Cisl – o agli 800 del gruppo Aligrup della Sicilia occidentale. Senza contare le centinaia di negozi che ogni mese chiudono i battenti. Non si può assistere inermi alla morte di interi settori produttivi.”

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