Oggi le pagine del quotidiano La Repubblica dell'edizione di
Palermo fanno un quadro nerissimo della situazione lavorativa in
Sicilia che purtroppo viene confermata, nelle stesse pagine, dal
suicidio di un operaio precario di 55 anni in cassa integrazione da
due mesi e dal tentativo di suicidio di un altro operaio che si è
tagliato le vene per stipendi arretrati che non arrivano.
In questi articoli vengono riportate interviste ai sindacalisti
confederali che come al solito sembrano cadere dalle nuvole, mentre
fanno carriera sindacale e politica gestendo accordi di ogni tipo con
i padroni e le istituzioni che portano lavoratrici e lavoratori alla
disperazione.
Si conferma anche la nullità dell'azione di governo dell'attuale
presidente della Regione, Crocetta, quello della “rivoluzione”.
Cgil-Cisl-Uil, istituzioni e padroni tutti complici e
corresponsabili di una situazione già terribile per migliaia di
disoccupati, precari e lavoratori, i quali devono prendere in mano il
proprio destino per farla finita una volta e per tutte con chi porta
le masse alla disperazione.
***
Crisi nera, a rischio 36 mila posti di lavoro
dall'edilizia all'industria, agli alberghi all'Etna Valley: un
2014 pieno di incognite
Trentaseimila siciliani rischiano di perdere il lavoro da qui alla
fine del prossimo anno. Nel giorno del sit-in delle tute blu di
Ansaldo Breda davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Carini
e dell'allarme sul possibile addio alla Sicilia del colosso dei call
center Almaviva, Cgil, Cisl e Uil tracciano una stima shock sulle
vertenze pronte a esplodere e sugli effetti della crisi. Crisi che
colpisce tutti i settori: dall'edilizia all'industria, dalla
formazione professionale ai rifiuti, fino a fiori all'occhiello come
l'Etna Valley. “E ai 36 mila – dice Claudio barone, leader della
Uil – si potrebbero aggiungere i 20mila precari degli enti locali,
la cui salvezza è ancorata all'approvazione della Finanziaria e al
superamento del patto di stabilità”.
EDILIZIA E INDUSTRIA
Sono i settori più colpiti dalla crisi:
da sola, l'edilizia dal 2008 a oggi ha lasciato sul terreno 50 mila
posti di lavoro, e per l'anno prossimo ii sindacati prevedono alti 20
mila licenziamenti, non va meglio l'industria che assiste alla morte
delle maggiori realtà. È il caso della Fiat di Termini Imerese: i
1.100 operai potrebbero essere licenziati già a metà aprile, se non
sarà trovata una soluzione alternativa al Lingotto. Stessa sorte
potrebbero subire a febbraio i 196 lavoratori della Keller, azienda
di Carini in crisi da oltre vent'anni, i cui lavoratori hanno
esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Sempre a Carini rischiano
il posto i 147 della Ansaldo Breda, per i quali la società ha
chiesto la cassa integrazione e che potrebbe trasformarsi in
licenziamento. E i 200 lavoratori della Italtel: la cassa
integrazione scadrà nel 2014 e per loro l'azienda potrebbe chiedere
l'esubero.
RIFIUTI
Secondo le stime della Cisl, in mille rischiano di perder il posto
nel caos della riforma regionale del sistema. “Negli ultimi giorni
283 lavoratori dell'Ato Palermo 1 e della Coinres – spiega Dionisio
giordano, della Cisl – hanno ricevuto lettere di licenziamento,
perché - nell'attesa che si attui il passaggio dagli Ato alle Srr –
i comuni gestiscono il servizio in totale autonomia e assenza di
regole, affidando la gestione a ditte private. E la situazione è
destinata a peggiorare”.
FORMAZIONE PROFESSIOANLE
“In attesa della riforma – commenta Michele Pagliaro della
Cgil Sicilia - gli enti di formazione hanno comunicato l'intenzione
di ridurre il personale nel 2014. A rischio sono dai tremila ai
quattromila addetti. La riforma non parte, non c'è una prospettiva
chiara e gli enti tagliano.”
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
La Cgil teme che il taglio del 10 per cento dei trasferimenti
previsti nella Finanziaria regionale si traduca in una riduzione del
personale. Per il trasporto su strada i sindacati ipotizzano la
perdita di 600 posti di lavoro, mentre quello marittimo subirà un
taglio di 200 addetti.
CALL CENTER
Almaviva, colosso internazionale del settore, rischia di
soccombere sotto i colpi dell'inerzia della Regione. Da oltre un anno
l'azienda, presente a Palermo e a Catania con seimila dipendenti,
chiede alla Regione una nuova sede. In cambio sarebbe disposta a
trasferire la sede legale nell'Isola pagando qui le tasse, e a creare
un polo di Information Technology. Ma da Palazzo d'Orleans tutto
tace, e Almaviva minaccia di andare via.
ELETTRONICA E FARMACEUTICA
Meditano l'addio anche le multinazionali dell'Etna Valley. “La
farmaceutica – dice Ferruccio Donato, della Cgil – rischia di
subire duri colpi: la Pfizer, il colosso americano che a Catania dà
lavoro a 700 persone, ha perso l'esclusiva sulla produzione di un
farmaco che dal 2014 potrà essere prodotto ovunque nel mondo, il che
ci fa temere per e ricadute sull'Isola. La microelettronica arranca e
sono in 400 a rischiare il posto alla Micron, la multinazionale
americana che minaccia di ridurre il personale.
COMMERCIO E TURISMO
In 134 potrebbero essere licenziati nei prossimi mesi da Acqua
Marcia, la società che gestisce alberghi storici come Villa Igiea e
l'Hotel delle Palme di Palermo, che potrebbe chiudere. E anche per il
commercio si prospetta un altro anno duro. “Pensiamo ai 180
dipendenti Despar di Trapani, Palermo e Agrigento – commenta Mimma
Calabrò, della Fisascat-Cisl – o agli 800 del gruppo Aligrup della
Sicilia occidentale. Senza contare le centinaia di negozi che ogni
mese chiudono i battenti. Non si può assistere inermi alla morte di
interi settori produttivi.”
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