27 Dicembre 2008: Operazione Piombo Fuso
E' la
mezzanote del 27 dicembre 2008 quando i primi F-16 israeliani cominciano a
bombardare la striscia di Gaza. Scatta l'operazione "Piombo Fuso".
Non appena
scaduta la tregua di sei mesi intrapresa dal 19 giugno, grazie alla mediazione
egiziana, l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa di guerra è la
neutralizzazione militare di Hamas, che negli ultimi otto anni ha ucciso 15
israeliani con il lancio dei famosi razzi artigianali Qassam.
Come se non
fossero bastate le migliaia di vittime lasciate giornalmente al suolo negli
ultimi anni, Israele ha deciso che la sua risposta ad Hamas deve essere più
intensa. Nel giro di soli 22 giorni viene scatenata sulla striscia un'azione
senza precedenti. Ad essere colpiti non sono soltanto obiettivi militari, ma
l'operazione in sè è intesa a produrre vittime civili e a creare maggior
terrore nella popolazione in vista di future espulsioni.
Nella sola
giornata del 27 dicembre vengono uccisi più di 300 palestinesi. Nei giorni a
seguire niente viene risparmiato: strutture del governo della striscia,
università, scuole, abitazioni e depositi alimentari dell'Onu vengono fatti
saltare in aria.
Mentre i
rabbini militari incitano alla guerra santa per l'espulsione dei
"gentili" dalla Terra Promessa, sulla popolazione di Gaza vengono
testate nuove armi di produzione israeliana e statunitense. Bombe al fosforo
bianco e proiettili al tungsteno producono ferite e piaghe spaventose.
Il numero di
vittime civili decolla mentre Israele, sostenuto incondizionatamente da USA,
Canada ed Europa, se ne frega della risoluzione Onu che impone un immediato
cessate il fuoco.
Solo la sera
del 17 di gennaio il governo israeliano fa sapere di aver raggiunto gli
obiettivi prefissatisi con l'apertura delle ostilità, e dunque dichiara
conclusa l'operazione militare. Cessano dunque i bombardamenti e le incursioni,
ma l'esercito non viene ritirato finchè "non cesserà il lancio di ordigni
dalla striscia di Gaza".
Il bilancio
complessivo delle vittime parla di 1.203 palestinesi uccisi, di cui 410
bambini, di 5.300 feriti e 80.000 sfollati. Da parte israeliana si contano 13
morti e meno di 200 feriti.
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