25 Dicembre 1996: la strage di Natale
Nella notte
tra il 25 e il 26 Dicembre del 1996 un battello con a bordo centinaia di uomini
e donne provenienti da India, Pakistan e Sri Lanka affonda a poche miglia dalle
coste italiane, nei pressi di Portopalo di Capo Passero, la punta più a Sud
della Sicilia. Le vittime di quella che viene ricordata come ‘La strage di
Natale’ sono 283; è la più grande tragedia navale nel Mediterraneo dalla fine
della seconda guerra mondiale. L’imbarcazione ‘Yohan’, capitanata dal libanese
Youssef El Hallal, era partita dal porto del Cairo con a bordo quasi 500
persone, costrette a sborsare un migliaio di euro a testa per il viaggio della
speranza e a giorni interi di attesa nel porto prima della partenza, per poi
essere stipate nella stiva con scarse quantità di cibo ed acqua. Durante il
tragitto la Yohan rimane bloccata in mezzo al mare; viene chiesto l’intervento
di un’altra imbarcazione in partenza da Malta (una F714, nave della marina
inglese in pessime condizioni risalente al 1944). All’arrivo della F714
centinaia di persone della Yohan, esasperate dall’attesa e da giorni di
viaggio, vi si riversano sopra; durante l’operazione, però, nel vecchio
battello inglese si apre una falla nello scafo di cui nessuno sembra
accorgersi. La F714 prosegue il suo viaggio verso le coste siciliane
continuando ad imbarcare acqua, mentre dalla stiva centinaia di persone con
l’acqua ormai alla gola battono disperate le mani sul ponte chiedendo di
uscire. La Yohan torna indietro per portare soccorso ma il mare è burrascoso e
le due imbarcazioni si scontrano; la F714, vecchia, danneggiata e sovraccarica,
si spezza e affonda. Si salvano solo una trentina di persone, tra cui il
comandante Sheik Thourab. Per i sopravvissuti, però, la tragedia non è finita:
vengono tutti portati in Grecia, segregati e costretti al silenzio; una parte
di essi riesce a fuggire e a denunciare l’accaduto alla polizia che però non
crede alla loro versione e li arresta perché clandestini. Nei giorni successivi
molti cadaveri giungono sulle coste siciliane, ma nessun pescatore denuncia
l’accaduto per timore di sequestri delle imbarcazioni e blocchi della pesca; il
4 Gennaio un’agenzia di stampa fa trapelare quanto dichiarato dai sopravvissuti
reclusi in Grecia ma le autorità italiane accolgono la notizia con grande
scetticismo e decidono che è meglio che tutta la storia continui a rimanere
sotto silenzio. La strage di Natale rimane a lungo sconosciuta, fino a quando,
nel 2001, una indagine internazionale portata avanti con fatica e le pressioni
dei familiari delle vittime riescono a mostrare le immagini del relitto della
F714 e dei numerosi scheletri ancora imprigionati al suo interno. L’indagine
mette inoltre in luce l’esistenza di un ramificato sistema di mercificazione
quotidiana della disperazione di migliaia di persone; un sistema spesso noto
tanto alle autorità dei paesi di provenienza dei migranti quanto a quelle
europee. Sheik Thourab e Youssef El Hallal sono stati entrambi condannati solo
tra il 2008 e il 2009 dopo più di un decennio di impunità ed assoluzioni.
Nessun commento:
Posta un commento