Meloni da Milei (che lavora per Trump). Il piano per una Lega dei conservatori
Meloni e Milei salutano la folla dal balcone |
Prima del vertice, i due leader si sono affacciati dal balcone di plaza de Mayo, elargendo alle persone che si sono affollate sul posto baci e larghi sorrisi e a Milei battute scambiate anche all’orecchio e pacche sulle spalle. Forte familiarità anche tra Meloni e la sorella di Milei, Karina, segretario generale della presidenza, prima della foto ufficiale nel Salon Blanco.
Le parole di Milei durante le dichiazioni congiunte suonano davvero come un programma politico intergovernativo: «Siete in famiglia», dice il presidente argentino che si lancia poi in un discorso in cui
parla apertamente di una «alleanza di nazioni libere unite contro la tirannia e la miseria» in cui «buon senso, famiglia, libertà», contrasto all’immigrazione irregolare e «sovranità», da contrapporre a «organismi sovranazionali sclerotici», sono la ricetta per un «Occidente nelle tenebre». Meloni al suo fianco sta al gioco, ritiene «non casuale» che la sua prima visita ufficiale in Sud America sia in Argentina, conferma la «forte unità di vedute» tra due leader che «si battono per difendere l’identità dell’Occidente».Il focus, per Roma, è provare a mettersi nella scia delle liberalizzazioni annunciate da Milei per aumentare gli affari delle imprese italiane in Argentina (soprattutto in ambito energetico, con un rinnovato ruolo di Enel). Non a caso a Buenos Aires con Meloni c’è (come a Rio) anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. I rapporti tra i due Paesi sono solidi anche alla luce della folta e storica comunità italiana. Secondo gli ultimi dati sono 307 le imprese con capitale italiano che operano in Argentina. Ma nel primo semestre del 2024 l’interscambio bilaterale è stato di 996 milioni di euro, con una flessione del 17,8% rispetto al 2022. In ogni caso Roma rappresenta, a livello globale, l’8° fornitore e il 19° cliente dell’Argentina mentre, tra i paesi Ue, siamo il secondo fornitore dopo la Germania.
Quanto agli aspetti geopolitici, la proposta della “Lega dei conservatori” è stata lanciata da Milei pochi giorni fa a Mar-o-lago, dove ha incontrato Donald Trump. Il presidente argentino in quella sede ha ipotizzato un filo rosso che collega «gli Stati Uniti nel Nord, l’Argentina nel Sud, l’Italia nella vecchia Europa e Israele come sentinella nella frontiera in Medio Oriente
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