La decisione presa ieri da Biden
di dare il via libera all’Ucraina di Zelensky all’uso dei missili a lungo
raggio Atacms per attaccare la Russia è un altro passo verso il baratro della
terza guerra mondiale e naturalmente, visto che è stata presa a due mesi dal
passaggio di consegne alla nuova amministrazione Trump che entrerà ufficialmente
in carica il 20 gennaio, una gigantesca polpetta avvelenata, lasciando uno
scenario di possibile guerra dispiegata.
Dalla Russia avevano più volte
avvisato che "Gli attacchi con missili contro la Russia significano che la
Nato è in guerra", e quindi è possibile una estensione immediata della
guerra.
La “giustificazione” di Biden per aver dato “semaforo verde” sarebbe dovuta al dispiegamento di migliaia di soldati inviati dalla Corea del Nord a sostegno delle forze russe e schierati nella zona di
Kursk dove la Russia lentamente sta riprendendo il controllo della regione che è stata invasa ad agosto dall’esercito ucraino, una giustificazione che è piuttosto una scusa visto che dalle notizie sullo stato della guerra, la Russia avanza lentamente.“Finora” dice l’Adnkronos, e cioè
fino al periodo di intensa e complicatissima campagna elettorale, “l'amministrazione
Biden si era opposta all'utilizzo di missili a lungo raggio in territorio
russo, temendo che questo potesse provocare un'escalation da parte del
Cremlino.” Ma adesso è arrivato il via libera, che mette in forse la promessa
elettorale di Trump, e cioè quella di mettere fine a questa guerra in poco tempo.
La reazione arrabbiata e stizzita
del figlio di Trump e di Elon Musk sono un segnale forte della contrarietà di
fronte alla mossa di Biden (che non si è certo “risvegliato” improvvisamente, ricordiamo
che il suo nomignolo in America è “sleeping Joe”, ma è sempre il rappresentante
dell’imperialismo americano): “…il figlio Donald jr: "Sembra che il
comparto militare-industriale voglia assicurarsi di far scoppiare la Terza
Guerra Mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e
salvare vite. Bisogna bloccare quei trilioni di dollari. Imbecilli!",”
(Adnkronos)
A parte il linguaggio e l’atteggiamento
da finta crocerossina del figlio di Trump, la questione dell’apparato militare
industriale è seria, visto che comporta circa 1000 miliardi di spesa annuale e che
servono all’imperialismo americano a mantenere la sua “presenza” in tutti gli
scacchieri del mondo, garantendo gli investimenti all’estero industriali e finanziari,
ed è chiaro che anche su questo apparato Trump vorrà mettere le mani per gestirlo
secondo la sua strategia.
Ma anche il nuovo “vicepresidente”
Musk non ha mancato di dire la sua: "Il problema è che la Russia
risponderà". ”Come la Russia risponderà si vedrà nei fatti nei prossimi
giorni, quello che si può già dire è che Putin potrebbe prendere tempo prima di
scatenare una guerra più ampia, perché ha bisogno non solo di riconquistare
quei pezzi di territorio del Kursk, ma anche di consolidare i territori del Donbass,
per arrivare, nella più classica delle manovre delle guerre, al “tavolo delle
trattative” con i fatti compiuti in vista di una possibile fine della guerra imposta
all’Ucraina da Trump… e ancora una volta sul “tavolo” non saranno contati né le
migliaia di morti e feriti né la distruzione delle infrastrutture.
Ma non sono appunto questi gli
argomenti che interessano agli imperialisti che fanno le guerre, da quelle commerciali
a quelle vere e proprie.
E mentre Biden in questi anni ha
rappresentato l’insieme degli interessi dell’imperialismo americano nel paese e
nel mondo, la risposta di Trump dimostra che è quella parte dell’industria nazionale
più colpita dalla crisi mondiale che vorrebbe un cambiamento nello scenario per
concentrarsi sul nemico “commerciale” per eccellenza e cioè la Cina…
Nell’attesa che l’imperialismo
russo e quello americano - e l’imperialismo assassino non guarda in faccia
niente e nessuno pur di raggiungere i propri obbiettivi - decidano fino a che
punto spingersi in questa corsa alla guerra mondiale è chiaro che passo dopo
passo, missile dopo missile, può scoppiare in qualsiasi momento la scintilla
della guerra mondiale.
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