Dal resoconto dello sciopero e delle iniziative del 18 novembre
Sciopero allo stabilimento Belgravia, dove gli operai in lotta si stanno scontrando con la repressione, sottile oppressiva, diretta in sintonia con l’azione del governo. E' uno scontro a tutto campo, i padroni hanno sempre provato a contrastare il diritto di sciopero, ma oggi sono rafforzati e aumenta il loro senso di impunità, per il carattere moderno fascista del governo Meloni.In fabbrica le paghe sono differenziate e basse di partenza per il Ccnl agricolo, che impone un regime di fabbrica dove la produzione industriale è gestita arbitrariamente come produzione agricola... Una imposizione basata sulla complicità di Cgil Cisl Uil...
Nello sciopero i lavoratori si stanno schierando. Da una parte chi fa il crumiro, chi si illude così di avere qualche riconoscimento speciale dall’azienda tradendo la lotta dei compagni in sciopero (la cronaca e la storia delle lotte su questo dicono che le promesse dei padroni durano molto poco). Per intanto i padroni si vantano di aver ordinato pizza per tutti, straordinariamente fatta arrivare in fabbrica per sfamare gli operai che hanno fatto la doppia giornata in sostituzione degli operai in sciopero, richiamati anche da casa.
Dall’altra chi rompe con la rassegnazione e prende coraggio e nella lotta diventa più precisa anche la denuncia della vita e della
produzione nello stabilimento. Pesanti sono le condizioni di lavoro, non per la particolarità del ciclo produttivo, ma per la rassegnazione e l’individualismo dei lavoratori che hanno lasciato campo libero, a capi, capetti e padroni di poter cambiare continuamente i ritmi, i carichi di lavoro, la velocità delle linee e il numero degli addetti alle macchine. Pesano l’azione di freno dei sindacati confederali, un sistema clientelare parentale che si compra la ‘fedeltà’ di alcuni, il ricatto del posto di lavoro precario con contratti brevi...Torneremo su questo, ma per dare un esempio, con quello che è successo durante l’ispezione dell’ORGANISMO DI CONTROLLO DELLA QUALITA’, diventato anche fattore scatenante della protesta, quando l'ambiente di lavoro è stato trasformato, con le linee che marciavano ad una ‘velocità umana’, le casse dei prodotti in lavorazione ridotte di peso, ogni lavoratore al suo posto e nei reparti si lavorava, non si correva. Ma solo mezz’ora dopo la fabbrica avrebbe potuto essere usata come set per girare un nuovo episodio di ‘tempi moderni’ con la velocità delle linee aumentata oltre il solito, perché c’era il tempo perso durante il controllo da recuperare!
Lo sciopero dunque rafforza gli operai che lo fanno, nell’unità tra loro, nell’organizzazione, nella coscienza dello scontro con i padroni e il loro sistema di sfruttamento, coscienza che avanza e fa toccare con mano come resistere al padrone che spinge sempre più in basso la condizione degli operai, è giusto ma non basta. L’assemblea degli operai in sciopero ha deciso di far arrivare la denuncia anche dentro un grosso centro commerciale con Esselunga, cliente di Belgravia, ma soprattutto di partecipare e costruire la presenza allo sciopero generale del 29 novembre, per portare tra gli altri operai in sciopero la lotta e lo spirito di Belgravia, per fare la propria parte, perchè la rivolta sociale che tanto serve, sia dei lavoratori, dei proletari, contro questo sistema di sfruttamento, dato che non può certo arrivare dai vertici della Cgil.
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