Ieri sono morti 4 operai nel napoletano, a Brescia a Novara e a Palermo!
dal manifesto di oggi
Sicurezza sul lavoro: il primo tavolo è una parata senza risposte
Incontro governo-parti sociali mentre un
22enne moriva a Caivano schiacciato da dei prosciutti. Cinque ministri e 40
sigle per non decidere alcunché. Ma si fa strada la deregulation
Un controllo dopo un incidente sul lavoro - Foto LaPresse
Il primo tavolo governo-parti sociali non parte sotto i migliori auspici.
Davanti alla sede di via Flavia del ministero del Lavoro, dove Marina Calderone
parte con discorsi pindarici su un fantomatico «patto sociale sulla sicurezza
del lavoro», gli studenti protestano contro l’alternanza scuola-lavoro. Nelle
stesse ore a duecento chilometri di distanza un ragazzo di soli 22 anni muore
schiacciato da un bancale di insaccati.
Nell’area industriale di Caivano (Napoli), Antonio Golino lavorava con la madre e il fratello che lo
hanno sentito urlare avvertendo il tonfo dei bancali. L’incidente è avvenuto all’interno della M&C, importante azienda che confeziona prosciutti per tutti i supermercati italiani. Ma Antonio – come la maggior parte dei morti sul lavoro – era dipendente di una ditta esterna che si occupa di imballaggio, trasporto e spedizione, su cui sono in corso verifiche per accertare se la proprietà fosse la stessa dell’azienda di insaccati. Il giovane era in una enorme cella frigorifero dove sono custoditi su bancali in plastica dura i prosciutti e gli altri salumi da confezionare. Proprio una pila di questi bancali ha improvvisamente ceduto, travolgendolo.A via Flavia la titolare del Lavoro nel frattempo aveva accanto a sé mezzo governo – Giuseppe Valditara della Scuola, Anna Maria Bernini dell’Università, Paolo Zangrillo della Pa e in collegamento Orazio Schillaci della Salute – ma l’esito dell’incontro durato quasi cinque ore con oltre trenta delegati è stato inversamente proporzionale al numero di ministri.
«Non è arrivata nessuna risposta alla piattaforma unitaria – denuncia alla
fine il segretario della Cgil Maurizio Landini – . C’è un incontro il 26
gennaio sull’alternanza scuola-lavoro e l’impegno del governo a presentarci un
calendario di incontri le prossime settimane. Stop». E ancora: «Nessuna
risposta sugli investimenti sulla prevenzione, che vuol dire fare assunzioni
all’Ispettorato del lavoro e nei servizi di medicina del lavoro; sugli
interventi sulle ditte in appalto facendo rispettare i contratti e mettendo
nella condizione di non lavorare più negli appalti chi non le rispetta, sulla
patente a punti; sul superamento delle forme di precarietà molto forti; e sulla
necessità di non dare soldi pubblici a quelle imprese che non rispettano le
norme sulla sicurezza», spiega Landini.
«Bisogna arrestare, mandare in galera chi viola le norme sulla sicurezza e
instaurare l’omicidio da lavoro», attacca il leader Uil Pierpaolo Bombardieri.
«Parliamo, chiacchieriamo però intanto la gente muore. Dopo l’intervento di
chiusura del ministro abbiamo provato a sollecitare una risposta sugli
interventi da attuare, ma con 40 sigle si sostiene di tutto: anche la
depenalizzazione delle norme».
Ma in cosa consisterebbe questo «patto sociale sulla sicurezza sul lavoro»? Le parole di Marina Calderone testimoniano la sua assoluta aleatorietà: il patto è «da raggiungere facendo tesoro delle buone prassi già sperimentate durante il periodo pandemico», condito con ovvietà di cui si parla inutilmente da decenni: «una maggiore diffusione della cultura della sicurezza già a partire dalla scuola». Nel frattempo si annuncia la deregulation...
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