Una corrispondenza
Giovedì quindici dicembre scorso, la sessione plemaria del Parlamento europeo ha approvato un’infame risoluzione con la quale si riconosce come reale il presunto tentativo di genocidio – il così detto Holodomor – della popolazione ucraina da parte delle autorità centrali sovietiche.
La sala stampa dell’istituzione continentale, riportando quanto avvenuto, scrive testualmente: «in una risoluzione adottata giovedì, il Parlamento riconosce come genocidio la carestia artificiale nota come Holodomor, provocata dal regime sovietico in Ucraina nel 1932-1933».
Quindi prosegue: «i deputati condannano fermamente questi atti che causarono la morte di milioni di ucraini e invitano tutti i Paesi e le organizzazioni che non l’hanno ancora fatto a riconoscere l’Holodomor come genocidio».
Ed ancora, sfidando il senso del ridicolo: «il Parlamento sostiene che la riabilitazione e glorificazione del regime totalitario sovietico e il ritorno in auge del culto del dittatore Josef Stalin hanno fatto sì che la Russia diventasse uno Stato sostenitore del terrorismo».
Ed in sovrappiù: «i deputati condannano inoltre che gli atroci crimini russi, come la distruzione mirata delle infrastrutture civili ucraine dell’energia durante l’inverno, si siano ripetuti contro il popolo ucraino al giorno d’oggi».
Chiunque conosca la storia, e non intenda revisionarla a proprio uso e consumo, sa benissimo che i fatti sono stati ben diversi da come vengono presentati: per non parlare del vergognoso accostamento del compagno Stalin al sostegno al terrorismo.
Il risultato della votazione non lascia dubbi circa il grado di sottomissione dell’istituzione europea ai voleri della Giunta – capitanata dal comico Vladimir Aleksandrovic Zelensky – al governo a Kiev: 507 favorevoli, dodici contrari, diciassette astenuti.
Concludiamo segnalando il comportamento dei sedici europarlamentari del gruppo dei Socialisti & Democratici, di cui fanno parte quelli del Partito Democratico, che dimostra ancora una volta come i peggiori nemici dei rivoluzionari siano i riformisti.
Assenti, o non direttamente coinvolti, o ancora troppo poco coraggiosi per votare contro o anche solo astenersi,, sono risultati: Caterina Chinnici, Andrea Cozzolino, Pierfrancesco Majorino, Giuliano Pisapia, Massimiliano Smeriglio, Irene Tinagli.
Gli altri dieci hanno, senza vergogna, espresso parere favorevole: Pietro Bartolo, Brando Benifei, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Giuseppina Picierno detta Pina, Franco Roberti, Patrizia Toia, Achille Variati.
Bosio (Al), 08 gennaio 2023
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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