Il nuovo anno ha portato agli operai della ex Fiat di Termini Imerese altri nove mesi di cassa integrazione.
Il primo gennaio di quest’anno inizia per i 600 operai
rimasti della ex Fiat di Termini Imerese il 12° anno di cassa integrazione (rinnovata,
in deroga!!! solo fino a novembre 2023). Sono passati, infatti, 11 anni dalla
chiusura decisa il 31 dicembre 2011 dall’inventore del fascismo padronale,
Marchionne.
Agli operai diretti, che diminuiscono di anno in anno, si
aggiungono quelle dell’indotto che sono nella stessa situazione, circa 250 in “mobilità
in deroga”.
L’assurdità della cassa integrazione eterna salta agli occhi di chiunque, ma la borghesia, per
convenienza politica, cerca qua e là di ammortizzare i possibili scontri e dimostra che quando vuole passa di deroga in deroga.Di questo interesse politico alla “vertenza” dà un esempio
il “nuovo” assessore alle attività produttive (!) della Regione Siciliana che
ha convocato nei giorni scorsi i sindacati Fiom, Fim, Uilm e Ugl, gli stessi
che da 12 anni dicono sì a qualsiasi “ipotesi di reindustrializzazione” ,
compreso quello del delinquente padron Ginatta della Blutec, finito in galera
per aver rubato 20 milioni pubblici.
“Da parte mia nessuna promessa o propaganda” esordisce l’assessore,
con una scusa non richiesta! perché “La vertenza della Blutec non deve avere
colori politici”; per dare corso a queste intenzioni l’assessore, dopo aver
ricordato che “c'è bisogno di grande sinergia tra tutti gli attori coinvolti, compresa
la politica, per cercare di mettere un punto a una vicenda lunga ed
estenuante [sicuramente solo per gli operai e le loro famiglie!, ndr] che
prosegue da oltre 10 anni” si è impegnato a “fare il punto della situazione,
dei fondi a disposizione e delle offerte sul tavolo”, a chiedere al ministro
delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, un tavolo romano e a
convocarne un altro alla Regione per il 23 gennaio prossimo.
Mentre sono passati già 6 mesi dall’ultimo annuncio sul
rilancio proposto dal Polo Meccatronica Valley (nome pretenzioso per chi probabilmente
è in cerca di altri soldi pubblici), i sindacalisti di Fiom, Fim, Uil e Ugl si dicono
soddisfatti dell’iniziativa dell’assessore: secondo la Cisl infatti si è trattato
di «Un incontro positivo, c'è l'impegno e sembra fattivo da parte della Regione
nel volere portare avanti le questioni che riguardano la vertenza».
Ma tra una soddisfazione e l’altra i “fondi” a
disposizione diminuiscono, sia quelli per l’eventuale e sempre annunciato
rilancio che quelli per agevolare il pensionamento di alcuni operai.
“Resta ancora da risolvere il rinnovo dell'accordo di
programma che è scaduto.” Riporta il Giornale di Sicilia del 10 gennaio – “Il
precedente prevedeva una dotazione da 150 milioni da parte del governo
nazionale un cofinanziamento da 30 milioni da parte della Regione. Secondo
alcune voci emerse nel corso della riunione il nuovo accordo prevederebbe
una dotazione (nazionale) molto inferiore attestabile sulla trentina di milioni.
Con queste cifre ballerine è difficile anche procedere al bando per raccogliere
e ufficializzare le manifestazioni di interesse che già sono state avanzate. Sembra
confermato l'interessamento del gruppo ucraino che lavora alluminio e che aveva
partecipato a un incontro all'incubatore di Invitalia nei mesi scorsi.”
Nell’incertezza generale, come si vede, ciò che “resta” è la
cassa integrazione in deroga! E resta la necessità che gli operai (non è mai
troppo tardi), stanchi di aspettare ma ancora in numero importante prendano nelle
proprie mani la vertenza che, come dice lo stesso assessore, non è più
sindacale in senso stretto ma anche politica.
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