mercoledì 11 gennaio 2023

pc 11 gennaio: Verso la Formazione marxista, proposta nell'Assemblea proletaria anticapitalista


Il perchè da un intervento del Prof. marxista Giuseppe Di Marco

In questa Formazione marxista l'intento che mi ispira è il “Che fare” di Lenin che parla dell'importanza della lotta teorica accanto a quella politica e quella economica. E in una tappa determinata come quella di oggi è importante la teoria, della lotta teorica. 

Oggi si dice che non ci sono più le classi, cioè si va all'indietro addirittura rispetto all'economia politica classica, perché Riccardo invece le classi le riconosceva eccome. La borghesia ha finito la sua funzione progressiva e quindi è incapace di produrre una visione reale; d'altra parte la base fortemente tecnologica della produzione contemporanea è articolata precisamente per occultare la questione dell’insieme, cioè il fatto che essa avviene nella forma capitalistica; quindi è la forma sociale che qui viene occultata, ecco perché poi non ci sono più le classi, eccetera.

Partendo da questa premessa questo ciclo di formazione è centrato più sull'economia politica, l'anatomia della società borghese, diceva Marx.

Il singolo lavoratore, il singolo operaio, il singolo studente vedono le radici del proprio disagio nel padrone, nella politica del padrone o nella politica del Ministero, nella politica di una determinata branca della produzione, ecc,, ma non sono capaci da soli di vedere la radice del loro disagio nell'intera forma capitalistica di produzione. Se nelle altre due forme di produzione, schiavistica e feudale, il

legame tra la persona del feudatario, del proprietario di schiavi e la forma sociale era immediata evidente, nel capitalismo invece è un rapporto sociale che si presenta come creato certo dagli individui ma come sovrastante le volontà dei singoli individui. Sono gli individui, dice Marx, che creano questi rapporti ma nelle forme antagonistiche di produzione essi agiscono poi indipendentemente dalla loro volontà, come un fatto estraneo. 

Allora è chiaro che gli individui e le loro condizioni di esistenza sono separati; allora, qui sta il fatto di capire la forma sociale e arrivare ad averne contezza e non attraverso un'intuizione immediata ma attraverso il sapere, attraverso la scienza. Il marxismo è una scienza e va studiata, perché la scienza è un sapere che non si ferma all'apparenza. La teoria ha questo significato, farci vedere ciò che non si vede immediatamente. Perché quanto più il capitale diventa un rapporto sociale che sovrasta gli individui e che non è più neanche visibile nel singolo padrone, e in cui sembra che sia il denaro a generare denaro, sparisce la radice, e per comprendere bisogna andare dietro l’apparenza. Allora il senso di una formazione teorica marxista è questo. 

Parlare del capitale non significa tacere della classe operaia perché il capitale è l'intero antagonismo tra borghesia e proletariato, c'è l'intera contraddizione. Quindi parlerò del capitale come dell'intera contraddizione. Il capitale si presenta come un rapporto sociale complessivo che solo con una lotta collettiva può essere sconfitto. Il capitale dice: io ti porto il mio buon diritto di produttore, come tu porti il tuo buon diritto di consumatore, e dice Marx qui si affrontano diritto contro diritto, tra i quali diritti decida la forza. E la lunga storia della guerra tra l'intera classe dei capitalisti e l'intera classe degli operai dimostra che appena l'operaio vuole ridurre individualmente la giornata lavorativa crolla senza resistenza; il nesso tra il capitale come rapporto sociale che sovrasta e la possibilità di trasformarlo attraverso una lotta collettiva, è la necessità, non l'opzione, di una lotta di classe contro classe. 

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