Agli studenti che protestavano per i ragazzi mandati a
morire per il profitto nelle fabbriche con la scusa dell’alternanza
scuola-lavoro, il ministro moderno fascista (ma qui ci starebbe meglio fascista
all’antica) non ha resistito alle accuse degli studenti di essere tra i
mandanti dei morti sul lavoro insieme a Confindustria e Inail e dà mandato ai
suoi avvocati per far partire la querela, come riportato dall’articolo che
riproduciamo dell’Avvenire.
Questa meschina querela si aggiunge al “curriculum reazionario” del ministro che mostra anche in altre dichiarazioni quanto non abbia “capito” affatto che ciò che si chiede è l’abolizione dell’alternanza
scuola-lavoro, per reazionaria “deformazione” ideologica e totale servilismo nei confronti dei padroni: "… bisogna investire di più sulla formazione degli studenti per creare una cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, anche coinvolgendo i datori di lavoro e i sindacati, e garantire ai ragazzi che effettuano percorsi di alternanza scuola-lavoro una formazione specifica sulla sicurezza in base alle attività che andranno a svolgere".“E qui ha menzionato due figure a lui particolarmente care, il
tutor scolastico e il tutor aziendale, "che devono coordinarsi
in un confronto costante. L'alternanza scuola-lavoro è una componente
strutturale nella formazione dei ragazzi in tutti i modelli scolastici
occidentali. Proprio per questo, il ragazzo non può mai essere lasciato
solo, il dialogo tra scuola e impresa non si esaurisce al momento della
stipula della convezione, ma deve essere continuo".
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Alternanza scuola lavoro
Blitz degli studenti, Inail imbrattata
E Valditara querela
“Non si può morire di scuola”. Lo urlano e lo ripetono gli
studenti a Milano, che ieri mattina hanno imbrattato con una grande scritta
bianca, “Vergogna”, la sede dell’Inail e con vernice rossa anche la targa dell’Istituto
nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. una protesta che accende subito
lo scontro anche con il ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara. L’azione
è di Rete Studenti Milano per protestare contro il mancato risarcimento alla
famiglia di Giuliano de Seta, morto in alternanza scuola-lavoro nel settembre scorso.
“Oggi abbiamo sanzionato la sede Inail di Milano a seguito del mancato risarcimento
alla famiglia di Giuliano de Seta, risarcimento che è stato negato con la
motivazione paradossale della mancanza di qualifiche di giuliano nemmeno
considerato stagista a tutti gi effetti hanno spiegano in un comunicato gli attivisti
-. Noi crediamo sia l’ennesima riconferma di un fatto ormai accertato e palese:
lo stato non è interessato alla scuola, e men che meno a risolvere un problema
ormai palese, ovvero la mancanza di sicurezza sul lavoro nel nostro Paese”.
“Le tre morti sul lavoro che si verificano ogni giorno in Italia,
oltre ai tre studenti morti in stage, non sono morti bianche”, secondo la
rappresentanza degli studenti, che poi ha indentificato dei presunti “mandanti,
da Confindustria a Mario Draghi, dall’Inail a Valditara” hanno concluso, “tasselli
che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del
tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo. Non si può morire
di scuola”.
Parole che non sono piaciute, naturalmente, al ministro dell’Istruzione
e del Merito, Giuseppe Valditara che ha annunciato “di aver dato mandato agli
avvocati di querelare i responsabili di queste dichiarazioni infamanti e
gravemente diffamatorie. Con gli autori di questi comunicati non voglio aver
nulla a che fare” ha detto. Nel mirino il passaggio della nota in cui si “cita
il ministro, assieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, tra i “mandanti
ben precisi” delle “tre morti sul lavoro che si verificano ogni giorno in
Italia” e dei tre ragazzi deceduti recentemente durante lo svolgimento di stage”.
Solidarietà al ministro anche dall’assessore all’istruzione del Piemonte, Elena
Chiorino. “Si tratta di attacchi ignobili e strumentali, - aggiunge Chiorino –
che nulla risolvono delle morti degli studenti nell’alternanza scuola/lavoro,
ma che dimostrano quanto chi attacca non sia neppure informato sul lavoro del
ministero per riformare la normativa e garantire la dovuta sicurezza dei nostri
ragazzi”.
Avvenire 12 gennaio ’23
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